Acquedotto pugliese, FdI: “Operazione societaria sospetta, appello al premier perchè fermi Emiliano”
Lettera aperta al premier Giuseppe Conte dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca, Renato Perrini, Francesco Ventola e Ignazio Zullo.
“Egr. prof. Giuseppe Conte,
in questi ultimi giorni, in modo particolare da quando l’emergenza Coronavirus vede tutta l’Italia a rischio contagio, è stata da Lei più volte invocata la collaborazione fra tutte le Istituzioni. Anche ieri sera, nell’annunciare misure più drastiche, ha richiamato più volte tutta la Politica a un senso di responsabilità. Il Suo richiamo a un senso di unità nazionale, unito a quello del capo dello Stato, Sergio Mattarella, non sono stati indifferenti per noi consiglieri regionali del gruppo Fratelli d’Italia in Regione Puglia. Infatti, pur potendo sollevare numerose polemiche sulla gestione dell’emergenza da parte del presidente-assessore alla Sanità, Michele Emiliano, abbiamo deciso di avere un profilo politico più collaborativo. Ma di fronte a certi provvedimenti non solo non possiamo tacere, ma abbiamo sentito la necessità di rivolgerci a Lei in prima persona perché inviti il presidente Emiliano a concentrarsi sul Coronavirus e a lasciar perdere “consultazioni preliminari di mercato per la realizzazione della Newco” per l’Acquedotto pugliese. L’argomento riveste non solo natura regionale, ma nazionale e richiede un dibattito politico-amministrativo che non può essere fatto in questi giorni, né da un presidente regionale a scadenza di mandato.
In un momento nel quale tutte le Regioni italiane sono totalmente concentrate sulle gravi questioni sanitarie e su quelle conseguenti sul piano economico, ci sembra assolutamente fuori posto che la Regione Puglia, socio di maggioranza dell’Acquedotto Pugliese (AQP), possa avallare la scelta di pubblicare una ricerca di mercato per una società per la quale saranno stanziati 637milioni di euro, ma soprattutto con una scadenza che coincide, per altro, con quella del suo Decreto con il quale l’Italia è costretta a fermarsi, 3 aprile. Deve convenire che appaiono alquanto strani il momento e la tempestività con la quale il più grande Acquedotto europeo e fra le più importanti aziende italiane in piena emergenza stia cercando di mettere a segno una delle più grandi operazioni societarie che, invece, richiede una più ampia discussione politica e un controllo sociale e collettivo quando, speriamo quanto prima, questa emergenza sarà finita”