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Ischia: natura, arte e cultura su un’isola da riscoprire e da rispettare

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LACCO AMENO – Sull’Isola Verde, così chiamata per la sua lussureggiante vegetazione che ricopre anche il quiescente vulcano Monte Epomeo visibile da tutta l’isola, davvero tante sono le attrattive sia paesaggistiche che culturali che enogastronomiche. Ischia è espressione di un’antichissima cultura mediterranea, infatti fu la prima colonia fondata dai Greci in Occidente, con il nome di Pithekoussai, anche se era già nota ai Micenei. Il significato del nome antico dell’isola  è ancora motivo di indagine per gli archeologi, però una cosa è certa: Calcidesi ed Eretriesi scelsero di fondare Pitecusa per l’abbondanza di metalli da estrarre, per la presenza di acqua dolce e per la sua posizione centralissima nel Mediterraneo; infatti divenne nella sua breve vita di colonia (circa un secolo) un vivace crocevia per commerci e scambi. Collochiamo queste vicende alla fine del VIII sec. a. C, cioè all’incirca del 775 a.C.

 

Lacco Ameno, baia di San Montano (ph Sabrina Del Piano)

Ancora oggi Ischia, circa 47 kmq di estensione, è una meta turistica molto ambita anche se forse un po’ sottovalutata rispetto le altre isole campane e la Costiera amalfitana, eppure è luogo gradevolissimo per soggiornare e da visitare: clima mite, paesaggi i più diversi e mai monotoni; bellezze naturali di rilievo come spiagge, falesie, tratti di costa rocciosa, grotte sottomarine; acque termali calde incanalate in parchi termali e hotels in cui ritrovare benessere; sentieri immersi nella natura su cui avventurarsi per scoprire scorci e panorami mozzafiato, respirando aria fina in cui lo smog è solo un lontano ricordo.

Forio, Giardini La Mortella: cascata del coccodrillo (ph Sabrina Del Piano)

Sulla costa si sviluppano invece i sei Comuni isolani: Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Barano e Serrara Fontana. Oggi non si presentano più come piccoli borghi di poche case dall’economia prevalentemente vitivinicola e ittica, ma vantano alcuni estensioni anche notevoli e un’intensa vita turistica (con tutto ciò che ne consegue, di positivo e di negativo).

Fino al 30 settembre, per chi desidera approfondire o approcciarsi alla conoscenza di questo luogo autenticamente mediterraneo in cui qualche studioso avrebbe identificato l’Isola dei Feaci – la patria di Nausicaa -, segnaliamo tra le tante attività una interessante e poeticissima retrospettiva dedicata all’artista visivo Michele Petroni, conosciuto con il soprannome di Peperone. “Forio mon amour” il titolo della mostra, inaugurata il primo settembre a Villa Arbusto, Lacco Ameno, allestita negli ambienti della famosissima Villa Rizzoli posti a nord del complesso che regala ai visitatori lo spettacolo di un panorama incantevole, quasi un archetipo degli scorci ischitani, da cartolina.

Lacco Ameno, panorama visto da Villa Arbusto (ph Sabrina Del Piano)

Cos’ha di speciale Michele Peperone, oltre alla simpatia e alla proverbiale allegria velata d’amaro che ricordano commossi tutti gli amici che lo hanno conosciuto? Peperone era nato a Forio quando il borgo era ancora un semplice agglomerato di poche case di pescatori, quando l’aria profumava di mare e di limoni, quando le uve coltivate con pazienza e lentezza producevano un vino che non varcava i confini della regione campana.

