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Movimento Impresa a Grottaglie. Quando l’associazionismo diventa l’unica via per sopravvivere

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Fino a qualche mese fa nessuno avrebbe potuto immaginare l’entità della sciagura economica che ci sarebbe caduta addosso per effetto della emergenza sanitaria determinata dal coronavirus. Tutti i settori economici sono stati fortemente penalizzati e tra questi, il settore degli esercizi pubblici di ristorazione, bar e gelateria è sicuramente tra quelli più colpiti.
Mesi e mesi di chiusura forzata in cui si è dovuto comunque far fronte agli ingentissimi costi determinati dai canoni di locazione dei locali, dai canoni di gestione delle attività, dal costo del lavoro per i dipendenti, verso i quali i titolari dei pubblici esercizi si sono trovati nella impossibilità di garantire il posto di lavoro.
Certo, per questa emergenza nessuno a colpa, anche se in molte parti d’Italia la magistratura sta già indagando sui colpevoli ritardi con cui l’emergenza è stata gestita dai vari livelli istituzionali della politica.
Se poi a questa emergenza si aggiunge l’ottusità della politica locale, la situazione già di per sé  drammatica, rischia di precipitare in una irreversibile chiusura della maggior parte delle attività economiche.
Si badi che tali osservazioni non sono il frutto di terrorismo mediatico o vittimismo italico volto ad ottenere benefici e sgravi fiscali, la denuncia portata avanti dai titolari di pubblici esercizi in forma associata tramite il movimento spontaneo Movimento Impresa, è una denuncia che si palesa come l’ultimo grido di aiuto, con cui un intero settore economico cerca di sopravvivere alla attuale crisi.
A peggiorare la situazione, si è messa anche la politica locale, nella persona del Sindaco del Comune di Grottaglie che con la Ordinanza n° 71/2020 del 18/5/2020 ha previsto tutta una serie di restrizioni, tra cui l’obbligo di chiusura delle attività entro le ore 00:30.
La assurdità della vicenda è determinata dal fatto che tale restrizione non è stata prevista dai Sindaci dei comuni limitrofi a Grottaglie, con l’ovvia conseguenza che i clienti, per effetto dell’arrivo della stagione estiva che ha naturalmente posticipato l’orario della uscita serale, si stanno spostando direttamente fuori città per vivere qualche momento di svago, spensieratezza e convivialità, comportando un grave danno economico per i titolari di pubblici esercizi, che per effetto di queste limitazioni hanno visto scomparire completamente anche in flusso di clienti provenienti da fuori città.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: locali vuoti o semivuoti ed impossibilità per gli esercenti di far quadrare i conti.
Un dato tra tutti è indicativo della situazione in analisi ed a fornircelo è Loredana Ballo, titolare del ristorante Macchia Viva Bistrò, che per effetto dei protocolli di sicurezza in materia di distanziamento sociale, ha dovuto diminuire i coperti della propria attività dagli originari 70 agli attuali 25.
A creare scalpore è la assoluta illogicità delle misure adottate con la Ordinanza 71/2020 se solo si pensi che una volta garantito il distanziamento sociale all’interno dei pubblici esercizi, non si capisce per quale motivo, oltre a queste restrizioni costosissime per i titolari, si debba anche aggiungere una limitazione oraria che non è giustificata da alcun pericolo contingente e, soprattutto, non è idonea ad evitare alcun assembramento, già di per sè escluso dai protocolli di sicurezza di cui sopra.
Per tali motivi, nel pomeriggio di ieri 10/6/2020, lo Stato Maggiore di Movimento Impresa, nelle persone del Presidente Pasquale Deograndi e del Dirigente Gianni Del Mastro, è venuto a Grottaglie, coadiuvato dalla Coordinatrice Provinciale Anna Ballo, per manifestare solidarietà ai titolari dei pubblici esercizi grottagliesi, e soprattutto per definire una strategia di azione volta a superare questa allucinante situazione normativa, assolutamente unica nel suo genere su tutto il territorio nazionale.
Esclusa a priori una mediazione con la Amministrazione comunale in merito agli orari di chiusura, sulla base del principio che la libertà di impresa non è negoziabile, in assenza di motivi logici che ne giustifichino la compressione, nell’incontro di ieri, la dirigenza di Movimento Impresa ha deciso di dare avvio ad una campagna mediatica di sensibilizzazione della opinione pubblica sul “caso Grottaglie”, nella speranza di richiamare la attenzione e la solidarietà anche dei livelli istituzionali superiori, nella persona del Presidente della Regione Puglia e del Prefetto di Taranto, quale organo rappresentativo del Governo nazionale e garante della uniformità del diritto e del rispetto dei fondamentali diritti garantiti dalla nostra Costituzione.
A tal fine, Movimento Impresa chiederà un incontro al Prefetto di Taranto per chiedere l’immediato annullamento della Ordinanza sindacale 71/2020 e della successiva 82/2020, che ne ha prorogato la vigenza fino al 31/12/2020, nella parte in cui impongono irragionevoli limiti orari alla attività di impresa.
Se tali azioni dovessero risultare infruttuose, si valuterà se impugnare le ordinanze davanti al TAR per chiederne la sospensione in via cautelare, oppure passare direttamente alle vie di fatto, per far capire al Sindaco che il popolo inerme non è più disposto a sopportare i soprusi di una politica ottusa che sta mettendo in serio pericolo la stessa sopravvivenza di un intero settore economico di fondamentale importanza per la rinascita della nostra città, dal punto di vista turistico, economico e sociale.
Ora i singoli cittadini non sono più soli, ora i cittadini abbandonati, maltrattati, vessati e sanzionati dalla politica hanno capito che l’unico modo per sopravvivere è associarsi per fare fronte comune contro il sopruso e l’ingiustizia, ed è da queste premesse che ha preso vita Movimento Impresa, un movimento spontaneo che sta mettendo radici nel territorio e si sta strutturando in maniera complessa, per poter offrire alle sue migliaia di associati la più ampia gamma di servizi, aiuto e sostegno, per fare fronte alla emergenza del coronavirus, ma soprattutto per fronteggiare una classe politica ottusa e sorda rispetto ai bisogni dei cittadini ed al più basilare concetto buon senso.
Ettore Mirelli


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