ANAAO: La lunga attesa. Così si potrebbe definire la storia della sanità tarantina degli ultimi 20 anni
L’attesa di una nuova efficiente ASL, dalla fusione delle due precedenti. L’apertura del nuovo “San Cataldo”, che forse vedremo solo nel filmato fatto con il computer dall’ASL (primo della serie il “Mulino Bianco”). La riapertura di quello di Grottaglie, la “trasformazione” di quello di Mottola o di Massafra. Il Polo Oncologico, già trasferito, unico in Puglia, sotto le ali della sanità barese, che avrebbe dovuto permettere ai malati oncologici di curarsi a casa propria. La grande attesa di un’ASL moderna, che ci permettesse di curarci nella nostra città e ponesse un termine all’odissea dei viaggi della speranza. La fine degli spot modello “Mulino Bianco”. Oggi forse bisogna svegliarsi e decidere cosa fare.

La realtà è ben diversa ed è sotto gli occhi di tutti. Un CUP telefonico aperto solo sino alle 15. Ma è per il bene dei cittadini. Una radiologia del Moscati chiusa nel fine settimana. Ma è per il bene degli utenti. Scarsità di personale con un’emorragia che non sembra aver fine. Quella che sembra una disorganizzazione organizzata. La mamma trasferita perché l’UTIN è aperta, ma solo nella fantasia di chi lo affermava. La lunga attesa. I primi che aspettavamo sono i NAS. Sono arrivati. Per loro, come per i sanitari, niente ferie estive. Purtroppo hanno visitato solo il P.S. dell’Ospedale “SS. Annunziata”. Non abbiamo la possibilità, sempre che l’avv. Rossi non decida di renderlo pubblico per smentire le mie affermazioni, di sapere esattamente cosa hanno contestato. Possiamo solo immaginarlo.

Locali in ristrutturazione da mesi con un reparto di osservazione breve al capo opposto del piano come anticamera della Nefrologia. Privacy? Possibilità di diffusione di eventuale contagio? Slalom fra le decine di barelle “parcheggiate” in bella vista? Non sono problemi di chi dovrebbe dirigere questa ASL e questo ospedale. Postazioni del triage strette, prive di qualsivoglia strumento di protezione, con alle spalle, vicini vicini per farsi compagnia, i pazienti in barella. Controllati a vista da chi arriva per essere sottoposto a triage. Pazienti barellati e non, spesso seduti per terra, anche nel corridoio di accesso alle sale. Per ore. Altro che distanza minima prevista per la gestione dell’emergenza COVID. A cosa servono le linee incollate al pavimento? Pulizia? Sanificazione impossibile per il numero di pazienti. Ragnatele, polvere, mozziconi di sigaretta e incrostazioni di sporcizia. Comunque è tutta colpa dei pazienti così come i cavi elettrici che pendono dai soffitti. Anche qui i soliti escrementi di piccione, e i sacchi di rifiuti accantonati. Vigilantes che dividono il loro spazio con bombole di ossigeno e cavi elettrici sul pavimento del PS. Sicuramente il Direttore Medico di Presidio, dott.ssa Maria Leone, nell’ambito dei suoi doveri di sorveglianza, avrà notato che non sembra esistere un deposito per il pulito distinto da quello dello sporco e che i contenitori dei rifiuti speciali sono accantonati in prossimità dell’accesso ai pazienti e agli accompagnatori. Delle barelle niente da dire. Funzionanti e rotte gettate un poco da per tutto. Sembrano anche un pochino sporche. Ma forse è perché i pazienti sono troppo fissati con la pulizia. Stendiamo un velo pietoso sulla presenza dei protocolli e delle linee guida di competenza del Risk Management diretto dal dott. Marcello Chironi. Speriamo che i NAS li abbiano richiesti. Dubitiamo che li abbiano trovati.

Non sappiamo se abbiano controllato anche i turni di servizio dei medici che sono in , si fa per dire, grave carenza di numero. Noi li abbiamo richiesti il giorno 1 gennaio di quest’anno. Non li abbiamo ancora ricevuti. Procederemo legalmente. A questo punto vedremo se la Direzione Generale pubblicherà il verbale dei NAS per capire se siamo sempre noi a mentire o, se nonostante tutte le cose denunciate in questi anni, nessuno ha mai preso provvedimenti o ha provveduto a controllare l’operato di chi, pur essendo pagato per un certo tipo di attività, era troppo impegnato in altro. La lunga attesa. Ora aspettiamo non solo che i NAS continuino la loro attività ispettiva nei reparti del “SS. Annunziata” ma che vengano accompagnati anche dagli ispettori dei Vigili del Fuoco. Noi siamo curiosi. E’ vero che il “SS. Annunziata” non è in regola per le norme antincendio? È vero che i letti dei pazienti non passano dai vani delle porte rendendo impossibile, di fatto, una celere evacuazione dei reparti in caso di problemi? E’ vero che il numero delle macchine parcheggiate sino alla scalinata d’ingresso dell’Ospedale, considerato che ora la sbarra sembra sempre aperta, impedirebbe l’arrivo delle autopompe? Molti sono gli interrogativi. Tanti da scrivere un libro.
E noi rimaniamo in attesa. In attesa delle ispezioni. In attesa di un eventuale intervento della magistratura. In attesa di una sanità con la esse maiuscola. In attesa di poter lavorare come professionisti e non con turni da schiavi e stipendi ridicoli. E, riguardo questo, rimaniamo in attesa di sapere se è normale pagare lo straordinario dei sanitari con soldi che avrebbero dovuto essere versati agli stessi in base al contratto. Noi facciamo straordinari pagati con i nostri soldi? Quello che molto probabilmente non vedremo mai, ma che è una cosa comune nei paesi civilizzati, sono le dimissioni dei responsabili. O possiamo sperare che il Governatore Regionale, stanco di provare vergogna alla vista dell’Ospedale “SS. Annunziata”, che sembra quello di Bisceglie, e chiedersi come faccia il personale a lavorare in questa struttura, si decida finalmente a far chiarezza e pulizia? La lunga attesa …