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Il 26 novembre esce il nuovo album“ Ero romantica” di Arisa

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Milano. «Nel mondo c’è tanta cattiveria e ci sono persone che non pensano a quello che dicono e a quanto possano fare male: io sono una persona molto seria e sono ancora qua».

È la precisazione fatta da Arisa alla presentazione del suo nuovo album “Ero romantica”, in uscita venerdì 26 novembre.

«In questo disco c’è ogni parte di me, la parte erotica e la parte romantica – ha attaccato – Il romanticismo è anche sentimento di giustizia e di saggezza, molto infantile, e c’è una consapevolezza della realtà».

“Ero romantica” è un disco di undici tracce in bilico fra romanticismo e urgente bisogno di libertà, carnalità e spiritualità: a volte sofferto e struggente, in altri momenti sfacciato e disinibito, in una sorprendente alternanza fra malinconiche ballate d’amore e sfrenati ritmi dance anni ’90, acrobazie vocali e, finanche, fraseggi rap.

«Quello che c’è in questo disco è ciò che si vede sui social, in televisione – ha sottolineato – C’è una voglia di vivere, io mi lascio andare e mi metto in gioco professionalmente ma anche umanamente e sono aperta a esperienze nuove».

Un dualismo espresso già dalla separazione in due blocchi fra le canzoni più scatenate e elettroniche e quelle più lente e sentimentali, come in un ideale lato A e lato B.

«Abbiamo deciso di divere in disco in due parti – ha accennato – Un giorno a me va di emozionarmi e uno di guardare. “Ero romantica” descrive un essere umano in tutte le sue sfaccettature, estremamente godereccia e romantica, saggia, momenti che fanno sempre bene».

L’album è un atto d’amore verso l’umanità nelle sue varie sfaccettature: è il disco di un’artista che trova il senso nelle eccezioni alla regola, la verità profonda nella menzogna, in tutto ciò che non torna, che non corrisponde.

«C’è molto di me in queste canzoni – ha confidato – Alcune le ho scritte io e ma ho anche scelto delle canzoni di altri autori che potessero rappresentarmi al 100% in questa mia vita».

“Ero romantica” celebra la femminilità e le sue contraddizioni, canta di autodeterminazione femminile e di schiavitù volontaria, urla l’esigenza di cambiare punto di vista per non rimanere schiacciati dall’omologazione.

«Non voglio più vergognarmi – ha sostenuto – Mi piace trattare il mio corpo come una cosa bella; oggi che ho 39 anni, magari farei dei film soft-porn, ci penso: è una battuta. Mi piace il corpo delle donne-donne anche con doppio mento che trovo molto attraente. Mi piace sentirmi in pericolo, affacciarmi dal precipizio e vedere se c’è qualcuno disposto a prendermi in volo. Io mi butto per tutti perché non mi sento nessuno, perché al mondo esiste tutto e il tutto ha bisogno di tutti».

L’album si presenta al gioco delle due cover: una in bianco e nero che ritrae un’Arisa femme fatale da film noir ma in versione sexy punk, l’altra in un primo piano segnato dai tormenti del cuore e virato in rosa.

«Io sono per la libertà assoluta ma la nostra libertà non deve invadere o far male a quella degli altri – ha osservato – Prendiamo il vaccino: all’inizio ognuno poteva decidere se farlo o meno, oggi è una cosa fondamentale per uscirne da questa pandemia che ha fatto tante perdite, in tutti i sensi, come l’economia che è in affanno: perciò fidiamoci ogni tanto».

Il disco è stato anticipato dai singoli “Ortica”, “Psycho” e l’ultimo “Altalene”, oltre che da “Potevi fare di più”, il brano interpretato da Arisa a Sanremo 2021.

“Altalene” fotografa la contraddizione di una relazione adulterina basata su un rapporto di dominio di un partner su un altro partner. Un uomo narcisista che rende schiava una donna lucidamente disponibile a farsi sottomettere, in cambio di un piacere che è essenzialmente fisico e carnale.

 «”Altalene” è la carne viva che non trova ragione ma la sente – ha ribadito – Sa che è cosa buona e giusta consumare in fretta purché sia fuoco intenso».

Il video di “Altalene” (https://www.youtube.com/watch?v=R_0xVcK4QHY) vede protagonista Arisa insieme al collega Vito Coppola di ”Ballando con le Stelle” in cui i contrasti che definiscono la relazione fra i due amanti, il desiderio e la frustrazione, l’assenza e la presenza, i corpi e i fantasmi, esplodono simbolicamente nell’oscillazione dell’altalena e nel dualismo fra luci e ombre, bianco e nero, in un’atmosfera sospesa ed enigmatica che evoca sia il cinema surrealista sia l’immaginario da film noir.

«“Psyco” è invece una canzone che parla di me, di come sono, di come la penso sull’amore adesso, dall’ultima volta che mi ha delusa – ha confessato – Sento il bisogno di sentirmi indipendente dall’amore di un uomo, e di credere che posso farcela da sola a fare tutto, senza dare adito a chi mi giudica: è solo invidia, solo perché scelgo di essere felice e di vivere come mi va».

