APERTAMENTE di Pina Colitta. “Essere medici, dalla fiction alla realtà”
Mi sono venute in mente le parole del medico, quello vero, a cui si è ispirata la fiction “DOC, Nelle Tue Mani”:
“Fare il medico, per me, significa ascoltare le persone, parlare con loro e prendermi cura di loro. E il valore aggiunto sarà l’essere stato davvero dall’altra parte della barricata, l’aver vissuto da paziente e da disabile”.
Sicuramente, la fiction, ci presenta un’immagine ben lontana da quella di una sanità che, invece nella realtà è solitudine ed indifferenza. Una sanità che è in affanno perché non garantisce salubrità e serenità anche agli stessi operatori, medici ed infermieri, i quali, a volte, devono sopportare l’insopportabile. La nostra è una realtà contraddittoria che non ammette sempre un “lieto fine”. Non sempre vince il merito. Non sempre i pazienti sono persone, storie, affetti. Nella realtà spesso prevalgono altre ragioni, politiche e burocratiche, a cui medici e infermieri sono costretti a sottostare, a subire mandando a benedire quel loro sentire vocazionale che dovrebbe essere il credo del loro lavoro.
La realtà è altro…
È fatta di medici, di infermieri che si trovano a combattere ogni giorno contro le carenze di un sistema sempre più compromesso; un sistema in cui basta un nulla per trasformare medici e infermieri da eroi a bersaglio di quel negazionismo che è l’espressione di una insofferenza e di un disagio sociale sempre più evidente.
Ebbene sì, fa bene vedere ogni tanto una fiction per capire ciò che non è ciò che dovrebbe essere, per cogliere anche ciò che, in realtà, esiste in tanti medici ed infermieri, la dedizione, la passione, lo spirito di sacrificio. Tante, tantissime persone nella nostra sanità portano avanti ogni giorno il loro lavoro come una missione. Ecco perché questa riflessione, perché ascoltare una persona, un’amica che fa questo lavoro, aiuta a comprendere, aiuta a non puntare il dito. Se una fiction tale è, nella sua irrealtà, almeno ci aiuta a comprendere ciò che, invece deve esistere in un ospedale, in un poliambulatorio.
NON OGGI.
Il monologo di DOC Nelle Tue Mani
“Tutti i libri che abbiamo letto, tutto lo studio, la pratica, la teoria, è servito tutto a guardarla in faccia e a dirle non oggi. Non importa quanto siano disperate le condizioni di un paziente. Non oggi. Non importa se neanche i pazienti ci credono più. Non oggi. Qualcuno di noi cederà, altri reggeranno bene alla pressione ma non importa. Noi oggi dobbiamo aiutarci. Qualunque cosa si debba fare, qualunque sia la vita che aspetterà i pazienti da oggi in poi, voi dovete ricordarvi sempre perché siamo qui. Per metterci in mezzo tra i pazienti e la stronza. (la morte) Questo è essere medici”.