APERTAMENTE di Lilli D’Amicis “La storia dell’albero da piantare o meno”
È la storia di una legge non scritta che vige laddove gli uomini vivono, agiscono e prosperano in una dimensione strana, quasi surreale e quindi accettano questo dictat non scritto quasi passivamente e guai a infrangerla perché un qualcosa di subliminale la rende agli occhi di molti utile e sconcertatamente “necessaria”.
La legge non scritta è questa: “L’albero non voglio piantarlo io, ma nemmeno tu lo devi piantare!”
Quindi partirò da questo assunto che definirlo di natura provinciale e gretta è dire poco. Da queste pagine di una testata regolarmente iscritta in Tribunale, qual è questo giornale, diretto dalla sottoscritta ed edito da SocialMedia Aps, fatta di persone libere, ognuna nel suo credo ideologico che non è unitario ma variegato, dove non vige il pensiero unico, ma solo la voglia di offrire informazione libera, diffondere Cultura con la C maiuscola, essere vicino a chi non ha la forza della parola, vicino a chi non ha i mezzi intellettuali per fronteggiare le ingiustizie, i soprusi e quant’altro renda il quotidiano insopportabile. Tutto questo non è facile da sostenere e sviluppare di fronte a una degenerazione morale, etica inesistente e una cattiveria in crescendo negli animi. Su questa pagina quindi vi racconto uno storia, chiedendo scusa per la lunghezza ma è necessaria.
Giorni fa lanciai un’idea definita da moltissima gente, brillante e fuori dall’ordinario, leggi qui, il tutto dettato dal fatto che in un comunicato del Comitato festeggiamenti Festa patronale di San Ciro veniva annunciato che causa emergenza sanitaria quest’anno i festeggiamenti dedicati alla devozione di San Ciro, avrebbero avuto una veste molto minimalista, niente festa civile ma solo programmazione liturgica, niente Pira o focra, niente processioni e fuochi di artificio. Quindi mi sono detta, data la delicatezza e l’emergenza sanitaria del momento, perché non pensare ad organizzare un qualcosa di particolare, tra l’altro già fatto in altri posti della nostra bella Italia? Ovvero: prendere un piccolo aereo, farci salire a bordo un ministro di Dio o prete (come dir si voglia), con in mano l’ostensorio in cui sono custodite le reliquie del Santo Medico, Eremita e Martire, a bordo anche un operatore di ripresa, onde consentire a tutti grottagliesi vicini e lontani di vedere in diretta live, quello che accade all’interno dell’abitacolo del piccolo aereo, ovvero il prelato benedicente mentre sorvola il caro “paesello” molto devoto a questo Santo e che quest’anno non potrà venerarlo come da tradizione centenaria con la lunga e partecipata processione che si snoda per le vie portando a spalla il simulacro/statua di San Ciro.
Grande entusiasmo in chi in questa proposta ha saputo leggere l’essenza della vera devozione e cogliere la bellezza e il misticismo di una benedizione che arriva dall’alto, dal Cielo a cui ogni giorno chiediamo protezione, chi di noi almeno una volta al giorno non volge lo sguardo al cielo e chiede aiuto e misericordia? Specialmente in questo orrendo anno trascorso. Palese ed entusiasta è stata l’accoglienza di moltissima gente a questa idea, e molti si sono subito resi disponibili a contribuire alla irrisoria spesa di 600€ necessari per far volare l’aereo, il cui pilota offriva gratuitamente il suo impegno professionale.
Apriti cielo!
Per la lesa maestà al Comitato festeggiamenti e al suo presidente: “Come si è permessa costei a lanciare una simile idea, noi siamo l’ufficialità, noi dobbiamo decidere, noi dobbiamo gestire il tutto” e da qui è partita l’azione ostruzionistica e demolitrice dell’idea. Qualcuno che conta mi ha detto in faccia che questa idea l’avrei dovuta far lanciare a una persona influente, potente e benvoluta, perché la sottoscritta, com’è noto, non è amata da chi lei non lecca con la schiena piegata a 90°, non è amata da chi odia che si racconti con oggettività ciò che accade, poi se lo fa da giornalista “peggio mi sento!”, gli insulti e epiteti ormai non si contano più. Ovviamente questo modo di fare giornalismo libero è una rarità di questi tempi, considerato che va per la maggiore il pensiero unico il cosiddetto Mainstream.
Naturalmente io l’idea l’ho portata avanti, ho coinvolto molta gente inviando loro il link dell’articolo, unanimi i consensi, anche dalla Curia tarantina mi è giunto un messaggio non ufficiale ma incoraggiante:
“A me pare una bella idea .. lo hanno fatto in altre zone d’Italia nel periodo del lockdown”.
Invece a Grottaglie si sono messe in moto le truppe cammellate dell’acredine, dell’insulto e “cè vole quera?”.
Ma l’idea essendo una bella idea e se vogliamo “sponsorizzata” da buona parte di quel popolo libero, hanno cercato di sfilarmela (detto tra noi, purché venisse fatta mi sarei tirata fuori, come da grande signora quale sono e so fare! sic). Qualcuno ha coinvolto la Stazione aerea di Comando Guardia di Finanza, affinché si realizzasse la mia idea con un bell’elicottero AW139 AGUSTA, ma pare che non sia stato possibile e quindi niente da fare, le reliquie del Santo restano in chiesa, dove è più che “utile” un pellegrinaggio di gente generosa che come ogni anno rimpingua, esentasse e con bilanci mai pubblici, le casse “sacre”. Poi se si aggiunge che non c’è il gettito rinveniente dalle tre processioni e da “La Focra” quest’anno questo pellegrinaggio è più che necessario nonostante il Dpcm.
