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Giuseppe Delle Foglie e il suo Movimento nell’Arte Cinetica

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GROTTAGLIE (Ta) – E’ Antonio Rolla che mi ha fatto sapere della perdita di Giuseppe Delle Foglie. Giuseppe se ne è andato per sempre la mattina dell’8 febbraio scorso. Lo ricordo come una bella persona e un artista attivo ed impegnato, sempre sorridente ma con lo sguardo come per cercare di vedere di più, oltre il visibile.

Taranto e il nostro territorio ha perso uno degli artisti più creativi presenti nel nostro ambiente. La sua ricerca va oltre gli stretti confini della nostra provincia che spesso non è stata capace di aprirsi e accogliere esperienze culturali ed artistiche provenienti da altri Paesi.

 Giuseppe Delle Foglie

Egli faceva parte della Neoavanguardia dell’Arte Programmata, poi detta Cinetica, dagli Americani detta Optical Art.

Delle Foglie operava insieme ad un gruppo seguito, nella presentazione critica, da Franco Sossi, uno dei migliori critici e storici dell’Arte Visiva dell’area tarantina.

La sua è una ricerca visiva che supera la nozione dell’arte come espressione formale ed emozionale e punta al coinvolgimento dello spettatore sul piano percettivo e psicologico.  Le sue opere tendono a provocare principalmente le illusioni ottiche del movimento attraverso la moltiplicazione di effetti grafici e forme ordinate in griglie modulari strutturali diverse che inducono l’osservatore a cercare la soluzione geometrica dell’opera e nell’opera. E’ intenzionale il coinvolgimento totale dello spettatore nello spazio percettivo dell’opera al limite di azioni performative.

Le Opere di Delle Foglie sono percepite attraverso quei valori ottici messi in evidenza dalla moltiplicazione di forme rese nello spazio strutturato da moduli combinabili capaci di sollecitare fruizioni percettive polivalenti dove la luce, nell’interazione con la materia/struttura che subisce il fenomeno della rifrazione e della riflessione. E’ qui che l’osservatore viene totalmente coinvolto in una dimensione spettacolare per verificare la sua capacità di costatarne e appropriarsi della realtà. Il movimento illusorio degli elementi compositivi diventano oggetto di studio di psicologi e di matematici.

Catalogo 1969
Aberrazione geometrica 2, 1969 dal catalogo 20 più 5, Nuove Esperienze dell’Arte in Puglia, a cura di Franco Sossi, mostra promossa dall’Amministrazione provinciale di Taranto

Geometrico Variabile, opera in ferro, realizzata all’ITALDIDER, presentata alla mostra “Uno spazio per l’Arte” 1974, a cura di Franco Sossi

Qui di seguito il contributo di Antonio Rolla, artista che si esprime nell’ambito dell’Arte Neo-figurativa. Attivo nel territorio e nell’ambiente di Taranto e non solo. Presente in eventi e mostre a livello nazionale ed internazionale. Già docente di Discipline Artistiche al Liceo Artistico Lisippo di Taranto, amico e collega di Giuseppe delle Foglie.

«Giuseppe Delle foglie, un carissimo amico e collega, anche lui Docente di Discipline Artistiche al Liceo Artistico Lisippo di Taranto, nato nel 1941, sin dal 1968 segue le idee e le teorie di Enzo Mari, il massimo rappresentante dell’arte cinetica e programmata. Lo interessano l’arte  educativa, tecnologicamente avanzata, progettualmente determinata, dunque misurabile. L’arte concreta, in origine, è caratterizzata dalla struttura che esprime un’idea. Le leggi che regolano il tutto sono: l’allineamento, il ritmo, la progressione, la polarità, la regolarità, la logica dello svolgimento (come già intuiva Max Bill). Così Delle Foglie, seguendo il pensiero di Enzo Mari, progetta le sue opere che “stanno” nel punto d’incontro fra pittura e plastica. Lo spazio predomina sul colore, gli incroci di linee e i suoi “rilievi”, sono ottenuti con sapienti incroci di nastri, rigorosamente colorati tra il nero e il bianco, E’ così che muta l’immagine del quadro a seconda del punto di vista di chi la osserva. La sua ricerca artistica lo vede impegnato a sperimentare i fenomeni della percezione visiva e del movimento. In questo modo si attiva il rapporto fra l’opera d’arte e lo spettatore. A metà degli anni ‘80 interrompe la sua partecipazione a mostre nazionali ed internazionali per dedicarsi completamente all’insegnamento.»

C’è da dire che la Neo-Avanguardia nelle sue linee programmatiche propone delle sperimentazioni più avanzate rispetto a quelle teorizzate dalle avanguardie storiche. Esperienze precedenti li abbiamo in Marcel Duchamp con la Ruota di bicicletta del 1913. La sua ruota rotante anticipò quella che poi doveva essere la poetica del Dadaismo e anticipò di 40 anni le

esperienze dell’Arte  Cinetica.

Una corrente artistica che si sviluppò sin dalla metà degli anni ’50 e alla fine degli anni 60 iniziò la parabola discendente fino a chiudersi su se stessa. I movimenti culturali e artistici a volte divorano se stessi, così avvenne al Movimento Dadaista quando Tristan Tzara disse: «i veri Dada sono contro Dada».

 

 

Già Gillo Dorfles nel 1966  in un giudizio dalla prospettiva storica molto ampia afferma: «Oggi, a distanza di tre lustri da quando le esperienze cinetiche fecero la loro comparsa nel panorama dell’arte visuale, dobbiamo riconoscere che ben poche di queste opere hanno mantenuto la loro “freschezza” e il loro interesse. Il più delle volte, sopito l’effetto di curiosità e di sorpresa giocosa che il nuovo esperimento creava, il risultato finale era costituito soltanto da una sensazione di noia. Il altre parole: non basta la semplice “trovata” cinetica o ottico-percettiva a rendere significativa l’opera […].»

Certo che anche Delle Foglie avvertì il naturale riflusso del movimento ma la sua determinazione ad andare oltre il già fatto e il già visto lo spinse a cercare sempre il nuovo e il sorprendente, dando un forte contributo all’evoluzione dell’Arte Cinetica nel nostro territorio e non solo. Egli ci ha rappresentato con le sue opere a livello nazionale e internazionale. Sarà per sempre nella nostra memoria. Grazie Giuseppe per quello che ci hai donato.

Pino Lacava
Docente e artista

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Pino Lacava

Artista visivo e ceramista, sperimentatore d'arte, appartenente alla corrente della Neo Avanguardia New Dada. Ha esposto in collettive e personali nazionali ed internazionali, tra cui la Biennale di Venezia e la Biennale di Brera. Già docente all'Istituto "Cabrini" di Taranto di grafica. Operatore culturale.

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