Musica

Dal 27 novembre “Zerosettanta volume uno” chiude la trilogia di Renato Zero

Condividi

Roma. «Sono stato abituato a vivere il Natale con la ritualità essenziale, con la magia che possa trasmettere e con il silenzio che si festeggia: ho sposato questa tradizione, mi mancherebbe la messa di mezzanotte e ringrazio il Padreterno di avermi offerto tutte le opportunità; oggi non c’è bisogno del cenone sfarzoso e dobbiamo mettere in tavola la nostra sensibilità».

Parole sante pronunciate da Renato Zero in chiave pandemica durante l’incontro a distanza per la presentazione dell’album “volume uno”, in uscita venerdì 27 novembre, che chiude la trilogia di “Zerosettanta”.

Il fil rouge che lega le nuove canzoni è ancora una volta l’amore.

«In buona sostanza c’è amore in tutte le tracce, per la musica, per il pubblico – ha riflettuto l’artista – C’è sempre odore di tenerezza e di passione, parametri stretti dell’amore, e persino nella paura c’è amore, nel figlio che esce di casa: tutto si può coniugare attraverso l’amore ed è difficile comunicare se esso manca. La musica è come un salvagente provvidenziale, consente di raggiungere un approdo sicuro e duraturo: il mio regalo è quest’ultima finestra, dove affacciarsi nei momenti difficili».

Renato Zero non ha intenzione di concludere il viaggio lungo tre mesi con le 40 canzoni inedite da lui intrapreso.

«Quando ho messo insieme i brani, dovevo mettere ordine a certi accostamenti, che fornissero quella scaletta che rallegrava – ha accennato – La bontà del progetto è nella cancellazione di questo mostro per riempire una solitudine indotta: stiamo tutti puntando la nostra attenzione su questo problema, e non è da poco».

Un pensiero il cantautore lo ha avuto per la scomparsa di Diego Armando Maradona.

«Ho tutt’ora un dialogo su Maradona e sullo sport con Gianni Minà – ha confidato – Pur non avendolo mai conosciuto e come se fosse mio cugino per i racconti che mi ha sempre fatto e me lo ha fatto amare anche se lui non ha mai accettato un Maradona sulle righe e fa una sorta di ammenda sul suo privato. Io ho perso Gigi Proietti e tutti piangono la scomparsa di un grande: me lo trovavo sempre davanti nelle trattorie e la sua barzelletta era il peccato di gola».

Renato Zero sta vivendo, come tutti, questo periodo di pandemia.

«Questo distacco dalla normalità ci penalizza tutti, ma ci rifaremo, almeno questo è l’auspicio e mi auguro che si riprenda a vivere – ha precisato – Per fortuna non mi sento solo, ho il conforto di avere una famiglia numerosa, ho un figlio con due nipoti straordinari che colmano quelle distanze tra la professione e gli spazi affettivi. Mi manca l’incontro del pre-covid, quella password che ti apre al mondo, che ti fa sentire padrone della strada, di conversare, di utilizzare il tavolo di una trattoria per fare amicizia, per raccontarsi».

In questo terzo ed ultimo capitolo, intimo, immediato e sincero come quelli che l’hanno preceduto, si snodano 13 nuovi brani e ancora una volta si ritrovano e si consolidano le collaborazioni che hanno arricchito tutti e tre i lavori.

«Ecco dunque la mia ultima produzione, il terzo di tre album: perfetti, per festeggiare le mie stagioni con grande soddisfazione – ha osservato – Quaranta brani, rappresentativi di un trascorso che qui vuole ribadire lo sforzo e l’attenzione verso quella coerenza che mi ha sempre contraddistinto. Il filo del discorso sono questi miei rumorosi 70 anni, riflessioni e bilanci, tracce del mio passaggio».

Ad aprire questo capitolo discografico è il brano “Amara melodia”.

«Faccio fatica ad immaginare che la musica non debba avere un futuro e una responsabilità nella gestione cautelativa debba dipendere da chi gestisce questi messaggi – ha confessato – Per fortuna io ho guadagnato quella indipendenza lavorativa per fare sempre meglio e con la libertà di scrivere: un osservatore pensante e parlante, si, un raccoglitore di anime, con un costante rispetto ed innamoramento verso la melodia».

Renato Zero non ha in progetto concerti per il prossimo anno.

«Mi Attengo alle regole e lo farò quando mi verranno date delle garanzie – ha concluso – Continuo comunque a lavorare non solo sul palco o nella sala di registrazione, ma anche in un bar, all’aperto, in un taxi, perché prendo spunto da tutto quello che vivo. Io guardo avanti, anche se il mio futuro si è andato via via assottigliando, non incidendo però sul mio entusiasmo e sulla mia creatività».