Naturalmente non mi sono fermata e ho scritto a chi è a capo delle truppe cammellate, queste ultime molto inclini all’insulto e alla tracotanza, i quali ne hanno fatto del Santo e della sua festa una proprietà quasi privata. Questa la nota whatsapp, ovviamente scritta di getto, ma che ripropongo togliendo gli errori di battitura a cui sono soggetta quando scrivo di getto e con passione:
Il messaggio
“… sono Lilli D’Amicis, le scrivo per sgombrare il campo da tutte le illazioni generate dall’animosità di certa gente che in questa nostra Comunità sta generando solo danni.
Io sono una persona onesta, adamantina e quello che ho da dire lo dico sempre in faccia, non uso intermediari, avatar, al massimo coinvolgo le persone di buona volontà come me in quello che potrebbe essere di pubblica utilità. Quando sposo una causa non guardo in faccia nessuno e mi dedico anima e corpo affinché giunga a buon fine senza fare, possibilmente, del male a nessuno.
So benissimo che Lei ce l’ha con me perché ho osato in due circostanze che Lei conosce benissimo, dove ho agito in piena onestà intellettuale e sempre schierata nel primo caso con l’opinione pubblica e nel secondo dalla parte di una povera crista che si stava morendo di fame, ma non voglio ritornarci sopra in quanto io, lo ripeto: ho agito in buona fede e una cosa è certa non per mio tornaconto.
——-omissis——–
Tornando a noi io ho avuto la brillante idea, tra l’altro non le dico le telefonate di approvazione che mi stanno giungendo e incitando a portare avanti questa inconsueta iniziativa, ovvero quella della Reliquia in volo con Lei o chi per Lei benedicente sulla città di Grottaglie, il tutto supportato da una diretta live, questo per far sentire vicino a tutti il nostro Santo co-Patrono. Ovviamente questo non esclude o mortifica il pellegrinaggio verso il Santo che Lei ovviamente avrà nella sua chiesa, anzi!
Il progetto è semplice: l’aereo sarebbe disponibile a volare per un’ora su Grottaglie con Lei o chi per Lei a bordo, mentre benedice la Città dall’alto. Ovviamente il costo del pilota (circa 120€ ) non c’è perché vola gratis per devozione e per la mia persona, mentre il costo dell’aereo, ovvero del carburante e le ore di volo, è all’incirca 600€, e già devoti hanno fatto la loro offerta per contribuire a questa entusiasmante idea che si concretizzerebbe in cielo.
Inutile dirle che verrà fatto tutto alla luce del sole, nella massima trasparenza e se si dovessero raccogliere più offerte sarebbero devolute alla sua Caritas.
L’organizzazione sarebbe questa: l’aereo arriverebbe da Brindisi tra le 15:30 e le 16:00, atterrebbe a Grottaglie prenderebbe lei a bordo con le reliquie, si imbarcherebbe anche un operatore di ripresa di un’ emittente, decollo e per un’ora a giri concentrici sorvolerebbe Grottaglie con Lei o chi per Lei a bordo benedicente, stringendo tra le mani le Sacre Reliquie del Santo, alle 17:00 atterraggio con sbarco all’aeroporto di Grottaglie.
Il pilota insieme al suo aereo se ne tornerebbe a Brindisi, dopo aver regalato alla città un’ora di un evento eccezionale. E i meriti saranno tutti Suoi, io, stia tranquillo, avrei saputo stare in disparte, avrei condiviso la diretta sul mio giornale per dovere di cronaca.
Molti mi hanno detto e consigliato di lasciare perdere questa idea e mi hanno anche remato contro [con perdita], altri mi hanno consigliato di lasciarla perdere…
——-omissis——–
La risposta dopo 5 ore:
“Buona serata. L’idea è gradevole, ho sentito il parere del comitato che ha valutato la proposta. Purtroppo non rientra nelle attività previste, non trovandoci in lockdown non ha motivo di essere poiché sarà consentito a tutti il pellegrinaggio in Collegiata. È un periodo molto problematico speriamo per il meglio. Cordialità.”
Per il momento la storia finisce qui e mi chiedo solo perché il Comitato mi odia così? forse perché oltre 5 anni fa osai contestare un volantino simil-offerte da supermercato, in cui veniva usata l’immagine del Santo incorniciata dai loghi degli sponsor commerciali della festa? ebbi la felice e coraggiosa idea di scrivere che il Sacro non va mischiato col profano, come la reclame di un dentifricio:
APRITI CIELO!!!
Da allora credo di essere finita nel libro nero e in quell’anno con un intervento di un agente delle Forze dell’Ordine mi fu quasi impedito di filmare la Focra; insomma da allora niente accredito stampa, gli accrediti erano solo per la stampa “convenzionale” e i blogger dilettanti.
Solo l’anno scorso fu chiamato in causa il mio giornale, perché un paio di persone mi vollero assolutamente e più di qualcuno appartenente alle truppe cammellate dovette ingoiare l’amaro calice.
Chiudo con la legge non scritta: “L’albero non posso piantarlo io quindi non dovrai piantarlo nemmeno tu”.
Una delle tante leggi che solo il genere umano è in grado di pensare. E, a volte, di applicare.