FAVOLANDIA di Pierpaolo Piangiolino. Il Picchio e il Serpente
Un Picchio ogni giorno scavava sempre più a fondo un albero per creare il suo nido.
Dal basso un Serpente lo osservava e studiava il modo per mangiarlo, tenendosi riservata quella preda per il momento giusto.
“Lo mangerò in un sol boccone”. diceva mentre studiava modi e tempi per farlo.
Dopo alcuni giorni di lavoro Il Picchio aveva forato il tronco e cominciato a creare un piccolo antro per il suo nido, nel quale però non poteva ancora completamente entrare.
Il Serpente aveva visto in questa cavità un’opportunità e aveva deciso così di salire di notte sull’albero ed infilarsi in quell’ angusto spazio a fatica per attenderlo e mangiarlo.
Il giorno dopo, però, Il Picchio non si era presentato al lavoro e così il Serpente era rimasto lì ad attenderlo invano.
Anche nei giorni successivi il Picchio non si era più visto e così il Serpente aveva deciso di andare via ormai affamato e stanco.
Così esclamò: “Tornerò quando sarà finito il nido”, e si mosse per uscire proprio nel momento in cui il Picchio stava arrivando. Non si fece allora pregare e restando dentro quella cavità lo catturò, lo porto dentro e lo mangio in un boccone. Era soddisfatto, sazio e, soprattutto, pieno.
A quel punto decise di uscire dall’antro, perché non riusciva a respirare, ma si accorse che non era più capace di muoversi perché era gonfio per quella preda.
Più si muoveva e più si incastrava in quel piccolo spazio al punto da non riuscire a respirare.
Fu così che il Serpente morì soffocato da quel pranzo che lui stesso aveva desiderato.
La vita ci insegna che le nostre azioni portano conseguenze spesso inaspettate e non volute.
Il Serpente che voleva vivere, come del resto il Picchio, alla fine ha ucciso entrambi.
Fare del male agli altri, in fondo, il più delle volte, è fare del male a se stessi.
