Apertamente: Imu Comparti C, l’Assessore Bonfrate si è arrabbiato
Al dramma dei proprietari dei Comparti C si è aggiunto il dramma dell’Assessore ai Tributi del Comune di Grottaglie che in preda all’ira ha affidato alle pagine di questo giornale uno sfogo in cui afferma di essere stato fatto oggetto di attacchi personali sui social.
A causa del trauma emotivo subito dall’Assessore, il suo scritto è di difficile comprensione, quindi cerchiamo di fare chiarezza per interpretare le affermazioni del potere esecutivo locale.
Afferma Bonfrate che l’IMU è stata istituita con legge dello Stato e fin qui siamo d’accordo.
Afferma Bonfrate che nel 2016 la Corte dei Conti ha diffidato il Comune di Grottaglie a procedere alla riscossione dei tributi e fin qui siamo d’accordo.
Afferma Bonfrate che in caso di mancato pagamento dei tributi, la SOGET deve procedere al pignoramento dei redditi da pensione e fin qui siamo d’accordo.
Afferma Bonfrate che il Comune è costretto a costituirsi in giudizio nei giudizi in cui è ricorrente contro i proprietari dei comparti c ed anche in questo caso siamo d’accordo, perchè se il Comune ha deciso di fare causa ai propri cittadini poi sarebbe schizofrenico non costituirsi in giudizio, ma anche in questo caso siamo lontani dal nucleo del problema.
Afferma Bonfrate che la Corte di Cassazione nella sentenza che ha dato torto al Comune di Grottaglie non è entrate nel merito della questione, ed anche qui ha ragione Bonfrate, così come non sono entrate nel merito anche le Commissioni Tributarie Provinciali e Regionali che hanno dato ragione al Comune, perchè come afferma Bonfrate, ci sono varie pronunce favorevoli al Comune, ed anche su questo Bonfrate ha ragione.
Ed ha ragione Bonfrate anche quando afferma che la determinazione dei valori ai fini IMU non può essere demandata alla discrezionalità dei Comuni, come è avvenuto nel caso che ci occupa.
Ma allora se siamo d’accordo su tutto dove sta il problema?
Il problema sta nel fatto che oggettivamente non ci sono parametri certi per la determinazione del valore dei terreni a metro quadro.
Il problema sta nel fatto che la legge attribuisce agli Enti locali il potere di determinazione di questi valori che nel caso in esame, prendendo come punto di riferimento il comparto C 5 variano dai 24 euro a metro quadro della Agenzia delle Entrate, ai 220 euro a metro quadro di un lotto edificabile adiacente ai comparti c, passando per i 100 euro a metro quadro individuati dal Comune, poi fatti oggetto a partire dal 2019 di una riduzione del 40% in applicazione del criterio “ volemose bene”.
Ogni perito ha usato criteri diversi ed è giunto a risultati diversi, quindi giuridicamente è quasi impossibile dire chi ha torto e chi ha ragione, motivo per il quale, alcune sezioni tributarie, di fronte alla palese iniquità dei tributi, valutano come inapplicabili e contraddittori i criteri di valutazione adottati dal Comune, mentre altre sezioni si limitano a verificare la regolarità formale di dette valutazioni, ossia la regolarità del procedimento di formazione del valore in cui la legge dice ai comuni di determinare i valori e i comuni li determinano adottando con Delibera i propri regolamenti in materia, con allegate tabelle.
Regolare sì ma assolutamente iniquo.
Quindi formalmente il ragionamento dell’Assessore Bonfrate non fa una piega ma trascura un piccolo particolare: compito dell’organo politico di un Ente Locale è quello di dare un indirizzo politico finalizzato, nei limiti della legge, a risolvere e/o evitare situazioni di iniquità.
La valutazione fatta dalla Agenzia delle Entrate non è oro colato ma è l’unica valutazione che permette di giungere ad una imposizione tributaria equa, e che cosa è una imposizione tributaria equa? É quella in linea con quella applicata da altri comuni in casi analoghi e soprattutto è quella economicamente sostenibile da parte dei contribuenti in base alla situazione socio-economica di un territorio.
In sostanza la legge in materia di Imu ha attribuito agli Enti locali un potere discrezionale immenso in merito alla determinazione di questi benedetti valori e compito della politica è di esercitare tale potere nell’interesse della cittadinanza tutta, individuando un punto di equilibrio tra stabilità delle finanze pubbliche ed esazione tributaria.
A me sembra invece che con la riduzione dei finanziamenti statali ai comuni e con il venir meno delle royalities della discarica, questa Amministrazione ha voluto calcare la mano su un gruppo limitato di contribuenti trasformando un presupposto impositivo in un pretesto impositivo.
Se poi corrisponde a verità quanto affermato dall’Assessore Bonfrate in merito al fatto che l’IMU dei comparti C copre solo il 4,5% del bilancio comunale, beh la situazione si fa ancora più grave, perchè questo accanimento tributario nei confronti di queste famiglie può essere imputato solo a tre fattori possibili: 1) Incapacità amministrativa; 2) malafede amministrativa; 3) Sovrapposizione contemporanea di incapacità e malafede amministrativa; circostanza questa che si verifica in presenza di una classe dirigente che non sa esercitare il potere legislativo locale e di una “casta” amministrativa che strumentalizza l’organo politico per fini poco chiari.
Trentotto mandati in favore dello stesso avvocato per nomina diretta per un importo di svariate decine di migliaia di euro di competenze legali indurrebbero a pensar male, ma io che sono in buona fede lascio ai lettori il compito di trarre le loro conclusioni.
Per il resto, mi dispiace per il ruolo scomodo rivestito dall’Assessore Bonfrate in questo frangente, ma definire “evasori” i propri concittadini non aiuterà a risolvere il problema, semmai aggiungerà letteralmente al danno la beffa.