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Garante Rossi*: “Serve sostegno per la popolazione privata o limitata nella libertà”

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Una nota del per *Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, Pietro Rossi

Il Garante regionale Piero Rossi, pur consapevole dell’instabilità che questa pandemia ci ha consegnato, insieme alle paure e le ansie, sente la necessita di entrare nel vivo delle questioni che competono il suo ruolo di garanzia e che riguardano il contesto di fragilità sociale in cui si esplica la sua azione.

I commenti e i dibattiti che hanno caratterizzato le nostre giornate sia riferiti alle modalità di ingaggio per la prevenzione del contagio (linee guida) che relativi al tema dei provvedimenti normativi atti (per il momento con scarsissima efficacia) a deflazionare il sovraffollamento e quelli amministrativi per il reperimento di abitazioni per garantire la detenzione domiciliare a chi una casa non ce l’ha, hanno reso necessario mettere a fuoco la situazione come ci verrà “riconsegnata”, dopo l’avvio di una parvenza di normalità, per quanto parzialmente ripristinata.

Che si definisca fase due o tre o quel che sarà, diventa imprescindibile sviluppare una capacità adattiva sufficiente a mantenere in piedi un minimo di attività a sostengo della popolazione privata o limitata nella libertà, tenendo conto di precetti come la distanza sociale e la necessità di operare spesso in remoto. Ogni progetto che si sta sperimentando nel territorio pugliese dovrà essere riletto in questo senso, e per condividere questo processo si è svolto, attraverso una delle piattaforme ormai note per confrontarsi via web, l’incontro tra lo stesso Garante e gli esperti volontari autorizzati all’ascolto dei detenuti nelle carceri Pugliesi.

L’incontro è servito a garantire un momento di aggiornamento e di confronto sull’andamento delle situazioni negli istituti pugliesi rispetto all’emergenza sanitaria in corso e alle situazione di tensione che vi sono state in alcuni di questi istituti nelle scorse settimane e per mettere a punto una strategia operativa, per riprendere i colloqui coi detenuti, anche in remoto, con video chiamate, concertate con le singole direzioni degli istituti di pena regionali.

Il Garante ha dato notizia che la diffusione del virus appare sotto controllo e che ogni Istituto ha impostato protocolli operativi e organizzato gli spazi per evitare qualunque situazione di rischio sulla diffusione del virus ed ha, inoltre, comunicato di essere costantemente in contatto con i direttori degli Istituti penitenziari e con il Provveditorato e, ove possibile, di aver incontrato direttamente i detenuti anche tenendo delle plenarie per registrare i bisogni degli stessi.

Il lavoro dell’Ufficio Garante delle persone sottoposte a limitazioni delle libertà personali, nel futuro immediato dovrà tendere a una riorganizzazione dei protocolli operativi e delle azioni sperimentali offerte, immaginando nuove modalità, anche a distanza, anche con l’ausilio di supporti informatici, e questo varrà sia per quei progetti di animazione sociale e culturale, di apprendimento on the job e di supporto alle relazioni familiari che si stanno promuovendo sia per le attività di mediazione cultura e di ascolto dei detenuti.

Sulle attività di ascolto il Garante sta concordando con le direzioni degli istituti penitenziari tutte le  modalità affinché queste avvengano in condizioni di sicurezza.

Il ricorso a  modalità differenti, legato alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria ai detenuti, serve ad assicurare la quotidianità dell’attività di ascolto, delle attività ricreative e di animazione necessarie ad alleviare la condizione di disagio amplificata dalle attuali limitazioni.

Ne è prova anche il fatto che, l’aver garantito misure alternative per i colloqui con i familiari, attraverso videochiamate, o l’offerta di un maggior numero di telefonate o l’ausilio dei tablet ha affievolito lo stato di sofferenza dei ristretti.

Non sarà semplice rassegnarci ad un cambiamento che della distanza sociale fa il suo cardine ma è l’unica possibilità che abbiamo per affrettare quel processo di ricostruzione del senso di comunità che ci ha sempre caratterizzato.


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Valentina D'Amuri

Laureata in Progettazione e Gestione Formativa nell'era digitale, consegue il Master di II livello in Studi Strategici e Sicurezza Internazionale in concomitanza con il Corso Normale di Stato Maggiore della Marina Militare. Instructional Designer, collabora alla produzione di diversi progetti in ambito civile e militare."Non chi comincia ma quel che persevera"

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