ANAAO AssoMed: Quando imparare dagli errori è troppo difficile, domani l’UTIN chiude e a rischio anche il Punto Nascita
6 agosto 2020: i giornali escono con la notizia della chiusura dell’UTIN, diffusa dall’ANAAO-assomed che denunciava, unico e solo sindacato, la desolante realtà della sanità jonica. Notizia prima smentita a livello sia aziendale che Regionale e dopo ammessa in seguito alle testimonianze delle mamme trasferite con i neonati in altri ospedali pugliesi. Politici che hanno cavalcato la notizia salvo poi disperdersi come neve al sole.
10 luglio 2021: primo trasferimento di una gravida alla 24° settimana prima a Bari dopo ad Acquaviva delle Fonti.
11 luglio 2021: telefonata di colleghi che annunciano, ufficiosamente e salvo smentita, quello che tutti aspettavamo e paventavamo da mesi. Domani l’UTIN chiude. A rischio anche il Punto Nascita.
Cosa è successo negli ultimi 12 mesi? Praticamente niente. Il concorso bandito nel gennaio di quest’anno, dopo sei mesi dall’incontro del Governatore Regionale, dott. Michele Emiliano, con i Sindacati e la Direzione Strategica dell’ASL, è stato annullato, sembra per vizi di forma. Cosa di cui si dovrebbe chiedere conto alla responsabile della Struttura Complessa che organizza, così si dice, i concorsi. Continua ad essere aperto, sembra illegalmente, il punto nascita di Castellaneta , in cui si nasce anche causa COVID sempre di meno, i medici di Bari rifiutano di venire a lavorare a Taranto, nonostante i più che lauti compensi dato che si parla, salvo verifica, di circa 80 euro/ora, ma vanno a Castellaneta. Forse perché lì si dorme come insinua qualcuno? Non è mio potere sapere o voler esprimere un giudizio. Mentre il Direttore Generale, l’avv. Stefano Rossi, il cui mandato dovrebbe finire a settembre, è impegnato ad organizzare convegni sul Covid e la Direttrice Medica del “SS. Annunziata” a fare sedute aggiuntive per vaccinare la popolazione, come se non ci fossero cose più urgenti e importanti o medici che avrebbero potuto e voluto sostituirla in un così ben remunerativo lavoro da 80 euro all’ora, la situazione è precipitata. Un primario in ferie obbligate pre-pensionamento, quindi un evento previsto e noto, cinque medici che diventano quattro perché uno sembra abbia vinto un concorso a Brindisi, a gestire una Unità di Terapia Pediatrica Intensiva. Quella che serve a garantire che piccole vite nate premature o con problemi seri di salute possano sopravvivere. Un’attività h24, sette giorni su sette. Solamente in quattro. La seconda chiusura dell’UTIN che testimonia quello che potrebbe apparire come l’ennesimo fallimento della gestione sanitaria del Direttore Rossi. Ancora una volta, dopo meno di un anno, i cittadini di Taranto e provincia, saranno privati di un loro diritto. Loro e dei loro figli non ancora nati. L’ennesima mortificazione sanitaria da parte di un Direttore Generale e di un Direttore Medico di Presidio troppo presi da altre cose per accorgersi della gravità della situazione. Oggi la chiusura dell’UTIN domani quella, possibile, del Punto nascita. Mentre ci chiediamo cosa ne sarà della Neurochirurgia con i pochi medici rimasti in servizio o le Ortopedie della Provincia o, soprattutto, come potranno continuare a funzionare i Pronto Soccorso o il Servizio 118, in un clima di assoluta incertezza organizzativa e di mancanza di visioni prospettiche. Dimenticavo, la cosa importante è bandire un concorso per primario di un reparto di Chirurgia toracica che non esiste o dividersi il “San Cataldo” anche se i dubbi sulla sua inaugurazione sono sempre più diffusi.
Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Già Venerdì scorso, in una riunione tenutasi presso l’Ordine dei Medici di Taranto con il Presidente della Commissione Sanità, Mauro Vizzino, e il Consigliere Regionale Massimiliano Stellato, la chiusura dell’UTIN era stata posta fra le tre maggiori criticità del sistema sanitario Jonico, con il Pronto Soccorso e il Servizio 118. L’Anaao, presente a quell’incontro con delega dell’FVM e con il solo rappresentante FASSID, al contrario di altri Sindacati che non hanno ritenuto opportuno partecipare e hanno fatto del silenzio la loro missione di vita, continuerà a difendere i diritti dei Sanitari e dei pazienti.
Ora chiederemo un incontro non solo al Governatore Regionale ma anche all’Assessore Regionale alla Sanità. Se vogliono che la sanità pubblica di Taranto chiuda almeno lo dicano apertamente o, per il futuro, scelgano manager all’altezza della situazione disperata ormai consolidata.