Condividi

Franco Gigante

Il giornalista Franco Gigante, di Castellaneta, iscritto all'albo professionale dell'ordine nazionale dei giornalisti, ha cominciato a scrivere di calcio a metà anni sessanta per i settimanali regionali Il Gazzettino e NuovoSud, e di musica sui periodici nazionali Ciao2001 e NuovoSound. Come inviato musicale ha seguito per anni il Festival di Sanremo. «Nel 1982 ero inviato per il Corriere del Giorno e fui chiamato sul palco in rappresentanza dei quotidiani regionali, insieme a Sandro Mayer per i settimanali e a Mario Fegiz per i quotidiani nazionali: controfirmammo la busta con il nome del vincitore indicato da Giucas Casella che fu aperta alla nostra presenza nella serata finale: c’era il nome di Riccardo Fogli, vincitore di quell’anno con la canzone “Storie di tutti i giorni”». Ha seguito quasi tutte le edizioni di Un Disco per l’Estate a Saint Vincent, Gondola d’Oro a Venezia e Vela d’Oro a Riva del Garda. «Sul palco del Saint Vincent Estate 1978 presi parte a un gioco musicale in coppia con Fred Bongusto e trasmesso per la prima volta a colori dalla Rai; fra gli altri artisti di quella edizione c’erano anche Mia Martini, Patty Pravo, Franco Califano, Renato Zero, Tozzi, i Pooh, Oxa e Venditti». È inviato musicale dell'agenzia nazionale di stampa Italpress, è critico musicale per i quotidiani regionali Corriere Adriatico di Ancona, Il Centro di Pescara, Giornale di Sicilia, e collabora con Nuovo Quotidiano di Puglia e Buonasera Taranto. Nella sua carriera ha scritto anche sui quotidiani Corriere Mercantile di Genova, Il Giornale di Reggio, Nuovo Molise, La Gazzetta del Popolo, La Provincia di Como, Il Giornale di Calabria, La Voce di Reggio, Calabria Ora e La Gazzetta dello Sport. È stato direttore del periodico Contatto, dell’emittente televisiva RTM e di Radio 94 Taranto. Come ufficio stampa ha curato la comunicazione del Centenario della Nascita di Rodolfo Valentino, Carnevale di Putignano, CantaGargano, Ercole d'Oro, Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile, Fondazione Rodolfo Valentino, Sagra da Farnedd e dei Sapori di Puglia, Premio Internazionale Rodolfo Valentino Economia Finanza Comunicazione e Ricerca, Valentino d'Argento, Mandarino d'Oro, Premio Internazionale Città di Valentino, Concorso Internazionale Musicale Crisalide, Concorso Internazionale d'Esecuzione Pianistica Città di Valentino, Comunità L’Incontro, Carnevale di Castellaneta, Miss e Mister Bellezza Jonica, Miss Castellaneta Marina; Enti e privati cui presta, o ha prestato, il lavoro di addetto alla comunicazione sono i Comuni di Castellaneta e di Palagiano, C.I.A. Area Due Mari Taranto e Brindisi, Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme, GAL Luoghi del Mito e delle Gravine, Comunità Montana della Murgia Tarantina, Diocesi di Castellaneta, Discoteca Nafoura di Castellaneta, Discoteca DNA di Ginosa Marina, Caffè del Cavaliere di Matera, Colombata Famosa 1867 di Massafra, Jonica Eventi, Greenergy, Lega Navale Castellaneta. Ai primi anni settanta ha iniziato la carriera di dee-jay a Saint Vincent (Aosta), per proseguirla successivamente al Blu Moon di Marina di Ginosa e al Bi.Blu.Ar. di Martina Franca. A metà anni settanta ha dato vita a Radio Gieffe Castellaneta insieme ad altri appassionati di musica. «Era una delle prime radio ‘libere’ italiane della Puglia che condivisi con alcuni imprenditori per la parte economica e con molti giovani promettenti dee-jay; la radio dava voce ai cittadini con programmi di dediche e aveva anche strisce specifiche di vari generi musicali». In ambito sportivo è stato dirigente del Milan Club Castellaneta e della squadra del Castellaneta Calcio, insignito del Premio CONI 2000 e dei premi benemerenza FIGC 1992 e 2003. «Entrambe le Stelle al merito sportivo mi furono consegnate a Roma, nel 1992 dal presidente Antonio Matarrese e nel 2003 dal presidente Franco Carraro: in entrambe le occasioni l’emozione fu tantissima». Ha promosso e organizzato il Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile per quasi vent’anni insieme ad altri sportivi. Ha prestato servizio di capo stazione nelle Ferrovie dello Stato Italiane a Bari Centrale, San Basilio Mottola e a Castellaneta Campagna.

Lascia un commento