APERTAMENTE di Saverio Fanigliulo – “Buon Natale agli insegnanti che educano e formano i nostri bambini e i nostri ragazzi”
“Caro Saverio, sono sincera nell’affermare che mi sono commossa durante la lettura attenta del tuo scritto sull’insegnante. Mi sono sentita emotivamente coinvolta perché è proprio così! Mi sono immedesimata nella tua descrizione e mi sono identificata in quell’insegnante così attento soprattutto ai bisogni dei più “deboli”. Bravo, complimenti per la tua sensibilità dalla quale nasce tutta la stima che ho per te. Un caro saluto, Rosaria”
L’INSEGNANTE
Il nostro lavoro è quello di saper osservare, ascoltare, educare e formare cittadini proiettati nel futuro, etici, competenti. Il nostro mestiere non ammette distrazioni, superficialità e disinteresse, perché in ogni momento si è circondati da energia viva, sguardi attenti ai particolari, emozioni intense, singolarità diversificate e irripetibili, di un valore inestimabile. Il nostro sguardo profondamente umano cerca tutti gli alunni, nessuno escluso. Si posa su quel ragazzo della terza fila, che richiama la nostra attenzione perché diverso dal solito, triste, estraneo. Sappiamo in cuor nostro che la nostra guerra sarà vinta solo quando avremo garantito a tutti fiducia nella vita e successo scolastico, in specie al più piccolo, al più fragile, all’ultimo dei nostri allievi.
Non riusciamo a trovare un attimo per riposare la nostra testa, il pensiero dei nostri alunni, uno per uno, si è insinuato ormai nella nostra mente e insistentemente cerchiamo e cerchiamo nuovi metodi, nuove strategie, altri contenuti, nuovi materiali per coinvolgerli tutti, specialmente Christian che spesso si assenta e a casa nessuno gli prepara la colazione e i vestiti caldi e stirati.
Li aspettiamo ogni mattina con un sorriso che accoglie e dà serenità, ci sentiamo umilmente gratificati quando la nostra lezione è piaciuta, li ha coinvolti tutti, anche quello che l’altro
giorno sembrava non esistere, con la testa poggiata sul banco.
Qualcuno ci ha visti all’opera, si è accorto che con noi gli alunni stanno bene a scuola, vivono in pieno benessere sociale e culturale, allora anche loro s’interrogano, cercano e cercano nuove strategie, metodi innovativi, contenuti e materiali più vicini ai ragazzi, si lasciano contaminare da questa comunità così operosa e accogliente ed essi stessi contaminano altri e si sentono più vivi, più motivati, e il nostro lavoro diventa così il più bello del mondo, anche se siamo poveri.