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Didattica a distanza: Opportunità o problema?

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Lo smart working,   nella dizione dauna del nostro presidente del Consiglio smart worki, che sarebbe meglio chiamare, in italiano ( oggi, giornata dedicata a Dante, così non mettiamo nessuno in imbarazzo) lavoro da remoto o letteralmente lavoro intelligente ( non si capisce perché l’altro lavoro debba essere stupido), è più facile a dire che a fare, almeno per alcune categorie professionali, anche a causa del super affollamento delle linee internet, obiettivamente impreparate ad affrontare una emergenza inaspettata ed inaspettabile come la attuale.

Insegnanti, che nessuno ha formato preventivamente, peraltro non obbligati da nessuna norma contrattuale e/o legge ad intrattenere   on line le classi, con il compito di recuperare un minimo di didattica in un anno scolastico complicato e dall’esito scontato, con gli attuali standard tecnologici, stanno letteralmente impazzendo, con un sovraccarico di frustrazione, perché non riescono a dare ai loro ragazzi quell’ apporto culturale che vorrebbero.

Chi tra gli insegnanti e tra gli alunni non possiede a casa la fibra ma solo l’ADSL, ha un collegamento a singhiozzo, ora si ed ora no.

Tanti, tra gli alunni, è difficile a credersi ma è così, non hanno a casa un p.c., per cui si collegano con il cellulare ma non hanno a disposizione word o excel, indispensabili strumenti di lavoro.

Ciononostante, nessuno molla, tutti vogliono dare una parvenza di normalità, una speranza ai ragazzi, perché, ai ragazzi non deve mancare la fiducia dei propri insegnanti di un futuro che saprà trarre dal presente nuovi stimoli per un rinascimento, un nuovo rinascimento.

Perché è proprio così, dopo ogni Medio Evo, c’è sempre un Rinascimento.

Cosimo Lombardi


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