Le Sardine sul caporalato: Quella incontrata a Lizzano non è più la politica delle parole
È quella delle persone che chiedono risposte e in mezzo a distese di ettari coltivati a vigna costruiscono una fetta importante del PIL agricolo nazionale. C’è l’azienda che ha saputo innovare e coltivare biodiversità (punta di eccellenza dell’agricoltura pugliese) ma ci sono anche le donne e gli immigrati che in questo periodo, in Puglia, sono impegnati nella campagna dell’acinellatura (pulizia dei grappoli d’ uva).
E qui è lo Stato a dover dare delle risposte, sul fronte soprattutto dell’incontro della domanda con l’offerta di lavoro. Se lo Stato rinuncia a certificare questo passaggio, e a renderlo trasparente – dice Lucia Lapenna della FLAI CGIL – ci sarà sempre chi ne approfitterà: intermediari, padroncini, caporali. Ci sono anche gli avvocati che difendono gli immigrati e le donne italiane nei processi contro i caporali. Lo sfruttamento non ha etnia o colore di pelle – dicono Stefania Pollicoro, Marco Del Vecchio e Claudio Petrone – e la filiera etica si costruisce anche abbattendo la convinzione che il problema sia tutto dei lavoratori.
Nella partita contro il lavoro nero e grigio a perderci siamo tutti: i lavoratori sfruttati, le aziende agricole oneste e legali, l’economia di un intero paese che perde entrate e riscossioni erariali. Mentre tutti parlano noi oggi siamo orecchie – ha detto Mattia Santori – e pensiamo che ascoltare sia il primo gradino della consapevolezza politica che abbiamo il dovere di riacquisire tutti. All’incontro con le sardine, svoltosi all’interno della corte di Tenuta Emera (azienda agricola di eccellenza diventata riferimento per ls filiera etica e un progetto di tutela e conservazione dei vitigni autoctoni), hanno partecipato anche la sindaca di Lizzano, Antonietta D’Oria e Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, la bracciante tarantina morta 5 anni fa nelle campagne di Andria mente era al servizio di un caporale.
La busta di mia moglie – dice Stefano Arcuri – riportava una paga giornaliera di poco più di 50 euro. Lei ne portava a casa appena 26. Le domande che dovremmo porci sono sempre le stesse. Quei soldi mancanti che fine facevano, quale sommerso finanziano. Bravi ragazzi fate viaggiare queste domande e pretendete risposte.
