PRIMO PIANOSanità

UNA BELLA STORIA DI NATALE: GLI ANGELI DEL 118

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Questo giorno di festa in cui si celebra la nascita di Gesù Cristo Redentore, simbolo di rinascita interiore, in questo giorno in cui la luce sconfigge le tenebre e dal buio del giorno più breve dell’anno piano piano la durata del giorno ricomincia ad aumentare, lo voglio celebrare con una storia laica di luce, rinascita e redenzione.

Ci troviamo a Lizzano, una donna di 63 è impegnata nelle solite attività quotidiane quando a una tratto sente un forte dolore al petto, le forze che scemano rapidamente e perde i sensi.

Arriva una chiamata al 118 e da Fragagnano parte immediatamente una unità composta da autista, infermiere e soccorritore. Arrivano in tempi brevissimi presso l’indirizzo segnalato e trovano la donna di 63 anni in arresto cardiaco. La donna sta morendo e la situazione è molto critica, ma il soccorritore e l’infermere senza perdere neanche un secondo iniziano le attività di rianimazione e combattono senza sosta per oltre un’ora e mezza. Dalla loro parte hanno protocolli da seguire, hanno l’esperienza maturata dopo anni di formazione e pratica e soprattutto hanno la ferma volontà di non cedere di un passo di fronte alla ineluttabilità che Madre Natura vuole imporre in questa situazione di sospensione tra la vita e la morte dove è il destino a pretendere di avere l’ultima parola come è naturale e normale che sia, come avviene sempre in questi casi, sempre ma non oggi, perchè a cambiare il corso degli eventi questa volta ci sono tre volontari che sanno fare bene il proprio lavoro e non si fermeranno un attimo prima di aver tentato l’impossibile pur di salvare questa vita fragile sospesa tra le loro mani.

Arriva in loro aiuto una seconda unità partita da Grottaglie composta da autista, infermiere, soccorritore e medico e si unisce alla operazioni di rianimazione e assistenza.

Grazie alla professionalità e alla collaborazione di tutti questa volta l’uomo ha vinto la sua battaglia sulla natura, questa volta la morte dovrà scegliere un’altra destinazione, questa volta la donna di 63 anni è stata salvata ed oggi sta festeggiando il miracolo del santo natale insieme alla propria famiglia.

I nomi di questi eroi laici della contemporaneità sono Vito Lorusso, Mariagrazia Sardiello e Marilena Letizia quale equipaggio della prima unità intervenuta sul posto rispettivamente nei ruoli di autista, infermiera e soccorritrice, mentre il nome del medico della seconda unità partita da Grottaglie è Ciro Valente.

A queste donne e a questi uomini va il nostro più sentito ringraziamento per la vita che hanno salvato.

Qualcuno cinicamente potrà osservare che hanno fatto solo il proprio lavoro, e da un certo punto di vista è vero anche questo, nel senso che queste persone nell’attimo fatale del bisogno si sono dimostrate coerenti con la scelta fatta di operare nel 118, nonché alla altezza dei compito loro assegnato, ma quello che la gente cinica deve sapere è che questa gente non opera nel 118 per mero lavoro ma in virtù di una scelta di vita fatta di altruismo e sacrificio che nulla ha a che fare con l’interesse economico, per quanto legittimo, al percepimento di una retribuzione.

Le persone di cui stiamo parlando sono infatti VOLONTARI, ossia uomini e donne che svolgono il servizio notturno e diurno in modo assolutamente gratuito, fatta eccezione per un modestissimo rimborso giornaliero, mentre i mezzi e la strumentazione è di proprietà delle varie associazioni filantropiche sparse sul territorio.

Quanto detto è importante da ricordare perchè al giorno d’oggi tutto il peso della sanità d’urgenza è stato trasferito sulle spalle di questo personale e di queste associazioni che in modo pressoché gratuito rientrano a pieno titolo nell’ambito del terzo settore, ossia il volontariato, attualmente minato dalla legge sul terzo settore entrata in vigore lo scorso agosto che riducendo drasticamente l’entità anche dei rimborsi spese giornalieri, rischia di rendere insostenibile il servizio, comportando oneri economici a carico dei volontari, che oltre a prestare la propria attività in modo gratuito rischierebbero di rimetterci anche di tasca propria per far fronte alle piccole spese correlate alla attività medesima. Cosa questa assolutamente inaccettabile.

