Il Buongiorno di Pina Colitta. La manutenzione della vita

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Il mio buongiorno oggi con la cura creativa dei beni comuni.

Cosa sarà mai la cura creativa dei beni comuni? Intanto prendersi cura di un bene comune vuol dire attuare una trasformazione che, se attuata con quello che abbiamo a disposizione e magari a costi zero, non può che avvenire con un effetto creativo. Una trasformazione attuata con quello che abbiamo a disposizione, con la creatività, poco alla volta, dettaglio dopo dettaglio, apportando modifiche volta per volta, senza perdere di vista l’obiettivo che abbiamo deciso di raggiungere. Un obiettivo che non ha la parola fine, semplicemente perché vivere in una città della cura vuol dire attivare sempre percorsi di costruzione, di trasformazione, facendo attenzione alla complessità e la pluralità dei bisogni, in un continuo aggiornamento degli stimoli e delle istanze. La cura quotidiana di una città, dell’ambiente naturale in cui viviamo, mare, terra, aria, oserei definirla la  manutenzione della vita che può esserci solo ripetendo quotidianamente gli stessi gesti, di pulizia degli ambienti esterni, di rispetto per gli oggetti che fanno parte del luogo pubblico. Solo questo potrà garantire una crescita progressiva, insieme ad una trasformazione ottimale.

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: “Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra”.

Giorgio Caproni
Delfini nel Golfo di Taranto – ph JDC

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