Donnola (ANAAO): nell’indifferenza totale della dirigenza Asl Ta crescono le criticità e ad ammucchiarsi letti e barelle inutilizzati
A distanza di un anno dallo stato di agitazione sindacale proclamato dalla maggioranza delle Organizzazioni Sindacali della Dirigenza si rialza la tensione con la Direzione dell’ASL di Taranto in particolare con il Sindacato ANAAO che si dimostra sempre più attivo nella difesa dei lavoratori e degli utenti.
Dopo l’emergenza COVID e tutte le criticità segnalate, invece di affrontare i cronici problemi che affliggono questa Azienda Sanitaria si continua ad andare avanti a proclami, spesso fuorvianti come quello sul trasferimento del DART per fare posto a un’associazione, come se le parole potessero sostituire i fatti. Questo mentre girano voci di stipendi da quindicimila euro mensili non si sa a fronte di quale attività nel periodo COVID.
Siamo stanchi di assistere alla distribuzione di cariche secondo quelle che sembrano essere logiche di “ringraziamento” a personaggi completamente allineati alle direttive della Direzione Generale in assenza di qualsiasi linea d’indirizzo e di programmazione o contro quello che sembra essere il buon senso comune.
Come definire il non aver nominato il responsabile della Struttura di Virologia, in piena emergenza COVID, ma l’aver cancellato tale struttura che avrebbe potuto essere deputata a una migliore organizzazione della lotta a questa e a future malattie virali? Un piacere a qualcuno? E chi ne paga le conseguenze? Nomine molte volte “provvisorie” in modo da aggirare i normali criteri di attribuzione o perché non sembrano avere i criteri previsti dalla legge?

Domande senza risposta dato che l’Amministrazione si sottrae a qualsiasi confronto. Durante vari confronti avuti con la Direzione Generale della ASL Taranto, abbiamo avuto modo di ascoltare, diverse volte, termini come organizzazione e legalità. A distanza di tempo, possiamo affermare che questi termini sembrano essere molte volte smentiti dai fatti. Non vogliamo sottolineare l’intera casistica che non rispetta la terminologia citata, ma qualche esempio di quanto affermiamo è doveroso farlo.
Mancano, spesso da anni, le nomine dei responsabili dei Dipartimenti, cosa che ostacola, di fatto, la possibilità di programmare attività riguardanti più settori. Quello a cui assistiamo è la creazione di strutture e attività che poco sembrano portare beneficio a un’ASL in profonda crisi come questa. Dopo aver respinto la richiesta del Direttore Generale di utilizzare soldi dei lavoratori, circa due milioni e duecentomila di euro con un aumento di quattrocentomila rispetto allo scorso anno, per pagare gli straordinari dei lavoratori stessi, cosa che comporterà, dopo il rifiuto della Direzione di fornire i dati relativi agli ultimi dieci anni di utilizzo di questi fondi, che non sembrano essere stati mai versati ai lavoratori come da contratto, continuiamo ad assistere alla mancata assegnazione degli incarichi previsti per legge. Cosa anche comprensibile, ma non sicuramente accettabile, nei confronti di uno, come il sottoscritto, che con la sua attività provoca qualche fastidio e che sembra pagare con limitazioni alla sua attività lavorativa, a sfavore poi dei pazienti, la sua attività sindacale, ma inspiegabile nei confronti degli altri se non pensando che sia tutto funzionale ad un incremento, oltre 400.000 euro in un anno, di fondi dopo il mancato utilizzato previsto per contratto. Cosa questa che sicuramente porterà alla richiesta alla Magistratura di accertare cosa stia succedendo.

È inutile illudersi, come già più volte detto, bisogna prendere atto che vi è un’emorragia in corso di personale che si somma alla difficoltà di trovarne altro. Taranto soffre sicuramente di un problema di attrattività. Non vogliamo esprimere giudizi o certezze ma sarebbe il caso, come già più volte chiesto in questi anni, di chiedersi il perché tanti Dirigenti Sanitari vadano via e come mai molti si rifiutano di venire a lavorare qui. E non utilizziamo sempre la solita scusa che sono di fuori e vogliono tornare a casa. Molti di quelli, per esempio, tra radiologi, ortopedici e fisiatri, che in questi ultimi mesi hanno preferito andare via, anche a costo di licenziarsi, o hanno rifiutato di venire a lavorare qui sono originari della Provincia di Taranto. Ci vuole molto coraggio per parlare e ancora di più per sedersi e ascoltare caro Direttore Rossi. L’ultima dichiarazione, via whatsApp che lascia stupiti è quella di un noto politico che, riprendendo dichiarazioni del Direttore Generale, di fatto dimostra di non conoscere la realtà. Dire, tra l’altro, che “si può discutere sull’utilità di un Centro che lavori con 5 pazienti alla settimana” è un insulto non solo alla Collega ma a tutti i medici.

Scordiamo di dire che due soli Radiologi hanno garantito tutte le prestazioni, TAC ecografie, RX etc e non solo mammografie a Grottaglie come già successo in altre sedi? O dobbiamo rivedere le puntate di Giletti? Scordiamo che quasi 15 radiologici, salvo smentita, si sono dimessi quest’anno e che abbiamo problemi a garantire le prestazioni e i turni? Scordiamo che il prossimo mese andranno via altri fisiatri e non si sa come gestire i turni nel reparto di Grottaglie o che l’attività chirurgica, già minimale per il numero di medici, sembra debba essere sospesa sino al 27 luglio per ferie dell’unico anestesista? O che ci siano reparti di Ortopedia con soli quattro medici? Scordiamo che questa ASL viene gestita con il contributo preponderante dello straordinario? Tutte cose di cui sarà interessata ancora una volta la magistratura dato che i politici, di tutte le aree, fanno finta di niente. E potremmo andare avanti all’infinito. La realtà è che non abbiamo più il personale per gestire tutti gli ospedali della Provincia.
A sentire i vertici Asl il caos nella organizzazione sanitaria, a partire dall’alta direzione, è minimale. Noi pensiamo il contrario, esempio è l’ingresso del “SS. Annunziata” ridotto a un deposito di barelle spesso rotte e proseguiremo nell’opera di confronto a difesa dei tanti operatori sanitari per il bene della nostra città, dei Colleghi che non possono parlare e, soprattutto, dei cittadini utenti.
Caso o volontà? Questa è l’unica cosa da chiedersi.
