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«Con il Dpcm 25 ottobre 2020 restrizioni ingiuste e dannose»

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Casartigiani presenta le sue proposte per sostenere le imprese
Alla luce dell’ultimo Dpcm sale il malcontento tra le categorie più colpite. Casartigiani Taranto, in rappresentanza delle imprese associate del settore alimentare ( Pasticcerie, Rosticcerie, Pub, Enoteche, Pizzerie, Commercio tramite sistemi automatizzati, Ristorazione), non ritiene giuste le ulteriori restrizioni varate dal Governo.
«Le nostre imprese sono sicure perché hanno sempre rispettato le prescrizione per accogliere i clienti e lavorare in assoluta sicurezza. – riferisce il segretario interprovinciale Stefano Castronuovo – Non è tollerabile penalizzare questi settori e non intervenire in altri contesti come nel trasporto pubblico locale, ritenuto pericoloso e incontrollabile luogo di assembramento».
Come già espresso negli scorsi giorni Casartigiani è dell’idea che le misure messe in atto da governo, regioni, sindaci siano «dannose». Tuttavia, l’associazione degli artigiani dichiara fin da ora che non sarà presente con i propri associati alla manifestazione in programma per giovedì 29 ottobre.
«Siamo abituati ad affrontare i problemi diversamente. – prosegue Castronuovo – Il diritto di sciopero é sacrosanto ma la sterile manifestazione senza nessuna richiesta crediamo sia inutile. Preferiamo lavorare ad un pacchetto di proposte finalizzate a sostenere le imprese e a scongiurare il rischio chiusura (certo in caso di mancato supporto) per una parte rilevante delle imprese della Provincia di Taranto».
Secondo un’analisi di Casartigiani, sono 3180 le imprese settore della ristorazione (registro imprese aggiornato al 30/06/2020) con un numero di personale dipendente pari a 11130.  Le imprese iscritte invece all’albo artigiani sono 469 e 1172 dipendenti complessivi.
«È a loro che bisogna dare risposte concrete. Dall’inizio dell’emergenza epidemiologica abbiamo sempre lavorato duramente mettendo al primo posto gli interessi degli artigiani», aggiunge.
«In un periodo così complicato servirebbe una voce unica e rappresentativa delle richieste dell’imprenditoria locale. Si faccia squadra per la sopravvivenza delle nostre aziende. – segue Ivano Mignogna, componente del direttivo di Casartigiani Taranto – Il malessere tra i commercianti sta crescendo. Manifestare non aiuterà a superare questa emergenza. È inutile chiedere di riaprire le attività mentre il numero dei contagi continua a crescere. È utile trovare una soluzione in sicurezza  sulla riapertura ma contemporaneamente impiegare forza ed energia per studiare, insieme alle associazioni di categoria, soluzioni mirate a beneficio delle aziende».
Casartigiani, in un documento inoltrato al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ai sindaci dei comuni della provincia di Taranto e ai deputati pugliesi, ha quindi avanzato una serie di misure a vantaggio delle imprese. Nel dettaglio:
  • modifica al DPCM consentendo alle attività alimentari tipicamente serali l’apertura fino alle 24:00 con consumazione obbligatoria solo ai tavoli all’esterno con concessione del suolo pubblico gratuito. Per le attività in cui non è possibile la somministrazione all’esterno direttamente in prossimità del locale, la concessione di suolo pubblico in prossimità del locale. Applicazione di sanzioni maggiorate per chi non rispetta i protocolli di sicurezza;
  • rateizzazione delle scadenze di tasse locali e nazionali e dei contributi;
  • innalzamento del tetto massimo dei prestiti garantiti al 100% a 50.000€ per impresa e superare il limite del 25% del fatturato;
  • istituzione di un contributo a fondo perduto, che consenta alle imprese di coprire tutte le spese fisse, collegato al fatturato 2019;
  • accelerazione nei  pagamenti della cassa integrazione;
  • sospensione fino al 31/03/2021 dei servizi Gas-Elettricità e Acqua per imprese e famiglie dei settori interessati;
  • rifinanziamento da parte della Regione del bando microprestito con l’ampliamento di alcune categorie non contemplate dal bando;
  • indennizzo per le attività al cui interno si riscontrano casi di Covid per garantire un reddito minimo per i giorni effettivi di non lavoro;
  • costituzione di un tavolo di concertazione per la semplificazione dell’apertura di nuove imprese e coworking.
Attenzione a parte meritano invece le attività di commercio alimenti tramite sistemi automatizzati.
«Riscontriamo che il settore commercio per mezzo di distributori automatici (Ateco 47.99.20) è interessata da diversi provvedimenti restrittivi (ordinanze sindacali di chiusura). Restrizioni, a nostro giudizio ingiuste, – fa sapere il segretario Castronuovo – in quanto si tratta di attività che rientrano tra quelle ritenute essenziali per la tipologia di prodotti venduti, ad esclusione delle bevande alcoliche la cui vendita può essere vietata.
Inoltre, il rischio di contagio all’interno degli H24 è bassissimo dal momento che, a differenza delle attività di commercio alimenti ordinaria, non è prevista la presenza di personale dipendente. Sottolineammo infine, che tali attività sono escluse dai bandi, dunque allo stato attuale sono svantaggiate rispetto ad altre categorie. Per tali ragioni, chiediamo alle amministrazioni comunali un confronto per superare il problema».

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Redazione Oraquadra

La redazione.

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