“Taranto e le scelte di Trenitalia” intervento dell’on. Rosalba De Giorgi
Il comparto ferroviario del nostro Paese non è una semplice “piattaforma” su cui si muovono merci e persone. In un contesto economico in cui il principale obiettivo è aumentare la produttività, diventano passaggi ineludibili sia attirare investimenti sia favorire la crescita sul lungo periodo ed è per questo che un’infrastruttura come quella ferroviaria deve saper rispondere a precise esigenze ed adattarsi velocemente alle richieste di un’utenza che orienta le sue scelte in base alla competitività e alla qualità del prodotto offerto. Risposte ed adattamenti che, però, almeno per quanto concerne il territorio tarantino restano validi solo a livello teorico.
Nelle ultime settimane stiamo prendendo atto di una serie di iniziative con cui Trenitalia invita a viaggiare nel nostro Paese utilizzando i propri mezzi. E lo fa promuovendo collegamenti nuovi di zecca che promettono di raggiungere le più belle località turistiche nazionali comodamente e nel più breve tempo possibile. Peccato, però, che questi tanto decantati collegamenti non riguardino la città di Taranto, sempre più condannata ad un isolamento che proprio in questa stagione estiva toccherà livelli siderali. In ciò che sostengo non c’è alcuna esagerazione. Basterà controllare le partenze dalla stazione del capoluogo ionico per verificare in che situazione ci troviamo. Giusto per non farla troppo lunga, mi limito a prendere come esempio Roma. Ebbene se si vorrà arrivare nella Capitale non si potrà far conto su alcun treno diretto. Già, proprio così. A causa di lavori che per circa due mesi renderanno inagibile un tratto ferroviario compreso fra Potenza e Battipaglia, chi desidera giungere nella “città eterna” da Taranto dovrà armarsi di cristiana rassegnazione, prendere dei bus sostitutivi, arrivare a Salerno e da lì salire sul primo treno utile per Roma. Insomma… davvero niente male per una città che risulta essere al centro delle attenzioni del Governo e che, nonostante venga descritta come polo industriale strategico, non può nemmeno sperare di veder attivati voli di linea dal vicino Aeroporto “Marcello Arlotta”.
Ma lasciando da parte la “questione Aeroporto”, che presto sarà oggetto di una mia interrogazione parlamentare, in “ambito ferroviario”, per la verità, una piccola soluzione potrebbe arrivare dal Decreto Rilancio che con il suo articolo 208 prevede la realizzazione di una massiccia opera di potenziamento di alcune direttrici che mettono in collegamento città che possono vantare enormi ricchezze culturali, paesaggistiche, archeologiche e storiche. Elementi, questi appena elencati, indispensabili per affermare quella “Industria del turismo” non ancora radicatasi su tutto il territorio nazionale forse proprio perché non ha potuto contare fra i suoi punti di forza efficaci vie di comunicazione ferroviaria. Fra le città toccate da questa operazione “spicca” anche Taranto che, notoriamente collegata poco e male con il resto d’Italia, dovrà colmare le sue considerevoli carenze in materia di trasporto, soprattutto se si pensa che nel 2026 ospiterà i XX Giochi del Mediterraneo.
Come accennato, la possibilità di porre rimedio a queste lacune sembra esser fornita dal “Decreto Rilancio” con una serie di opere tecnologiche e strutturali. Come si legge nella relazione che accompagna il DL di cui si chiede la conversione in legge, sono in programma lavori che avranno come scopo quello di dotare alcune direttrici, fra cui la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, di treni più performanti, di assicurare prestazioni analoghe a quelle che si registrano su linee con caratteristiche di Alta velocità e di garantire interventi che dovrebbero consentire significativi recuperi dei tempi di percorrenza sulle tratte interessate. Sempre nella relazione, si legge che fra gli obiettivi vi è anche quello di “elevare la capacità dell’infrastruttura al fine di poter garantire un’offerta quantitativamente più alta”. Ma, pur essendo d’accordo con una simile finalità, non si può non evidenziare che sarebbe opportuno precisare la portata sin troppo generica del termine “potenziamento”, un’esigenza che mi ha indotto a formulare un emendamento che, ad integrazione del comma 3 dell’articolo 208, prevede almeno l’incremento della frequenza giornaliera dei collegamenti fra le città interessate dalle disposizioni in oggetto. Una proposta emendativa a cui faranno seguito altre iniziative con cui chiederò al Governo di sapere perché Taranto, una delle più grandi città del Meridione e destinataria di tante promesse, non può contare su una rete di trasporto (ferroviario ed aereo) degna di tal nome.