APERTAMENTE di Daniela Vestita. Non si può fare nulla
Questa è la frase che scoraggia, che annichilisce il futuro, che toglie la speranza, che rende l’impotenza istituzionalizzata nell’ambito della vita pubblica, incancrenendo un senso della realtà che nulla ha a che fare con il dover essere, con quello che dovrebbe essere il giusto scorrere degli eventi.
Che cosa rimane della politica quando ci si imbatte in questa frase? Solo corruzione ed interesse privato, clientelismo, autoreferenzialità dei politici, che promettono e distribuiscono favori, risorse pubbliche, senza mai affrontare le questioni di fondo, senza mai fare la cosa giusta in ogni bivio della scelta, tutto per fidelizzare i clienti piuttosto che per fare il bene della comunità.
Centri di potere sottratti al popolo per fini privati di chi comanda, che esercita attraverso un sistema burocratico farraginoso strutturato ad arcipelago, in cui ogni buona intenzione si perde prima di arrivare a produrre qualche risultato degno di nota.
Solo chi milita nella politica al suo interno sa quanta dietrologia esiste al solo fine di distruggere i progetti di chi vorrebbe effettivamente cambiare in meglio le cose.
E poi c’è chi ambisce ad entrare in una struttura siffatta e svegliandosi la mattina partorisce progetti riguardo ai nostri amici a quattro zampe privi di qualsiasi progettualità effettiva. Mi verrebbe quasi da chiedere loro se sono mai entrati in un canile, se si sono mai veramente interessati dei nostri cani di quartiere, sapere se sanno cosa significhi veramente occuparsi delle loro necessità.
A me sembra che si continui a strumentalizzare la sofferenza dei nostri animali esposti alle intemperie, al freddo d’inverno e al caldo d’estate, vittime di un sistema orrendo in cui la preoccupazione di molti operatori è più rivolta ad accaparrarsi risorse pubbliche in nome della tutela animale, piuttosto che a tutelarli realmente investendo sulle loro esigenze di cura, loro che sono considerati oggi solo come strumento di commercializzazione.
I nostri cani di quartiere necessitano di cure, di avere a disposizione un educatore, un veterinario, un canile che li accolga per evitare loro il pericolo di avvelenamento, ma allo stato non c’è nessuno che sia in grado di battersi per loro e di trovare soluzioni nel loro interesse.
I cani d quartiere hanno solo cibo e acqua ma hanno diritto ad una cuccia e quando ci sono pericoli di minacce da parte dei cittadini che non vogliono questi animali nella loro zona è inaccettabile che la politica non li metta in sicurezza, dato che sono povere creature fragili esposte a tutto.
Dovremmo proseguire su una strada volta ad un maggiore consapevolezza della tutela della salute animale, creando una struttura idonea ad accogliere i cani e togliendo di mezzo persone che fino ad ora hanno pensato più a se stesse che a raggiungere uno stato di benessere dei nostri amici a quattro zampe.