STORIE – “Rosa Raguso e Salvatore Lacava. Un rapporto rinnovato ogni giorno in 50 anni di matrimonio” di Anna Rita Palmisani
“L’amore non vive di parole, né può essere spiegato a parole”, diceva madre Teresa di Calcutta. E come si fa a spiegare a parole un matrimonio che dura da 50 anni. Mezzo secolo d’amore, tanto raro ai nostri tempi.
Il 16 settembre del 1970, all’età di 26 anni, Rosa Raguso e Salvatore Lacava, convolavano a nozze nella chiesa rupestre della Madonna di Mutata, a Grottaglie. Un matrimonio dal quale sono nati tre figli: Margherita, Mimmo e Carla. E tre nipoti: Federico, Viola e Stefano.
Qual è la ricetta per vivere insieme per 50anni?
“Comprensione, affetto e … sopportazione – ci dice Rosa -. Perché non tutto è pacifico. Le incomprensioni ci possono essere, ma quando c’è amore e rispetto si può superare tutto. Soprattutto quando si rispettano reciprocamente gli spazi e i tempi dell’altro”.
Una coppia che sin dagli inizi ha trovato il suo equilibrio tra impegni comuni e non, e in una suddivisione dei compiti fatta con naturalezza.
Lei, madre e casalinga, in alcuni periodi della sua vita, ha lavorato nella scuola per contribuire al budget della famiglia. Lui, “uomo di casa” sin da ragazzo, quando da figlio maggiore dopo la morte del padre cominciò ad occuparsi della madre e dei fratelli, ha sempre lavorato. Da prima alla Pirelli, in Lombardia per un anno e mezzo, poi nell’allora Italsider per 33 anni.
“Ho potuto svolgere il mio lavoro tranquillamente – ci dice Salvatore – perché mia moglie è sempre stata una donna indipendente che si è occupata della gestione dei figli mentre ero al lavoro. Molti miei colleghi, ricordo, dovevano prendere ore o giorni di ferie per impegni familiari. Io ho avuto la fortuna di poter contare su di lei, in una divisione dei compiti che per noi è stato naturale vivere. La vita di coppia è fatta di collaborazione e rispetto”.
Iscritto al sindacato sin dagli anni ’60, Lacava ha lottato contro le “gabbie salariali” tra le fila della Uil e per non eliminare la “scala mobile” passando alla Cgil agli inizi degli anni ’80. Dopo la pensione è diventato dirigente dello Spi Cgil di Grottaglie, riorganizzandone i servizi da segretario. Sempre attivo politicamente (sin di tempi del Partito di Unità Proletaria – PDUP) e nel mondo dell’associazionismo sportivo è stato presidente della cooperativa Stella Rossa – per la costruzione di 18 appartamenti per i soci della cooperativa (operai, impiegati, insegnanti, artigiani, ecc) nella zona 167 nord di Grottaglie – ed anche presidente della società di pallacanestro Sant’Elia.
Insomma, un uomo in perenne movimento ed una donna che ha precorso i tempi con la sua indipendenza, che hanno trovato il giusto equilibrio e la perfetta alchimia in un matrimonio che li ha portati al bellissimo traguardo delle “Nozze d’oro”.
Anna Rita Palmisani