Meet Up ABGT, Taranto: una crisi senza vincitore
L’attuale crisi di Governo è l’ennesima dimostrazione delle contraddizioni della politica: autoreferenzialità, ottusità, distacco con la cittadinanza.
Sessanta milioni di abitanti in attesa del piano pandemico, nonché il Recovery Fund da gestire, le tante crisi aziendali, le riforme e quei provvedimenti politici che avrebbero dovuto delineare la visione dell’Italia del prossimo ventennio.
Tra le vittime di questo corto circuito politico certamente la città di Taranto paga un pesantissimo pegno.
Dopo decenni che il capoluogo ionico non veniva messo al centro dell’agenda politica nazionale, una maggioranza pentastellata al Governo e in Parlamento aveva fatto sì che ci fosse un concreto impegno politico per Taranto come hanno dimostrato già dall’inizio i primi interventi della XVIII legislatura quali la candidatura a sede dei Giochi del Mediterraneo, l’insediamento del Tecnopolo, la statalizzazione del Paisiello, la risoluzione per l’area marina protetta delle isole Cheradi e del Mar Piccolo nonché tutte quegli atti normativi che hanno visto il Sud e Taranto protagonisti quale il reddito di cittadinanza, il bando per le periferie ecc.
Ma è stato con il Cantiere Taranto e la valorizzazione del CIS, praticamente fermo da un quinquennio (ossia da quando era stato costituito), che vi è stata quella progettualità con effetto moltiplicatore per il territorio che si auspicava: oltre un miliardo di euro per la riqualificazione, riconversione ed il rilancio dell’area di Taranto.
Quel CIS che dal Febbraio 2020 veniva ricostituito e presieduto dalla Presidenza del Consiglio e la cui segreteria tecnica era affidata al Dipartimento per la Programmazione Economica a cui faceva capo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mario Turco, portavoce al Senato del M5S.
Ed è proprio sotto la guida del professore di economia che il CIS ha riacquistato concretezza, vitalità e vigore.
Oltre 100 incontri istituzionali in 10 mesi, l’istituzione della Facoltà di Medicina, con l’acquisto della sede ex-Banca d’Italia, il rilancio di Agromed, il Laboratorio Scientifico Merceologico all’interno del Porto di Taranto (destinato ad affiancare il neo-Tecnopolo del Mediterraneo), il potenziamento della linea Taranto-Metaponto-Potenza-Batt ipaglia, la riqualificazione della Città Vecchia, il progetto dell’acquario green presso la Stazione Torpediniere, lo sblocco del cantiere del nuovo ospedale di Taranto, l’ampliamento della Stazione Navale in Mar Grande, l’insediamento a Taranto della Philip Morris e del gruppo Ferretti con la conseguente bonifica del sito ex Belleli, le assunzioni in arsenale.
Tutto questo è significato per Taranto avere un governo in cui la presenza del M5S fosse predominante.
Si poteva certamente fare di più e meglio per altre tematiche, una fra tutte l’ex Ilva, ma comunque la si pensi è indiscutibile l’attenzione che vi è stata per Taranto.
Adesso non ci è dato sapere cosa accadrà e da quali alchimie politiche dovremo dipendere ma auspichiamo che in questo nuovo governo e maggioranza Taranto non torni ad essere marginale e sacrificabile dal punto di vista politico economico e sociale.
Laddove il governo si mostrerà vicino fattivamente al territorio troverà negli Attivisti del Meet Up Amici di Beppe Grillo Taranto degli interlocutori affidabili e pragmatici; se non dovesse essere così se ne prenderà atto e si continuerà a portare avanti quel progetto, quella visione della città che superi il gap mono-industriale e fossile novecentesco che stritola da decenni la Città dei 2 Mari, e crei le fondamenta per affrontare le sfide economiche ambientali, culturali, sociali e politiche dei prossimi anni.
Meet Up Amici di Beppe Grillo Taranto
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