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Al via la nuova rubrica “Poesia e dintorni” a cura di Maria Beatrice Maranò

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In queste due poesie tutta la poetica montaliana: da una parte il pessimismo nell’uomo, ma anche nel poeta, di nulla vi è certezza; nel mondo dominano l’aridità e il male. Tutto è preda del “male di vivere”. Montale tuttavia non resta schiacciato dalla sua visione negativa. Di tanto in tanto (a cominciare da “I limoni”, fino alle ultime liriche della raccolta : Crisalide …si profila la tensione di un animo, di una mente che cerca un “varco” oltre il quale, fuori della “prigione”, sorrida la vita, la felicità, la pienezza dell’essere. Il tuffo di Esterina rappresenta proprio questo!

Per usare un anacoluto caro a Manzoni …a NOI …CI PIACE non il Montale del pessimismo ma quello ottimista :

“…Mia vita è questo secco pendio,

mezzo non fine, strada aperta a sbocchi

di rigagnoli, lento franamento… Questo pezzo di suolo non erbato

s’è spaccato perché nascesse una margherita.”…”…Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti:

“ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.”

“Spesso il male di vivere ho incontrato:

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l’incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio

che schiude la divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.”( Eugenio Montale)…Spesso il male di vivere ho incontrato

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“Esterina, i vent’anni ti minacciano,

grigiorosea nube

che a poco a poco in sé ti chiude.

Ciò intendi e non paventi.

Sommersa ti vedremo

nella fumea che il vento

lacera o addensa, violento.

Poi dal fiotto di cenere uscirai

adusta più che mai,

proteso a un’avventura più lontana

l’intento viso che assembra

l’arciera Diana.

Salgono i venti autunni,

t’avviluppano andate primavere;

ecco per te rintocca

un presagio nell’elisie sfere.

Un suono non ti renda

qual d’incrinata brocca

percossa!; io prego sia

per te concerto ineffabile

di sonagliere.

La dubbia dimane non t’impaura.

Leggiadra ti distendi

sullo scoglio lucente di sale

e al sole bruci le membra.

Ricordi la lucertola

ferma sul masso brullo;

te insidia giovinezza,

quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.

L’acqua’ è la forza che ti tempra,

nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi:

noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo

come un’equorea creatura

che la salsedine non intacca

ma torna al lito più pura.

Hai ben ragione tu!

Non turbare

di ubbie il sorridente presente.

La tua gaiezza impegna già il futuro

ed un crollar di spalle

dirocca i fortilizî

del tuo domani oscuro.

T’alzi e t’avanzi sul ponticello

esiguo, sopra il gorgo che stride:

il tuo profilo s’incide

contro uno sfondo di perla.

Esiti a sommo del tremulo asse,

poi ridi, e come spiccata da un vento

t’abbatti fra le braccia

del tuo divino amico che t’afferra.

Ti guardiamo noi, della razza

di chi rimane a terra.”( Eugenio Montale) …Falsetto

Buon Compleanno a Montale nato il 12 ottobre 1896 a Genova


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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