Rientro a scuola tra mille incertezze
Il rientro a Settembre tutti in presenza, tenuto conto dello stato a livello nazionale, dell’edilizia scolastica, delle “classi pollaio” e della carenza di personale, non è non sarà decisamente possibile. L’ipotesi che gli enti locali trovino in tempi così brevi spazi idonei per compensare le necessità,l’assunzione sic et simpliciter ,proposta dalla Ministra Azzolina ,di schiere di insegnanti che dovrebbero spostarsi su più edifici scolastici appare quanto mai irrealizzabile, e l’idea dei famigerati divisori in plexiglass corredati di visiere, sembra essere stata per fortuna accantonata . Queste, solo alcune delle rocambolesche proposte della NOSTRA ministra e del suo staff che, per chi conosce i bisogni effettivi e vive la realtà scolastica nel quotidiano ha fatto e non poco, arricciare il naso ed accapponare la pelle. Partendo dal presupposto che non esiste una proposta univoca poiché ogni istituzione conosce le proprie esigenze e perché ogni territorio è a sé stante con utenze che fanno la differenza ,ogni istituzione scolastica dovrebbe trovare la soluzione calibrata alle proprie necessità salvo poi adeguarsi a delle indicazioni nazionali siglate dal MIUR. La Lega ha avanzato delle proposte più volte , e a più voci, proposte ignorate poi magicamente ricomparse sotto forma di proposte riformulate da alcuni esponenti della maggioranza. Senza voler entrare nel merito delle questioni e delle polemiche, quelle che seguono sono solo alcune delle ipotesi di rientro,auspicabili per una riapertura in sicurezza di prima fase.
– Una didattica mista, ovvero un’equa distribuzione delle ore curriculari in parte on line in parte in presenza, dando ove lo si ritenesse opportuno, priorità alle materie ad indirizzo o caratterizzanti o di laboratorio o a scelta , senza priorità alcuna , con pari opportunità a tutte le discipline con equa distribuzione oraria .
– Un’altra ipotesi potrebbe prevedere una turnazione con una flessibilità oraria tra mattina e pomeriggio , riducendo a metà la didattica in presenza ,creando gruppi classe di lavoro.
– Ancora, sportelli didattici di aiuto o di approfondimento o di recupero ( il sostegno di enti esterni potrebbe costituire una risorsa a cui i dirigenti scolastici potrebbero decidere di fare ricorso su specifica richiesta), o ancora sportelli in cui sia prevista didattica inclusiva non solo per alunni BES e DSA ma per tutti gli studenti a richiesta degli stessi interessati.
– Ingressi scaglionati per alunni provenienti dalla provincia per soddisfarne le esigenze e calibrare gli spazi a disposizione.
– Smartworking facoltativo per genitori con figli BES .
Insomma queste solo alcune delle idee della Lega , perché se non si semplifica , non si riapre . Ovviamente occorre, a fronte di una riapertura consolidata , rimodulare non solo gli spazi e i tempi ma anche e soprattutto le menti perché la scuola , è bene precisarlo, non è un “postificio” aperto a tutti.
In buona sostanza non basta riaprire senza una progettualità , ampia,vera,autentica e soprattutto condivisa con i soggetti che operano nella scuola, ma sarebbe auspicabile sin da adesso attuare un programma che tenga conto delle realtà contingenti. I tempi sono stretti e non è possibile che si giochi ancora una volta con la scuola trattandola come il fanalino di coda del Paese. Vale la pena di ricordare che senza contatto fisico non c’è scuola , senza le relazioni umane , senza educazione alla convivenza democratica non c’è educazione . La DaD , per quanto preziosa ed indispensabile ha costituito un “modo per andare avanti” in linea con la strategia del governo dell’”ANDRA’ TUTTO BENE , E’ TUTTO SOTTO CONTROLLO”mentre non è andato bene per niente, lo confermano i Dirigenti Scolastici, gli operatori del settore , i docenti , le famiglie che in primis sono state chiamate a risolvere mancanze di mezzi e strumenti, esclusioni e disuguaglianze , contesti di svantaggio sociale ed economico.
Noi diciamo che se si vuole veramente una scuola all’altezza di un Paese in ripresa ,sarebbe opportuno che la ministra Azzolina ed il suo staff pensasse e lavorasse ad una scuola con classi dimezzate ed organici pieni ,come avviene nel resto d’Europa. La scuola italiana necessita di un cambio di passo e non può più essere pensata come l’esclusivo percorso scolastico del singolo ,perché l’istruzione è un lavoro che possiede il sapore del team e, in quanto tale deve essere sperimentato ,programmato ,condiviso , calibrato ,predisposto e all’occorrenza se necessario modificato in base ai cambiamenti. L’azione didattica va sperimentata prima di essere applicata e oltre alla professionalità e alla vocazione tanto sbandierata ,ai docenti va riconosciuto il merito dell’ improvvisazione che nasce dalla esperienza e a cui spesso docenti ed educatori sono chiamati senza riconoscimento alcuno.
Per noi della Lega gli investimenti nella scuola non costituiscono una spesa ma un investimento perché investire sulla scuola equivale ad aumentarne le risorse basti pensare che in Italia non esiste differenziazione nella retribuzione ,non si dà valore al merito , non esiste possibilità di diversa progressione di carriera tra docenti . Questo è solo uno dei tanti aspetti che andrebbero approfonditi , c’è da chiedersi se davvero l’Italia è parte dell’Europa.
La Lega non si arrende e chiede al ministro dell’Istruzione che Scuola e Cultura siano messi al primo posto ,consapevoli che non si può pensare al rilancio del Paese senza investimenti reali e concreti .
Prof.ssa Antonella Messinese
Responsabile Provinciale Dipartimento Istruzione e Cultura
Lega per Salvini