APERTAMENTE di Saverio Fanigliulo. “A luci spente”
Giunse l’autunno ancora caldo e luminoso, le foglie della vite si tinsero di giallo e caddero numerose senza più vita. Sin da bambino, ricordo, svaniva pian piano la tristezza per il sopraggiungere della stagione invernale, lunga e fredda, pensando con una rinnovata felicità alla bellezza del Natale. Ieri…
Oggi, la festa imminente presagisce sventure, solitudine e la paura di contrarre il male. In campagna mi soffermo a guardare i mandorli che sono ormai spogli e indifesi, in attesa del calore primaverile che possa rigenerarli e farli rigermogliare a nuova vita. Esco fuori per accompagnare altre persone, per condividere e superare questo pensiero struggente…
Quei pochi che incontro sono lontani, immersi nella loro solitudine vissuta da attori protagonisti soltanto al supermercato. Non c’è più nessun incontro empatico, persino a scuola, dietro le parole, le mascherine e gli schermi, si rivelano i tratti dello sgomento e della paura. Osservo mio figlio, i giovani, i miei alunni, chiusi, i loro silenzi e la loro lotta quotidiana, la ricerca del senso da dare alla loro vita…
E allora penso, quegli alberi spogli aspettano la Primavera per dare germogli e frutti meravigliosi.