RiUscire – Laudato si’
Iniziativa di inserimento sociale di detenuti in esecuzione di misure alternative alla detenzione nonché soggetti ammessi alla messa in prova, segnalati dal U.e.p.e. di Taranto con il solo requisito della residenza nella città vecchia di Taranto.
Il costante e cronico sovraffollamento delle carceri non consente un efficace svolgimento della funzione rieducativa della pena, è questo un dato riconosciuto dal Ministero e dalle autorità competenti da molti anni al punto da cercare misure alternative e di reinserimento sociale anche con il sostegno della nostra comunità locale.
Nella Risoluzione sulla “Cooperazione internazionale tesa alla riduzione del sovraffollamento delle prigioni ed alla promozione di pene alternative” (Economic and social Council delle Nazioni Unite n. 1998/23 del 28/07/1998-fonte DAP) si afferma che “preso atto del sovraffollamento delle carceri e della difficoltà del lavoro degli operatori, (si) raccomanda agli Stati membri di ricorrere allo sviluppo di pene non custodiali e, se possibile, a soluzioni amichevoli dei conflitti di minore gravità, attraverso l’uso della mediazione, l’accettazione di forme di riparazione civilistiche o compensazione con lavori espletati dal reo in favore della vittima stessa”, dove, in senso più universalistico, vittima del reato può essere considerata la comunità stessa.
Negli ultimi anni la città vecchia di Taranto è “oggetto” di un rinnovato interesse, sia da parte della società civile, degli imprenditori e, particolarmente, dell’amministrazione comunale.
I vicoli, le postierle, la marina, sono attraversate ogni giorno da turisti nonché da tarantini che stanno imparando a conoscere e apprezzare un patrimonio di cultura e tradizione per troppo tempo dimenticato.
A tutto ciò si aggiunge l’avvio della raccolta differenziata in luogo oggettivamente di non facile gestione a causa della particolarissima conformazione urbanistica.
Il progetto si propone di costruire un percorso virtuoso, un sistema di buone prassi, che possa nel tempo divenire un servizio stabile, che offra opportunità a un target di destinatari di procedimenti penali di non entrare in contatto con la realtà carceraria ma di scontare la pena esternamente agli istituti, attraverso l’ausilio di un servizio di accompagnamento ed educativo che consenta di elaborare un progetto di vita compatibile con la comunità di riferimento, durante il quale il condannato possa anche attivare forme di risarcimento/riparazione alla comunità offesa dal gesto criminale, attraverso l’azione educativa e/o terapeutica, che favorisca l’autocostruzione di una valida integrazione sociale. Il progetto si propone altresì l’obiettivo di offrire sostegno alle famiglie dei detenuti – risorsa preziosa ai fini del reinserimento – favorendo un recupero delle relazioni affettive e di convivenza interrotte a seguito della detenzione in un percorso di accompagnamento socio-educativo e delle relazioni affettive e familiari, anche attraverso il raccordo con i servizi territoriali preposti.
Tra gli obiettivi del progetto rientra anche un’opera di sensibilizzazione della popolazione delle comunità di riferimento sulle provate e concrete possibilità di recupero del deviante, se inserito in un corretto percorso riabilitativo, durante l’esecuzione della pena, contribuendo così ad abbassare la percezione di insicurezza sociale che oggi rende ancor più difficile affrontare
in modo razionale ed efficace il problema. L’obiettivo sarà perseguito attraverso azioni pilota (sperimentazione di giustizia riparativa) che saranno accompagnate da incontri di sensibilizzazione con gli attori del territorio e con i cittadini, e da un piano della comunicazione che coinvolgerà anche i media locali.
Misure di sviluppo
OBIETTIVI – Costruire percorsi virtuosi, favorendo il supporto educativo e psicologico, il reinserimento sociale e lavorativo di detenuti e detenuti ammessi a misure alternative (o che potrebbero essere ammessi);
ATTIVITÀ – La basilica cattedrale di San Cataldo costituirà la cabina di regia del progetto ove è istituito lo Sportello di Accoglienza, nella gestione delle segnalazioni e nelle azioni di formazione e lavoro e sostegno alle famiglie.
PARTNER – L’amministrazione comunale di Taranto tramite gli assessorati competenti; l’Ufficio locale di Esecuzione penale esterna (Uepe) di Taranto con il quale la basilica cattedrale ha sottoscritto un protocollo d’intesa; la direzione della casa circondariale Bruno Magli di Taranto; Amiu – Kyma ambiente.
TARGET – Persone beneficiarie di misura alternativa o potenzialmente beneficiarie di misura alternativa, ai sensi della normativa vigente, con particolare attenzione a: soggetti alla prima detenzione; soggetti in fase di dimissione; appellanti e/o ricorrenti, in funzione della possibilità di costruire anticipatamente percorsi di ammissione alle misure alternative dalla libertà, residenti nella città vecchia.
DURATA – 12 mesi.
RiUscire – Laudato si’
La finalità della iniziativa progettuale consiste nel coinvolgere nella cura dei percorsi turistici e di assistenza alle persone fragili non in grado di smaltire autonomamente i rifiuti differenziati i soggetti in esecuzione di misure alternative alla detenzione nonché i soggetti ammessi alla messa in prova, in ogni caso coloro che ci verranno segnalati dal U.e.p.e. di Taranto con il solo requisito della residenza nella città vecchia di Taranto.
Compito dei soggetti coinvolti nel progetto sarà quello di affiancare l’Amiu – Kyma Ambiente, nello spazzamento dei percorsi turistici dell’Isola e di prelevare a domicilio dei soggetti fragili opportunamente segnalati dai servizi sociali del Comune, i rifiuti da smaltire secondo le modalità previste dalla raccolta differenziata
Il progetto sarà coordinato dalla basilica cattedrale di San Cataldo in stretta collaborazione con il U.e.p.e. di Taranto.