APERTAMENTE – Grazie patrunu Michè… di Cosimo Lombardi
Così è.
Ha vinto Michele Emiliano; ha vinto con ampio margine.
Alla formazione di quel margine certamente ha contribuito il calcolo.
Il calcolo di chi, evidentemente ignorante, voleva frenare l’onda di Giorgia Meloni, ignorando
che Battisti, il nostro Lucio Battisti insegnava “…come può uno scoglio arginare il mare
…” o fare il dispettuccio al loro amico di sempre, a chi li aveva portati solo qualche anno fa alla
pubblica ribalta, strappandoli al grigio anonimato.
Il voto disgiunto ha tolto qualche punto percentuale a Fitto ma non vogliamo processare nessuno, concedendo loro il beneficio della incapacità, “perdona loro perché non sanno quello
che fanno”.
Altra quota percentuale che ha contribuito al bis di Emiliano è stata causata dall’estrema disinvoltura
con la quale ha gestito i cinque anni di presidenza.
A postazioni inverse, con qualcun altro al potere e lui in Procura, molte sarebbero state le inchieste e ripetute le richieste di misura cautelare.
Si è recato spesso il nostro “patrunu Michele” al foro boario.
Lo ha fatto quando ha avuto bisogno di un presidente all’AQP; lo ha fatto quando ha attratto a sè il Commissario Arpal, tal Massimo Cassano in De Gennaro; lo ha fatto quando ha avuto bisogno di un virologo per i pugliesi usandolo come il proprio medico di famiglia; lo ha fatto per sterilizzare il suo avversario di 5 anni fa, solo per citare i più noti, omettendo il numerosissimo gregge di nuovi acquisti.
E non è proselitismo.
E’ proprio compravendita, attività che non perdoniamo ed additiamo al pubblico disprezzo.
Ma non potevano mancare i manovali.
Facendo rivoltare nella tomba Giuseppe Di Vittorio, ha assunto a chiamata diretta i figli di … nipoti di … figliocci di … e lo ha fatto, come nel dopoguerra, nella pubblica piazza, anzi in un
pubblico teatro, dove sono stati costretti (ma per un posto di lavoro lucrato, si può fare) a sfilare sul palco, schiena curva, cappello in mano, a firmare l’agognato contratto a tempo indeterminato, facendo venire l’acquolina in bocca a migliaia di poveri disoccupati che sognano di entrare nelle simpatie del padrone e poter dire, magari tra qualche anno: Grazie Patrunu Michè…
Anche questi, i manovali, li perdoniamo perché hanno agito in stato di necessità.
Cosimo Lombardi