ANAAO-Assomed Taranto: Siamo stanchi di essere presi in giro. Ora basta!
A questo punto vorremmo sapere, noi Sindacati parlanti, i circa 14000 firmatari della petizione promossa dall’Associazione Delfini e Neonati e per ultimi, ma non ultimi, tutti i cittadini della Provincia Jonica, una cosa sola: a che gioco stiamo giocando?
In assenza di qualsiasi dichiarazione del Sindaco di Taranto, sul problema UTIN in particolare e sulla sanità tarantina in generale, e l’atteggiamento molto soft di altre istituzioni, prosegue quello che è un vero e proprio dramma. Per le mamme e i neonati che sono stati trasferiti e per quei pazienti che potrebbero doverlo essere in futuro. Il giorno 12 in seguito all’incontro con il Governatore Regionale era stata prospettata un’azione congiunta di Assessorato Regionale alla Sanità e ASL per riaprire l’Utin di Taranto entro il mese di agosto. Struttura peraltro obbligatoria per legge. Considerato quanto è successo in seguito, qualcuno potrebbe dire, come papa Pio XI, che “A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”.
Tra i soliti proclami di innovazioni mirabolanti dal “nuovo piano di comunicazione dell’ASL” ai “220 studenti in medicina che chiedono di venire a Taranto” in una sede che sarà completata nel giro di un anno, mentre tre aule saranno disponibili a fine settembre, allo “spostamento della Guardia Medica presso il PS del SS. Annunziata per potenziarlo”, una notizia interessante viene data il 19 da un quotidiano online, Lo Jonio, anche se non riportata neanche nella rassegna stampa dell’ASL: “Bando per neonatologi intensivisti per l’UTIN di Taranto”. A questo punto bisogna citare anche Totò: “non abbiamo l’anello al naso, noi”.
A parte le considerazioni su come a un’ASL servano 7 giorni per bandire un avviso pubblico, ci si può chiedere come mai non abbiano bandito anche un concorso pubblico, considerata la carenza di neonatologi e pediatri. Comunque consci che le modalità di comunicazione dell’ASL non cambiano abbiamo letto la delibera. E qui la sorpresa. L’avviso pubblico parla di un incarico per 12 mesi non rinnovabile. Chi pensano possa accettare simili condizioni in assenza di un concorso? Avrebbero potuto bandire il concorso e utilizzare le domande per assegnare gli incarichi ma hanno preferito, ancora una vola, giocare con le parole. A cosa serve un avviso a cui sicuramente non parteciperà nessuno? A dire: avete visto? Abbiamo fatto l’avviso ma non ci sono neonatologi? Mi dispiace non è così che si gestisce la salute dei cittadini.
Qualcuno si è chiesto perché nessuno si è preoccupato del graduale peggioramento della situazione negli ultimi tre anni. Forse la risposta la dobbiamo cercare in questo bando? L’UTIN doveva chiudere, ed era solo questione di tempo indifferentemente dalle malattie gravi dei Colleghi, e deve rimanere chiuso? E subito dopo la Pediatria? E cosa dire dell’oncologia pediatrica retta da borsisti? E’ tanto difficile fare un concorso e assumerli? Non bisogna neanche cercarli, dato che sono qui. Caro Governatore Le chiediamo solo una cosa: Lei è d’accordo con questo tipo di gestione non della sanità ma della salute dei suoi corregionali? O la provincia Jonica non ha nessun diritto? Questo mentre l’ASL fa una convenzione con un medico militare, non pediatra, per coprire turni presso la Pediatria di Taranto mentre altri, pediatri veri, si occupano di reparti chiusi dal Piano di Riordino Regionale e i colleghi dell’UTIN fanno turni di 18 ore al giorno. Parlando del nuovo metodo di comunicazione dell’ASL balza all’occhio la notizia dei 220 studenti a Taranto. Peccato che la selezione non sia stata ancora fatta e non sappiamo quanti, veramente, verranno a studiare a Taranto. Ora, se non sbaglio non superano i 5. Senza considerare le tre aule disponibili, forse da fine settembre, in un cantiere aperto che dovrebbe durare un anno. Se tutto va bene.
Ultima notizia, ma non meno importante, lo spostamento della Guardia Medica presso il P.S. dell’Ospedale “SS. Annunziata”. Ma la Direzione dell’ASL si rende conto di cosa parla e come funziona un servizio che è principalmente domiciliare? A parte il fatto che funziona solo la notte e, di giorno, nel fine settimana, qualcuno si è posto le problematiche medico-legali inerenti l’attività di medici convenzionati all’interno di una struttura ospedaliera? Il triage chi lo fa? E cosa succede se, mentre visita un paziente, viene richiesta una prestazione domiciliare? Questo senza tener conto che i convenzionati non possono richiedere esami di laboratorio o radiologici. E, dopo, non avendo la qualifica di pubblici ufficiali e non potendo accedere al sistema Regionale di Refertazione Edotto, chi referterà gli incidenti stradali e quelli sul lavoro? Ma non scordiamo una cosa importantissima: l’assicurazione di questi medici coprirà eventuali errori commessi nell’esercizio di funzioni che non sono riportate nel loro contratto? Tutto ciò senza tenere presente l’assenza di dipendenza gerarchica dovuta al fatto che non sono ospedalieri. Sempre senza menzionare il problema parcheggio per gli utenti. Questo mentre rischiamo di perdere decine di medici del PS, già in grave sofferenza d’organico, perché tutti i medici privi di specializzazione che da anni, alcuni anche 8, lavorano in Pronto Soccorso non sono stati ammessi al nuovo concorso. Anche se sappiamo tutti, che i posti rimarranno scoperti. Forse sarebbe il caso, caro Direttore, di dare dignità e un futuro certo anche a queste persone che hanno permesso, con il loro sacrificio, di permettere il funzionamento dei PS.
Per chiudere ribadisco quello già detto durante i vari incontri: si accettino tutte le offerte. Anche quelle che sembrano essere arrivate da Roma. Si bandisca il concorso e lo si utilizzi per assumere, nelle more dell’esecuzione, i pediatri e i neonatologi che ci servono. A settembre, dopo quello che potrebbe essere definito un atto scandaloso, come il bando di un avviso pubblico fatto in modo che nessuno sia invogliato a venire a lavorare qui, non accetteremo scuse. Se non trovano neonatologi e pediatri, i politici si assumano le loro responsabilità e concentrino su Taranto tutti gli specialisti disponibili. Sempre che il disegno finale non sia quello di chiudere l’ASL di Taranto.

Consigliere nazionale