CronacaMusicaPRIMO PIANOSpettacolo

Francesco Renga in gara al festival di Sanremo con “Quando trovo te”

Condividi

Brescia. «Canzone di speranza e di felicità: sono un uomo fortunato, non tingo i capelli, ancora».

È l’ammissione fatta da Francesco Renga, collegato da casa in streaming, alla presentazione della canzone “Quando trovo te” con cui è in gara fra i campioni al prossimo festival di Sanremo.

È la nona partecipazione di Renga a Sanremo, compresa la prima con i Timoria 30 anni fa.

«È la prima che mi ha segnato, la più entusiasmante – ha ricordato – Ho tenuto una vena di follia e di incoscienza a quel primo Sanremo, rimasta negli anni, anche ora e ogni volta che ci sono ritornato. La canzone “Raccontami” è il primo Sanremo da solista nel 2001, mentre “Angelo” è legata alla vittoria nel 2005 ed ha segnato il passaggio dall’essere figlio a diventare padre: questo ultimo passerà alla storia, irripetibile».

Il festival di Sanremo, in un certo senso, rappresenta una ripartenza per ogni artista.

«Il mio stato d’animo non è mutato – ha sottolineato – Ritorno a fare il mio lavoro in un periodo assurdo con il covid, tragico sì ma non toglie nulla al valore simbolico di questo Sanremo e che non si ripeta più. Sanremo rimane imprescindibile peer il mio lavoro».

“Quando trovo te”, scritto dallo stesso Francesco insieme a Roberto Casalino e Dario Faini, esplora il concetto di “oblio salvifico”: dimenticare come forma di protezione e come riparo da una vita che spesso ci costringe alla fretta.

«La normalità raccontata da questa canzone è l’esplosione di un ritorno sinonimo di felicità e, anche in un momento di disperazione, c’è qualcuno che ti aspetta a casa. Si piò partire da quello che si è vissuto e si sta vivendo, tormento, frustrazione di esistenziale e negativo, porta a ricordare qualcosa di nascosto, le piccole cose che ogni giorno a me salvano la vita, gli sguardi dei miei figli, ricordi di un abbraccio, ricordi di una compagna: racconta di questi ricordi, di mio nonno con la camicia a quadri».

Questo brano racconta del momento in cui quel ricordo felice che ognuno di noi tiene nascosto in fondo al proprio cuore come un prezioso tesoro, al riparo dal casino della quotidianità, all’improvviso riaffiora potente nelle nostre esistenze, restituendo loro un senso più profondo e aprendoci gli occhi su una realtà che è migliore di quello che pensiamo.

«Tutto è iniziato un anno fa quando ho riaperto gli scatoloni dopo un trasloco – ha rivelato – Ho trovato tutti i miei vecchi diari di quando avevo 16-17 anni e mi immaginavo poeta, vecchie foto, ricordi tangibili e fisici: l’aver dimenticato e il piacere di ritrovare dei ricordi celati e poi riaffiorati mi ha fatto sentire inadeguato anche se io sarei quello positivo nella canzone; sentirmi fuori stagione è una costante nella mia vita. Ci salverà il ricordo delle piccole cose, gli affetti, gli amori, le amicizie».

La canzone è perciò una iniezione di fiducia.

«Sono ottimista per il futuro e la canzone parla di una felicità, anche nel ritmo, non è una ballad – ha aggiunto – L’oblio sia il ricordo quando esplode e ti mette in una situazione migliore. Cercheremo certamente di dimenticare, ma saremo tutti diversi».

Sui giudizi non proprio positivi espressi da alcuni dopo il primo ascolto delle canzoni, Francesco ha le idee chiare.

«Non dò mai molto peso ai giudizi in generale, perché mi metto nei panni dei giornalisti – ha riflettuto – La mia canzone ha bisogno di essere ascoltata, ci credo molto e l’ho voluto portare al festival: crescerà durante le serate, con particolare attenzione testo e musica».

Naturalmente ‘top secret’ sulla canzone scelta da Francesco per la serata delle ‘cover’.

«Credo che fare una bella ‘cover’ è un valore aggiunto artistico più ampio durante il festival – ha accennato – Al pubblico potrà sicuramente piacere ascoltare un successo del passato anche se è oggettivo e pratico fare la tua canzone una volta con un ospite, come è già successo in passato».

Francesco ha vissuto lo scorso lockdown in modo abbastanza tranquillo.

«Non è andato tutto bene, anche se era l’augurio: sembrava un film – ha affermato – Forse ce la siamo cavata, e ce la stiamo cavando: qualcuno è stato lasciato indietro, colleghi, tecnici, musicisti, lavoratori dello spettacolo con pochissime attenzioni da parte del Governo. Ne usciremo migliori: restando a casa a me è servito per scoprire cose che stavamo perdendo o che forse rischiavamo di perdere, e che sono diventate la nostra esistenza».

Cosa si aspetta Francesco Renga da questo Sanremo.

«Tornare a Sanremo non ha mai avuto per me un significato più profondo: non è solo la gioia di tornare su quel palcoscenico, in quel contesto così importante per la musica e per il mio lavoro – ha precisato – Questa volta significa ricominciare finalmente a farlo, il mio lavoro, significa ripartire insieme con tutto il Paese. Sanremo diventa così il simbolo stesso di una ripartenza del mondo dello spettacolo e un segnale di speranza: la speranza che questo incubo possa finire il prima possibile».

Il cantautore ha sentito il desiderio di far conoscere subito questa canzone, pur non avendo un album in uscita.