Barano, spiaggia dei Maronti e isola di Sant’Angelo (ph Sabrina Del Piano)

Michele Petroni era figlio di un pescatore e di una sarta, e proprio con i ritagli di stoffa di sua madre comincia ad esprimere la sua creatività, giovanissimo. Incolla, compone, accosta sulla tela i brandelli come colori e realizza le sue prime opere. Autodidatta, eppure il suo talento colpì anche Jaqueline Kennedy che in visita a Ischia acquistò una sua opera, passa poi alle tempere (poche) e agli oli, fissando sulle tele una Forio onirica e sempre più lontana dalla realtà che andava cambiando velocemente, verso l’inevitabile progresso degli anni Sessanta. Forio si snatura e cresce sottraendo spazio ai vigneti e diventando sempre più rumorosa, caotica, “moderna”. Peperone, però, continua a vederla con i suoi occhi di fanciullo innamorato della sua terra, una terra che pian piano si trasforma e non c’è  più se non nella sua memoria. Ed ecco che allora egli si rifugia sempre più nel suo amato centro storico che ritrae come fosse creatura vivente: le torri che brindano insieme, la Chiesa del Soccorso come un’isola galleggiante abbracciata da una natura idilliaca, vendemmie fantastiche, processioni e feste, bottiglie allineate come persone, coriandoli, fuochi d’artificio e lune piene di nostalgia che fanno sorridere e piangere.

Scorcio del Porticciolo di Forio (ph Sabrina Del Piano)

Peperone non riconosceva più la sua Forio e la sua Isola Verde: traffico, edilizia, turismo non sempre educato, inquinamento hanno in parte trasformato e continuano a trasformare ogni luogo carico di fascino e di bellezza. Questa forma di colonizzazione socioeconomica non sempre è rispettosa e conservativa di ciò per cui certi luoghi destano interesse, e Petroni l’aveva ben compreso, trasferendo amarezza e denuncia nelle sue opere, ma per contrasto usando colori e forme levissime e sognanti.

Il segno grafico di Michele, al di là della sua mancanza di studio della tecnica pittorica, è un segno bellissimo perchè  è “sentimentale” e senza età: è un richiamo e un ricordo; è la denuncia di quel che è andato perduto e distrutto per l’avidità di pochi e la rincorsa a un effimero benessere ormai già decaduto; è un fischiettìo sommesso e lontano che si confonde con il vento delle balze, con il mugghiare del mare.

Panoramica di Forio e pendici del Monte Epomeo (ph Sabrina Del Piano)
Chiesa Madonna del Soccorso, Forio (ph Sabrina Del Piano)

Oggi, a dieci anni dalla morte, Michele Peperone Petroni con le sue delicate e pazienti pennellate ci ricorda che la bellezza e il valore di un luogo potrebbero non essere per sempre ma dipendono dalle scelte avventate o sagge di chi ci governa, per cui dovremmo fare molta attenzione ad amministrarlo con cura, intelligenza e amore.

Copertina del catalogo della mostra “Forio mon amour”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal catalogo della mostra “Forio mon amour” di Michele Petroni, pag. 49

 

 

 

Dal catalogo della mostra “Forio mon amour” di Michele Petroni, pag. 32

 

 

petroni
Dal catalogo della mostra “Forio mon amour” di Michele Petroni, pag. 27
Dal catalogo della mostra “Forio mon amour” di Michele Petroni, pag. 26
Dal catalogo della mostra “Forio mon amour” ritratto di Michele Petroni, pagg. 18-19
Dal catalogo della mostra “Forio mon amour” ritratto di Michele Petroni, pag. 7
Dal catalogo della mostra “Forio mon amour” di Michele Petroni, pag. 17
Flyer della mostra retrospettiva  di Michele Petroni “Forio mon amour”  
dcdcsdcFlyer della mostra retrospettiva  di Michele Petroni “Forio mon amour”  

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Sabrina Del Piano

Archeologa preistorica, dottore di ricerca in geomorfologia e dinamica ambientale, esperta in analisi dei paesaggi. Operatore culturale, ideatrice di eventi culturali, editoriali ed artistici. Expert in prehistoric archaeology, geomorphology and landscapes analysis. Cultural operator and art events organizer

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