Ospedale San Marco di Grottaglie: solo quattro respiratori per sessanta pazienti
Siamo arrivati alla terza ondata della pandemia da covid 19 ma a quanto pare le due precedenti severe lezioni nulla hanno insegnato alla direzione generale dell’ASL di Taranto, se solo si consideri che su circa cinquanta pazienti covid, attualmente degenti presso il presidio ospedaliero San Marco di Grottaglie, con un quadro clinico di livello medio-grave, sono presenti solo quattro respiratori CPAP.
I respiratori CPAP sono strumenti che permettono di regolare la ventilazione a seconda dello stato clinico del paziente e sono assolutamente indispensabili per le sintomatologie più gravi, così come indispensabili sono i respiratori reservoir, che nella struttura del San Marco sono completamente assenti.
Purtroppo, sappiamo in base alla esperienza maturata in questo duro anno di pandemia, che i pazienti covid hanno una situazione clinica instabile che può peggiorare in pochissimo tempo, determinando la necessità di immediato ricorso alla ventilazione artificiale.
Sono ancora sotto i riflettori della cronaca nazionale e sotto l’indagine della magistratura le morti sospette avvenute presso l’Ospedale Moscati di Taranto nel corso della seconda ondata, morti in larga parte dovute alla indisponibilità di respiratori in numero adeguato alle esigenze della utenza.
Il rischio concreto è pertanto che il personale medico si trovi di fronte alla scelta disumana di dover decidere chi far vivere e chi morire, scegliendo cioè, a quale paziente applicare il respiratore, scelta questa che nei mesi scorsi, in varie situazioni critiche registrate in Italia, è stata fatta in base alle possibilità di sopravvivenza del paziente in ragione della età e del quadro clinico, scegliendo di sottoporre a respirazione forzata pazienti sessantenni e lasciando al proprio destino i pazienti più anziani.
Se queste situazioni estreme potevano essere concepibili in regime di emergenza sanitaria nel corso della prima ondata epidemica, oggi risultano assolutamente inaccettabili, per cui la speranza è che il responsabile di dipartimento della ASL di Taranto, competente per territorio sull’Ospedale San Marco, evada tempestivamente in modo positivo le richieste di integrazione strumentale che pur sono pervenute all’ASL dal personale medico.
Allo stato, l’unico medico specializzato in rianimazione presente nell’Ospedale San Marco, risulta assente per malattia da più di un mese, forse a causa dei turni sfibranti a cui è stato sottoposto, sempre che, tale assenza non sia dovuta alla volontà di sfuggire per motivi di coscienza al dovere di effettuare scelte estreme come quelle sopra paventate, scelte la cui responsabilità non è da addebitare ovviamente al personale medico, ma ai dirigenti dell’ASL che avrebbero dovuto garantire le opportune dotazioni strumentali al servizio dei medici stessi.
In sostituzione del rianimatore di cui sopra, il servizio di rianimazione presso l’Ospedale San Marco, in attesa di trasferimento del paziente in altra struttura, viene attualmente garantito, con i limitati mezzi ora citati, da due medici provenienti dall’Ospedale di Martina Franca e dall’Ospedale Moscati di Taranto, medici che a quanto ci riferiscono fonti interne alla struttura, prestano servizio in regime di lavoro straordinario, con un costo a carico dell’ASL di circa quattrocento euro a turnazione, con la conseguenza che da un lato l’ASL sta sostenendo costi esorbitanti che sarebbe stato agevole evitare facendo ricorso ad una adeguata pianificazione delle assunzioni, e dall’altro assistiamo ad una organizzazione sanitaria in cui la gestione dell’Ospedale San Marco è considerata alla stregua di un dopo lavoro, o meglio di un secondo lavoro prestato da medici volenterosi al fine di arrotondare lo stipendio quando possibile.
In questa situazione già di per sé complicata, assume un carattere paradossale la notizia che sta circolando da qualche ora in merito all’ampliamento dei posti letto covid presso l’Ospedale San Marco, il cui numero passerebbe a breve dagli attuali cinquanta a ben sessanta posti letto, un ampliamento questo che ci auguriamo venga accompagnato da un incremento delle strumentazioni a servizio dei degenti.
La speranza è che questa terza ondata pandemica passi presto e che nessun medico sia chiamato a dover scegliere tra più pazienti bisognosi, quale tra loro sia meritevole di applicazione della respirazione forzata, una speranza che diverrebbe una certezza se solo la ASL di Taranto dotasse l’Ospedale San Marco di un numero di CPAP adeguato rispetto al numero di degenti.
Speriamo con tutto il cuore di potervi dare buone notizie in tal senso nel prossimo aggiornamento.