Cronaca

L’Ospedale di Varese in prima linea contro il Covid – La zona rossa nella zona rossa

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di Stefania Romito

“Per ora riusciamo a gestire la situazione grazie allo straordinario impegno del personale medico e infermieristico”, dichiara il prof. Luca Cabrini direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione neurochirurgica e generale dell’ospedale di Varese, sottolineando la difficoltà nel riuscire a fronteggiare questo nuovo picco di contagi. A differenza della prima ondata pandemica, che ha visto marginalmente colpito il territorio del varesotto, in questa seconda emergenza Covid l’Ospedale di Varese si è trovato al centro del ciclone diventando il nosocomio con più malati di Covid in Italia. Soltanto qualche giorno fa abbiamo raggiunto il picco di 640 ricoveri, più del doppio rispetto ai mesi di marzo e aprile. Per questo è stato necessario coinvolgere altri presidi tra cui Luino, Angera, Tradate e Cuasso al Monte. Questa situazione sta richiedendo un notevole impegno da parte dei medici e degli infermieri a fronte di un’apertura giornaliera di 30 posti letto. Attualmente sono attivi 49 posti letto di terapia intensiva Covid, che comprendono i 7 attivati dal personale di Varese in Fiera a Milano, diretti dal prof. Severgnini. A questi si aggiungono gli 8 letti di terapia intensiva “no Covid” che continuano ad essere operativi a Varese.

L’Ospedale di Varese sta concentrando ogni sforzo per preservare gli screening di prevenzione e i programmi di screening oncologico, inclusi gli interventi chirurgici oncologici a partire da quelli non procrastinabili, ed è inoltre uno dei pochi ospedali in Lombardia a restare operativo anche per altre emergenze come ictus, traumi, emorragie cerebrali. “Bisogna insistere sulla prevenzione, anche perché una terapia realmente efficace contro il Covid 19 non è ancora stata trovata” dichiara il prof. Luca Cabrini. “Tutti gli antivirali provati nella prima fase non hanno sortito l’effetto sperato. Ad oggi l’unico farmaco in grado di ridurre la fase infiammatoria nelle forme più avanzate è il cortisone. Il virus ha una prima fase di incubazione di circa 4 giorni, alla quale segue una fase di sintomi molto simili all’influenza (mal di testa, tosse, dolori muscolari) che dura circa 5 giorni. Alcuni soggetti sviluppano in seguito una risposta infiammatoria molto violenta che può causare danni ai polmoni e agli altri organi. La medicina attualmente può solo ridurre gli effetti negativi del virus, dando tempo all’organismo di guarire spontaneamente”.

L’importanza della prevenzione è ribadita anche dal dott. Giulio Minoja, già Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Varese il quale, nella prima fase di emergenza Covid, è rientrato in Ospedale dopo essere andato da poco in pensione. “Ora sono in panchina, ma sono pronto ad un eventuale rientro nonostante i miei quasi 67 anni e il fatto che questa volta il virus è molto più presente tra gli operatori, medici ed infermieri, rispetto a marzo e aprile. La prevenzione è fondamentale. Non ci stancheremo mai di ribadire l’uso della mascherina, il distanziamento sociale, il lavaggio delle mani e l’aerazione degli ambienti” sottolinea il dott. Minoja aggiungendo come si deve comportare una persona che crede di essere stata contagiata. “Per prima cosa bisogna contattare il medico di medicina generale o la guardia medica, le uniche figure in grado di attivare l’ATS (Agenzia per la tutela della salute) che mette in moto i meccanismi di inchiesta epidemiologia e l’esecuzione del tampone per la conferma. Lo stesso medico di medicina generale può attivare le USCA (Unità Speciale di Continuità Assistenziale), le equipe che si recano presso i domicili dei pazienti con maggiori difficoltà per consentire un monitoraggio della funzione respiratoria e una modalità avanzata di assistenza domiciliare. In caso di sintomi più gravi, come difficoltà respiratoria, forte affaticamento, squilibri della pressione arteriosa e della coscienza, bisogna chiamare subito il 112”.


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Stefania Romito

Stefania Romito è giornalista pubblicista e scrittrice.

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