Non c’è tempo per riposare
(Il melanconico canto del personale sanitario nella lotta contro l’epidemia)
Non poss’io riposare
in quest’infide paludi
ove il morbo
come di celate sabbie mobili
tira giù ad annegare
ignari passanti
dell’italico suolo.
Di mani protese
ne afferro i polsi
per riportare nei loro corpi
l’umano respiro.
Delegare ad altri non posso
il compito mio particolare.
Quante mani!!!
Quanti polsi ho da afferrare!!!
Intrisa è la maschera
dal caldo mio sudore;
dei guanti il lattice
con la mia pelle
già si fonde.
“Dove sei, oh Cristo?”
mi vien da gridare;
come Dio vorrei
nel corpo altrui
vita alitare.
Ad altri ho consegnato
il mio riposo
perché
non poss’io fermarmi
in quest’infide paludi.
(Ciro Todisco)