Sud in Movimento: “Lottiamo per la giustizia sociale”
Il contesto che stiamo vivendo impone a tutte le forze politiche, siano esse di respiro locale che nazionale, la creazione di un’ idea di società diversa e, nell’ottica di una visione differente, i dati a nostra disposizione possono essere di aiuto.
Come ogni anno l’agenzia OXFAM traccia, attraverso un dettagliato rapporto, la temperatura della “giustizia sociale” partendo da quello che è l’indicatore base: la distibuzione della ricchezza.
I numeri, dettagliati sia su base nazionale che su base globale, li lasciamo scoprire a chi avrà voglia di approfondire la questione, quello che a noi preme sottolineare è capire come la politica italiana stia affrontando la questione.
Sappiamo benissimo che da questa crisi l’economia reale uscirà con le ossa rotte, ma la cosa che ci preoccupa è che la crisi venga pagata, come fin’ora è sempre accaduto, dalla fascia più povera della popolazione.
Perchè, se è vero come è vero che l’ascensore sociale oramai è rotto da trent’anni, l’altro dato certo è che i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre di più e sempre più poveri che, tradotto, significa esiste un deficit di distribuzione di ricchezza.
Purtoppo, però, il dibattito politico da anni sembra incancrenirsi su aspetti secondari se non addirittura costruiti ad arte.
La ricetta che ci è stata propinata negli ultimi decenni è sempre la stessa con tagli ai servizi essenziali (qualcuno avrà pur svenduto la sanità) e a quelli di prospettiva (il trend dei tagli alle Università e alla ricerca sono impressionanti).
Crediamo sia giunto il momento quindi di ribaltare il paradigma. Chi ha di più deve contribuire in maniera maggiore alla ripresa dell’economia.
Nella politica c’è un bisogno disperato di prospettiva di discussione e, quando solo pochi giorni fa alcuni esponenti del PD si sono spinti ad immaginare una sorta di Covid tax, gli attacchi sono stati violentissimi, attacchi per altro giunti anche dal partito stesso.
Noi invece non abbiamo timore nel dire che questo è il momento di applicare una patrimoniale che riesca a riequilibrare, seppur in minima parte, il gap formatosi negli anni tra le varie fasce sociali della popolazione e che, come ampliamente dimostrato, in periodi di crisi tende ad allargarsi.
Ci sembra assurdo che non si sia ancora innescato un serio dibattito tra le forze politiche che dovrebbero rappresentare chi ha meno, correndo il rischio di lasciare ampi spazi alle forze populiste che, anche qui è la storia che parla, non faranno altro che scaricare le responsabilità sugli ultimi.
L’emergenza che stiamo vivendo deve essere presa come trampolino per una nuova fase politica delle forze progressiste: riuscire a ribaltare il paradigma di stampo marcatamente iperliberista e prevedere la lotta alla disuguaglianza sociale come stimolo dell’economia reale.
Riuscire a rendere concreto, e a “sistema”, un concetto che la Costituzione stessa stabilisce: l’uguaglianza sostanziale tra i cittadini.
Insomma, come qualcuno scrisse oramai il secolo scorso, bisogna “scegliersi la parte dietro la linea gotica” ed orientare il proprio operato politico nei confronti di chi ne ha più bisogno.