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Ospedale San Marco. Gli infermieri denunciano: non è stata raccontata la verità

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Dopo la visita ispettiva di venerdì scorso da parte del Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia Renato Perrini e la diretta di Oraquadro.com andata in onda in data odierna, sono arrivate alcune segnalazioni da parte del personale infermieristico secondo cui non è stata raccontata la verità alla popolazione in merito alla situazione sanitaria dell’Ospedale San Marco di Grottaglie.

Le principali lamentele riguardano: 1) la mancata sanificazione degli ambienti promiscui tra covid e non covid, con particolare riferimento all’unico ascensore disponibile nella struttura, sopratutto relativamente al trasporto di alimenti, attrezzature, indumenti e dispositivi di protezione personale; 2) Mancanza di stanze a pressione negativa per la degenza dei pazienti isolate dal corridoio del reparto; 3) il trasporto nottetempo nelle scorse settimane di pazienti covid in un momento in cui il San Marco non era ancora struttura covid.

Con l’intenzione di dare voce a tutti e senza voler difendere nessuno, con riferimento al punto uno, si riferisce che tale situazione è stata contestata anche dalla Anaao, ossia il sindacato dei medici ospedalieri, non riguardo alla mancata sanificazione, quanto alla inidoneità dei mezzi utilizzati per tale sanificazione.

Con riferimento al punto due si da atto che si tratta di una pressurizzazione negativa fatta all’acqua di rose, in quanto non siamo in presenza di ambienti isolati ma di stanze di degenza a cui è stata applicata una ventola elettrica con aspirazione verso l’esterno, con porte di separazione tra stanza e corridoio a cui sono stati cambiati i vetri per garantire un maggiore isolamento, ma a cui è stata lasciata aperta una griglia di areazione al centro del pannello inferiore. Ad onor del vero però queste stanze, pur non isolate perfettamente, sono comunque presenti all’interno dei reparti covid isolati dall’esterno per il tramite di zone filtro areate dove gli operatori sanitari si vestono e si svestono in totale sicurezza.

Nella diretta odierna di Oraquadra, abbiamo intervistato il Dott Francesco Paolo Semeraro, Responsabile della Struttura Complessa dell’Ospedale SS Annunziata di Taranto, che ci ha descritto le modalità di vestizione e svestizione, nonché le singole accortezze tecniche previste dal protocollo per garantire la sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti, affermando infine che il pieno rispetto del protocollo di sicurezza garantisce a tutti una percentuale di sicurezza pari al 100%.

Il Dott Francesco Paolo Semeraro era presente oggi nella struttura del San Marco per supervisionare le operazioni di trasferimento dei pazienti positivi al covid dopo aver fatto uno screening degli stessi in base al quadro clinico.

Da quanto dichiarato dal Dott Semeraro è possibile affermare che la direzione Asl abbia suddiviso la cura della patologia covid in tre diverse categorie: 1) acuti con quadro clinico complesso da destinare all’Ospedale Moscati; 2) Acuti con quadro clinico di media intensità da destinare alle strutture territoriali di Grottaglie e Manduria; 3) Post Acuti da tenere in osservazione da destinare all’Ospedale post covid di Mottola.

Con riferimento al denunciato trasporto di pazienti covid nottetempo, si precisa che nella ispezione su indicata avvenuta nella mattinata di venerdì scorso abbiamo assistito al trasporto di due pazienti covid nella struttura di Grottaglie malgrado la stessa non fosse ufficialmente struttura covid ed ospitasse ancora tre pazienti comuni.

Su questo punto la dirigenza medica ha affermato che essendo scoppiato nel San Marco un focolaio epidemiologico ed essendo la struttura di fatto divenuta struttura covid anzitempo per fatti concludenti, ed essendo stati presi prima del tempo tutti i necessari accorgimenti tecnici per garantire l’isolamento degli spazi covid, l’ASL ha cominciato a trasferire pazienti covid dall’Ospedale Moscati per liberare posti letto in questa struttura e consentire il ricovero di nuovi pazienti con un quadro clinico più complesso rispetto ai pazienti positivi trasportati a Grottaglie.

Tale decisione risulterebbe giustificata dalla necessità di fare fronte alla emergenza sanitaria e alla elevata richiesta di prestazioni d’urgenza che nelle settimane scorse ha interessato l’Ospedale Moscati, dove stante la situazione di grave difficoltà, risulterebbe che pazienti covid siano stati ricoverati anche per due – tre giorni persino nelle tende esterne originariamente destinate al triage di ingresso.

In conclusione, chi scrive è convinto che non sussistono molti dubbi in merito alla adeguatezza degli standard di sicurezza garantiti attualmente nell’Ospedale San Marco, se di dubbi si vuole parlare, questi riguardano le modalità con cui ha avuto inizio il contagio all’interno della struttura.

Come scritto in un precedente articolo, risultano due versioni in merito alla comparsa del paziente zero: 1) stampa e sindacati parlano di un paziente ricoverato al San Marco con tampone negativo, poi risultato positivo al covid al momento di effettuazione del secondo tampone; 2) fonti interne al San Marco riferiscono invece di un infermiere positivo asintomatico che girando tra i vari reparti è stato vettore inconsapevole del virus.

Impostata in questi termini la questione ci sarà da capire, come detto dal Dirigente sindacale Anaao, se i tamponi sono stati svolti correttamente, quanto meno con riferimento a questo presunto paziente zero poi deceduto, propendendo per la tesi n° 1, oppure se l’infermiere positivo asintomatico abbia correttamente usato i dispositivi di protezione personale, nel caso in cui dovesse accertarsi la sussistenza della tesi n° 2.

Allo stato però una cosa è certa: la Direzione sanitaria dell’Ospedale San Marco ha fatto il possibile per mettere in sicurezza la struttura, malgrado le scelte strategiche della Direzione Generale Asl che a prima vista risultano molto opinabili.

La attivazione di strutture centralizzate per il covid e il post covid sarebbe stata più ragionevole rispetto alla accoglienza diffusa prevista dall’ASL di Taranto nelle varie strutture di Grottaglie, Martina Franca e Manduria, ma forse ad incidere sulla decisione è stata la cronica carenza di personale medico da impiegare in corsia, personale che in questo modo è stato impiegato nella emergenza covid, lasciando però largamente inevase le richieste di assistenza sanitaria ordinaria non covid.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda.


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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