Festa di San Ciro. Quest’anno l’omaggio artistico di Ciro Chirico non è andato a fuoco
Grottaglie – Da 20 anni il bravissimo artigiano e imprenditore di serramenti per la casa, Ciro Chirico, grottagliese, grande devoto del Santo di Egitto Ciro, realizza un’opera

iconografica di San Ciro, che da 10 anni a questa parte viene posta alla sommità della Pira o Fo’cra come dir si voglia, e quindi bruciata in onore del Santo Patrono di Grottaglie
Quest’anno per le note restrizioni, la festa civile patronale aveva programmi ristretti, anzi inizialmente non doveva esserci nulla per strada onde evitare gli assembramenti vietati per dpcm. Poi invece è stato acceso un piccolo falò, nella serata di ieri sera, in piazza Regina Margherita, e una pira lillipuziana all’interno del piccolo anfiteatro all’aperto della 167 bis, dove i “vip”, alcuni fotografi e report accreditati hanno potuto assistere all’accensione che non ha visto la fiumana di gente accalcarsi di persona (il Sindaco prudentemente ha fatto girare una macchina da cui usciva una vocina che invitava a stare a casa, non ci si può accalcare, restate in poltrona! ) E tra una reclame e l’altra la tradizione è stata servita, quindi il popolo ha guardato dal web o dalla tv l’evento, chi ha resistito per curiosità si è dovuto sorbire, in nome di una tradizione sospesa per la massa, fiumane di parole dove la retorica e il buonismo l’hanno fatta da padrone.
Ma le restrizioni non hanno frenato la creatività del nostro Ciro Chirico che ha realizzato un’opera in rovere americano intagliato e con alla sommità una testa modellata da lui stesso in ceramica raffigurante il viso mistico di San Ciro, manufatto poi cotto nel forno del bravo ceramista Vincenzo Carbotti, altra eccellenza nel nostro ampio parterre di ceramisti doc.
L’opera ( larga alla base 55 cm, alta 80 cm e spessa 45 mm) è un triangolo che nella sua forma ricorda una piramide (il Santo era egiziano), su
questo triangolo è scolpita la facciata della Collegiata di Grottaglie, ove si svolgono ogni anno i riti religiosi, con il suo bellissimo rosone, ai lati Ciro ha scolpito le fascine, un lavoro fine di cesello che da all’opera un’armonica fruizione della simbologia legata a questo Santo dai numerosi miracoli. Al vertice di questo triangolo in legno svetta, come si può vedere dalle foto, l’effige del Santo.
Quest’anno ci racconta Ciro Chirico ho voluto racchiudere nella misticità dei simboli la mia devozione per il Santo di cui, come molti grottagliesi, porto il nome, la mia opera vuole essere un’invocazione allo stesso Santo affinché ci benedica tutti e ci faccia uscire da questa orribile emergenza sanitaria, in qualità di medico potrebbe darci una bella mano.
L’opera non è stata bruciata, come è avvenuto negli anni scorsi, quindi resterà traccia tangibile non più andata in fumo.