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ANAAO-Assomed TARANTO: La sanità jonica? Un castello di carta che sta crollando

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Da molto tempo, nell’indifferenza più totale, sia dei cittadini che della maggioranza dei Sindacati oltre che dei politici, abbiamo lanciato allarmi, denunce, grida di dolore sulla situazione della Sanità Ionica.

Lo scorso anno la chiusura dell’UTIN per scarsità di pediatri. Cosa che, dopo il tentativo di clinicizzazione, non ha portato neanche, in tutti questi mesi, a un bando di concorso. Quest’anno le polemiche sull’organizzazione della lotta al COVID e l’uso del Servizio 118. Tutto al vaglio della magistratura. Ed ora quella che sembra la crisi finale. Quella che potrebbe portare al collasso l’intero ciclo di assistenza. Oltre alla replica della crisi della gestione dell’UTIN/Pediatria (foto di copertina).

Il nuovo fronte caldo, nuovo per dire, è rappresentato dal Pronto Soccorso del “SS. Annunziata” e da tutto il Sistema d’Emergenza Urgenza che si muove intorno a lui, o, per meglio dire, intorno al cittadino che vive un’emergenza di salute. Da una parte mezzi di soccorso medicalizzati insufficienti, postazioni che riferiscono, salvo verifica, “abbandonate” per mancanza di medici del 118, che in numero sempre più alto stanno andando via, spostamenti di unità all’ultimo minuto e per motivi ignoti, proliferare di ambulanze senza medico a bordo che non possono fare altro che portare i pazienti in ospedale e dall’altra parte tutti i Pronto Soccorso soverchiati dal troppo lavoro nonostante la cronica carenza di medici ed infermieri che continuano stoicamente a fare il loro lavoro. Così si potrebbe sintetizzare l’attuale situazione: il crollo di un castello di carte mantenuto in piedi, sino ad ora, per pura abnegazione del personale sanitario tra doppi e tripli turni in assenza di una programmazione sia locale che nazionale.

Quello che sta succedendo in questi giorni è l’emblema della medicina di emergenza italiana che sta crollando sotto i colpi di una impreparazione “colposa” tra scarsità di personale e mancanza di volontà di collaborazione. Negli ultimi anni alla carenza di personale medico, legato ad un’incomprensibilmente errata programmazione della formazione specialistica a livello nazionale, si è aggiunto l’utilizzo a livello locale di medici, a tempo determinato o con contratti CoCoCo, privi di specializzazione. Cosa non prevista neanche dalle deroghe COVID e che ha portato all’illusione per decine di medici, in servizio anche da 8-9 anni senza riconoscimenti e avanzamenti di carriera, di poter essere un giorno assunti.

Ed è giunto il giorno della resa dei conti. Questi medici, esclusi, sembra, anche da una sentenza del TAR Lecce, da un concorso, bandito circa due anni fa e dopo riproposto, per un posto di ruolo hanno deciso di non volere più mettere in gioco se stessi e la loro professionalità continuando a sostenere un sistema emergenza-urgenza in perenne crisi d’organico. Hanno deciso di non volersi più illudere e chiedono garanzie per il futuro. Garanzie che difficilmente potranno ottenere in assenza di una mobilitazione politica. Allora lasciano, gettano la spugna dopo anni di sacrifici.

E l’ASL cosa decide? Ignora del tutto d’informare le Organizzazioni Sindacali, organizza con il Capo Dipartimento del MECAU (i PS), nonché purtroppo Segretario Sindacale, una riunione in cui vengono ipotizzate tre linee d’azione: chiusura temporanea dei PPI e trasferimento dei turni presso il PS di Taranto, per ora dato che gli altri non sono messi meglio e potrebbe partire un effetto domino, accorpamento del PS di Taranto con uno periferico con conseguente chiusura di quest’ultimo, utilizzo dei medici dei reparti per effettuare turni in Pronto Soccorso.

E la Direzione Strategica? Prima fa partire un ordine di servizio, che potrebbe essere ritenuto non solo inopportuno ma anche totalmente illegale, dopo chiede ai sindacati di fare delle proposte. Come sempre solo dopo la solita lettera di diffida.

Ma siamo noi ad essere pagati per trovare le soluzioni? La domanda è sempre la solita: qualcuno è in grado di comprendere cosa sia un’organizzazione assistenziale e come funzioni un ospedale? Questo senza pensare che una specializzazione non ti abilita a svolgere qualsiasi mansione. Tutti i reparti sono sotto organico e sono allo stremo dopo il COVID.

Cosa succederà se non si possono più garantire le dimissioni che permettono nuovi ricoveri o un’assistenza minima ai pazienti? E quanto durerà l’emergenza dato che, al momento, sembra che nessun non specialista sia disposto a firmare un nuovo contratto in assenza di sicurezza di stabilizzazione? E chi pagherà eventuali danni dovuti all’imperizia del medico di reparto catapultato in una realtà di cui non sa niente? Sono oltre dieci anni che la situazione progressivamente peggiora. Una mancanza di organizzazione e programmazione. Ecco il punto che veramente sorprende e fa più male: il silenzio e l’indifferenza della Direzione Strategica unica costante sempre presente. Al netto degli articoli propagandistici.

Tutti sanno che le soluzioni non sono semplici e allora si passa il cerino acceso al prossimo. E la crisi scatta sempre in estate quando sanitari stremati da turnazioni improponibili devono andare in ferie obbligatoriamente e i numeri si riducono ancora di più.

Nessuna soluzione né per i Pronto Soccorso né per la pediatria-Utin.

Il gioco ricomincia.


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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