«Non ho l’idea di fare un album – ha confidato – Sto scrivendo questo sì, sto lavorando, e potrei farcela a terminarlo entro fine anno ma non è detto che le cose succederanno; sono aperto ai confronti, ci potrebbero essere dei duetti, quelli veri che devono rispettare delle regole senza mai farli a tavolino».

Dopo Sanremo, Renga si prepara a tornare ‘live’ da maggio con “Insieme tour”, il 14 al Teatro Colosseo di Torino, il 16 al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 17 all’Europauditorium di Bologna, il 21 al Teatro Dis_Play di Brescia, il 24 al TeatroTeam di Bari, il 26 al Teatro Augusteo di Napoli, il 28 al Teatro Brancaccio di Roma e il 30 al Teatro Verdi di Firenze.


Condividi

Franco Gigante

Il giornalista Franco Gigante, di Castellaneta, iscritto all'albo professionale dell'ordine nazionale dei giornalisti, ha cominciato a scrivere di calcio a metà anni sessanta per i settimanali regionali Il Gazzettino e NuovoSud, e di musica sui periodici nazionali Ciao2001 e NuovoSound. Come inviato musicale ha seguito per anni il Festival di Sanremo. «Nel 1982 ero inviato per il Corriere del Giorno e fui chiamato sul palco in rappresentanza dei quotidiani regionali, insieme a Sandro Mayer per i settimanali e a Mario Fegiz per i quotidiani nazionali: controfirmammo la busta con il nome del vincitore indicato da Giucas Casella che fu aperta alla nostra presenza nella serata finale: c’era il nome di Riccardo Fogli, vincitore di quell’anno con la canzone “Storie di tutti i giorni”». Ha seguito quasi tutte le edizioni di Un Disco per l’Estate a Saint Vincent, Gondola d’Oro a Venezia e Vela d’Oro a Riva del Garda. «Sul palco del Saint Vincent Estate 1978 presi parte a un gioco musicale in coppia con Fred Bongusto e trasmesso per la prima volta a colori dalla Rai; fra gli altri artisti di quella edizione c’erano anche Mia Martini, Patty Pravo, Franco Califano, Renato Zero, Tozzi, i Pooh, Oxa e Venditti». È inviato musicale dell'agenzia nazionale di stampa Italpress, è critico musicale per i quotidiani regionali Corriere Adriatico di Ancona, Il Centro di Pescara, Giornale di Sicilia, e collabora con Nuovo Quotidiano di Puglia e Buonasera Taranto. Nella sua carriera ha scritto anche sui quotidiani Corriere Mercantile di Genova, Il Giornale di Reggio, Nuovo Molise, La Gazzetta del Popolo, La Provincia di Como, Il Giornale di Calabria, La Voce di Reggio, Calabria Ora e La Gazzetta dello Sport. È stato direttore del periodico Contatto, dell’emittente televisiva RTM e di Radio 94 Taranto. Come ufficio stampa ha curato la comunicazione del Centenario della Nascita di Rodolfo Valentino, Carnevale di Putignano, CantaGargano, Ercole d'Oro, Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile, Fondazione Rodolfo Valentino, Sagra da Farnedd e dei Sapori di Puglia, Premio Internazionale Rodolfo Valentino Economia Finanza Comunicazione e Ricerca, Valentino d'Argento, Mandarino d'Oro, Premio Internazionale Città di Valentino, Concorso Internazionale Musicale Crisalide, Concorso Internazionale d'Esecuzione Pianistica Città di Valentino, Comunità L’Incontro, Carnevale di Castellaneta, Miss e Mister Bellezza Jonica, Miss Castellaneta Marina; Enti e privati cui presta, o ha prestato, il lavoro di addetto alla comunicazione sono i Comuni di Castellaneta e di Palagiano, C.I.A. Area Due Mari Taranto e Brindisi, Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme, GAL Luoghi del Mito e delle Gravine, Comunità Montana della Murgia Tarantina, Diocesi di Castellaneta, Discoteca Nafoura di Castellaneta, Discoteca DNA di Ginosa Marina, Caffè del Cavaliere di Matera, Colombata Famosa 1867 di Massafra, Jonica Eventi, Greenergy, Lega Navale Castellaneta. Ai primi anni settanta ha iniziato la carriera di dee-jay a Saint Vincent (Aosta), per proseguirla successivamente al Blu Moon di Marina di Ginosa e al Bi.Blu.Ar. di Martina Franca. A metà anni settanta ha dato vita a Radio Gieffe Castellaneta insieme ad altri appassionati di musica. «Era una delle prime radio ‘libere’ italiane della Puglia che condivisi con alcuni imprenditori per la parte economica e con molti giovani promettenti dee-jay; la radio dava voce ai cittadini con programmi di dediche e aveva anche strisce specifiche di vari generi musicali». In ambito sportivo è stato dirigente del Milan Club Castellaneta e della squadra del Castellaneta Calcio, insignito del Premio CONI 2000 e dei premi benemerenza FIGC 1992 e 2003. «Entrambe le Stelle al merito sportivo mi furono consegnate a Roma, nel 1992 dal presidente Antonio Matarrese e nel 2003 dal presidente Franco Carraro: in entrambe le occasioni l’emozione fu tantissima». Ha promosso e organizzato il Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile per quasi vent’anni insieme ad altri sportivi. Ha prestato servizio di capo stazione nelle Ferrovie dello Stato Italiane a Bari Centrale, San Basilio Mottola e a Castellaneta Campagna.

Lascia un commento