CulturaPRIMO PIANOSpettacoloTeatro

A Carosino il 20 agosto va in scena la prima di “1939, una vita a Domino” un pièce teatrale di Alfredo Traversa

Condividi

Si legge nella locandina: ” Su quando Domenico si ritrovò suo malgrado sull’isola degli omosessuali in Puglia, lui esperto in allievi crudi, inesperto del saluto fascista. Eja!” un a performance teatrale di e con Alfredo Traversa che fa parte del cartellone estivo “Riparti…amo Carosino”dell’Amministrazione comunale della stessa Carosino che andrà in scena nei  Giardini del Castello D’Ayala Valva giovedì 20 agosto ore 21.

Ma veniamo alla  storia di Domenico di Bari, pescatore, ha il culmine nell’anno del 1939. Deportato per non aver fatto il saluto romano al podestà di Bari. Deportato ingiustamente in un’isola della Puglia voluta dal Duce dove si rinchiudono gli omosessuali italiani. San Domino nelle Isole Tremiti.

In quell’anno le vicende di Domenico si intrecciano con Aldo Moro che viene assunto all’Università di Bari, a Bàtman il fumetto americano che invaderà il mondo, a diversi personaggi baresi che accompagnano sin dall’infanzia il giovane Domenico.

Tutto ruota intorno al pesce crudo, specificatamente agli allievi, piccole seppioline crude che a Bari si mangiano da generazione in generazione in ogni occasione, il food di strada più famoso in Puglia.

È uno sguardo grottesco, drammatico, irridente, comico, storico e malinconico di un periodo italiano che sembra lontano ed invece si rivela come attuale e da rivisitare. La chiave è quella della narrazione. Con riferimenti a Lucio Dalla e Omero. All’interno pullulano personaggi realmente esistiti che vivono altre storie non note e personaggi di pura fantasia che interpretano la storia.

” Si tratta di un  atto unico della durata di un ora e 15minuti, –  ci dice Alfredo Traversa – non fa sconti ne ai politi né agli omosessuali né alla società di ieri ed oggi,   è dal 2016 che ci stavo lavorando per poi chiuderlo ad aprile 2020″

“E poi – aggiunge – quando mi occupo della mia terra cerco sempre qualcosa che abbia un respiro almeno nazionale e questa storia ha un respiro  internazionale”

Secondo te quel periodo, – gli chiedo – il ventennio, come è stato vissuto nella nostra Puglia, in particolare nella nostra terra jonica?

“Da noi è stato vissuto come nel resto d’Italia, in piena sintonia con i dettami del fascismo anzi alcune volte andando anche oltre e non poche rispetto ai numeri delle dissociazioni. Poi dovere fare un saluto con il braccio e non stringersi la mano, entrare anche in queste particolarità serve a comprendere molto di come fosse un periodo in cui tutto veniva illustrato e raccontato, da noi a Taranto molti anarchici  ( quelli che si rivedevano o nascevano sotto Mussolini) e gli anti italiani (quelli che non volevano essere educati ed istruiti secondo un modello) certo questo a livello antropologico non di politica, e secondo me di certo è stato l’unico periodo in cui si sia  creata l’immagine di una Nazione (tutti uguali, tutti inquadrati, tutti che dovevano fare le cose impartite dal partito), un po’ come il comunismo in Russia e Cina,  non è un caso che Mussolini sarebbe potuto diventare il capo del socialismo italiano, ma poi come ben sappiamo le cose andarono diversamente.”

 


Condividi

Redazione Oraquadra

La redazione.

Lascia un commento