Capiamo quindi che cosa è il 118 e come funziona.

Composto come detto sopra da mezzi e personale messi a disposizione dalle cooperative sociali composte in larga parte da volontari e solo in misura molto ridotta da personale dipendente, il 118 è una struttura variegata a coordinamento centralizzato.

Gli equipaggi del 118 sono di quattro tipi, diversamente denominati per esigenza di rapidità nella comunicazione di gestione delle emergenze. Abbiamo l’unità Victor composta da autista e soccorritore; l’unità India composta da autista, soccorritore e infermiere; l’unità Mike composta da autista, soccorritore, infermiere e medico; ed infine abbiamo l’auto medica composta da autista, infermiere e medico.

Dal 1 dicembre è attiva la postazione del 118 a Fragagnano composta da una ambulanza e da 5 unità che con diversa turnazione coprono il servizio H 24.

Purtroppo, in questo periodo di emergenza sanitaria il carico di lavoro gravante sulle unità del 118 è aumentato esponenzialmente a causa della mancata partenza nella provincia di Taranto delle USCAR ( Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale) dovuta alle solite inefficienze della gestione sanitaria propagandistica regionale targata Michele Emiliano.

Altro fattore di stress del sistema del 118 è causato dalla mancanza di visite domiciliari da parte dei medici di famiglia, che ha causato un ricorso più frequente e spesso inopportuno al servizio di 118.

Si segnala inoltre che il collasso del sistema sanitario nei momenti di più alta intensità della emergenza sanitaria ha determinato la impossibilità per il personale del 118 di ricoverare in tempi rapidi i pazienti trasportati in ospedale, con la conseguenza di avere il mezzo bloccato in fila anche per periodo di tempo di 12-15 ore, con consequenziale rischio di non avere unità disponibili in caso di emergenza.

Per quanto riguarda le norme di comportamento da adottare da parte della utenza per usufruire del 118 è importante ricordare che il servizio di 118 non è un servizio taxi per essere trasportati in ospedale, non è una via preferenziale per il ricovero in ospedale che rimane sempre e comunque regolato dal codice di arrivo in base alla gravità del caso clinico trattato e soprattutto è necessario ricorre al 118 solo in presenza di uno stato di alterazione delle funzioni vitali tale da rendere necessario un intervento specialistico di urgenza presso il luogo in cui ci si trova.

Rivolgiamo infine, con un certo imbarazzo, un invito alla cittadinanza resosi necessario in base ad alcune condotte segnalateci: non dovete ostacolare il transito delle unità del 118 con lampeggiante e sirena attivata per chiedere all’autista dove è diretto e per quale motivo.

Ci sono stati segnalati infatti molti casi in cui i cittadini hanno rivolto queste domande al personale del 118 impegnato in un intervento di soccorso per cercare di capire se tale personale stesse intervenendo per un caso covid e per sapere dove stesse intervenendo.

Capiamo che l’emergenza sanitaria ha generato una nevrosi di massa ma dobbiamo capire che non è possibile ostacolare il lavoro di questo personale d’urgenza e soprattutto dobbiamo capire che il servizi del 118 non viene attivato solo per il soccorso di casi COVID, bensì per la totalità delle diverse tipologie di intervento sanitario che le necessità della vita quotidiana richiedono, per cui evitiamo di fare domande stupide e inopportune in momenti così delicati della vita della comunità, ogni minuto perso in una attività d’urgenza può fare la differenza tra la vita e la morta, esattamente come nel caso raccontato in questa storia che ha trovato un lieto fine grazie alla tempestività dell’intervento posto in essere dalla unità di Fragagnano.

Tanto viene richiesto dal personale del 118 e tanto faremo per una questione di civiltà e grande riconoscenza nei confronti di queste donne e di questi uomini, che qui in terra rappresentano spesso la nostra salvezza, meritando a buon diritto la definizione di Angeli Custodi.

Questa è la mia storia di Natale, una storia bella e concreta, costruita mattone su mattone con parole di verità, la cui essenza diventa Vita grazie all’opera di queste persone straordinarie.

Diciamo grazie a tutti loro augurandoci per loro e per noi che quello che stiamo vivendo sia un felice e sereno Natale senza emergenze e senza tragedie, pur nella luminosa consapevolezza di poter contare su professionisti pronti a gestire ogni emergenza.

Grazie ancora.


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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