Manifesto del disco è il brano “Maddalena”, nome che rimanda al grande equivoco storico nato in tempi lontani e perpetuato ancora oggi, fondamento del pensiero misogino e patriarcale: Maria Maddalena è la peccatrice, Lilith, il corpo femminile che da scandalo, la strega da mandare al rogo.

«Ce l’avevo in un cassetto da tanti anni – ha rivelato – È una canzone molto forte da cantare e oggi è il momento giusto perché la posso sostenere con la mia esperienza: è molto metaforica, non mi abbandono all’uomo altrimenti non mi sento abbastanza donna; Maria Maddalena è donna peccatrice e questa canzone gli rende quello che era suo: il mio riferimento è sempre Dio».


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Franco Gigante

Il giornalista Franco Gigante, di Castellaneta, iscritto all'albo professionale dell'ordine nazionale dei giornalisti, ha cominciato a scrivere di calcio a metà anni sessanta per i settimanali regionali Il Gazzettino e NuovoSud, e di musica sui periodici nazionali Ciao2001 e NuovoSound. Come inviato musicale ha seguito per anni il Festival di Sanremo. «Nel 1982 ero inviato per il Corriere del Giorno e fui chiamato sul palco in rappresentanza dei quotidiani regionali, insieme a Sandro Mayer per i settimanali e a Mario Fegiz per i quotidiani nazionali: controfirmammo la busta con il nome del vincitore indicato da Giucas Casella che fu aperta alla nostra presenza nella serata finale: c’era il nome di Riccardo Fogli, vincitore di quell’anno con la canzone “Storie di tutti i giorni”». Ha seguito quasi tutte le edizioni di Un Disco per l’Estate a Saint Vincent, Gondola d’Oro a Venezia e Vela d’Oro a Riva del Garda. «Sul palco del Saint Vincent Estate 1978 presi parte a un gioco musicale in coppia con Fred Bongusto e trasmesso per la prima volta a colori dalla Rai; fra gli altri artisti di quella edizione c’erano anche Mia Martini, Patty Pravo, Franco Califano, Renato Zero, Tozzi, i Pooh, Oxa e Venditti». È inviato musicale dell'agenzia nazionale di stampa Italpress, è critico musicale per i quotidiani regionali Corriere Adriatico di Ancona, Il Centro di Pescara, Giornale di Sicilia, e collabora con Nuovo Quotidiano di Puglia e Buonasera Taranto. Nella sua carriera ha scritto anche sui quotidiani Corriere Mercantile di Genova, Il Giornale di Reggio, Nuovo Molise, La Gazzetta del Popolo, La Provincia di Como, Il Giornale di Calabria, La Voce di Reggio, Calabria Ora e La Gazzetta dello Sport. È stato direttore del periodico Contatto, dell’emittente televisiva RTM e di Radio 94 Taranto. Come ufficio stampa ha curato la comunicazione del Centenario della Nascita di Rodolfo Valentino, Carnevale di Putignano, CantaGargano, Ercole d'Oro, Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile, Fondazione Rodolfo Valentino, Sagra da Farnedd e dei Sapori di Puglia, Premio Internazionale Rodolfo Valentino Economia Finanza Comunicazione e Ricerca, Valentino d'Argento, Mandarino d'Oro, Premio Internazionale Città di Valentino, Concorso Internazionale Musicale Crisalide, Concorso Internazionale d'Esecuzione Pianistica Città di Valentino, Comunità L’Incontro, Carnevale di Castellaneta, Miss e Mister Bellezza Jonica, Miss Castellaneta Marina; Enti e privati cui presta, o ha prestato, il lavoro di addetto alla comunicazione sono i Comuni di Castellaneta e di Palagiano, C.I.A. Area Due Mari Taranto e Brindisi, Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme, GAL Luoghi del Mito e delle Gravine, Comunità Montana della Murgia Tarantina, Diocesi di Castellaneta, Discoteca Nafoura di Castellaneta, Discoteca DNA di Ginosa Marina, Caffè del Cavaliere di Matera, Colombata Famosa 1867 di Massafra, Jonica Eventi, Greenergy, Lega Navale Castellaneta. Ai primi anni settanta ha iniziato la carriera di dee-jay a Saint Vincent (Aosta), per proseguirla successivamente al Blu Moon di Marina di Ginosa e al Bi.Blu.Ar. di Martina Franca. A metà anni settanta ha dato vita a Radio Gieffe Castellaneta insieme ad altri appassionati di musica. «Era una delle prime radio ‘libere’ italiane della Puglia che condivisi con alcuni imprenditori per la parte economica e con molti giovani promettenti dee-jay; la radio dava voce ai cittadini con programmi di dediche e aveva anche strisce specifiche di vari generi musicali». In ambito sportivo è stato dirigente del Milan Club Castellaneta e della squadra del Castellaneta Calcio, insignito del Premio CONI 2000 e dei premi benemerenza FIGC 1992 e 2003. «Entrambe le Stelle al merito sportivo mi furono consegnate a Roma, nel 1992 dal presidente Antonio Matarrese e nel 2003 dal presidente Franco Carraro: in entrambe le occasioni l’emozione fu tantissima». Ha promosso e organizzato il Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile per quasi vent’anni insieme ad altri sportivi. Ha prestato servizio di capo stazione nelle Ferrovie dello Stato Italiane a Bari Centrale, San Basilio Mottola e a Castellaneta Campagna.

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