Agricoltura

Puglia ortofrutticola, è crisi profonda: «Ora un tavolo d’emergenza»

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«Impossibile continuare a vendere al di sotto dei costi di produzione».

CIA Agricoltori Italiani della Puglia e Confcooperative Puglia hanno inviato una lettera all’assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo ortofrutticolo regionale.

COMPARTO IN SOFFERENZA. Tutto il comparto è in sofferenza, partendo dalle campagne primaverili ed estive di raccolta con i casi clamorosi dei prezzi stracciati riconosciuti ai produttori per ciliegie e angurie. Il problema, poi, si è riproposto drammaticamente anche per l’uva da tavola, gli agrumi e, più in generale, tutti i prodotti del settore ortofrutticolo.

«I prezzi al ribasso praticati secondo le regole del massimo profitto non sono soltanto un paradosso, ma anche un’ingiustizia e uno squilibrio drammatico ingenerato da un mercato che mortifica imprese agricole, lavoratori e valore dei prodotti», hanno scritto, nella lettera indirizzata a Pentassuglia, l’organizzazione sindacale CIA Puglia e Confcooperative Puglia.

«Gli effetti perversi di un mercato impostato su prezzi al ribasso e importazioni selvagge mostra apertamente lo squilibrio nel potere di contrattazione tra i produttori e la Grande Distribuzione Organizzata. La scorsa primavera, è stato clamoroso il caso delle ciliegie pugliesi, col prezzo riconosciuto ai produttori inferiore fino a 15-20 volte al costo imposto ai consumatori nei supermercati. Durante l’estate si è evidenziato lo stesso problema per le angurie, con gli agricoltori costretti a lasciare il prodotto nei campi a causa del crollo del prezzo».

UVA DA TAVOLA. Nel comparto dell’uva da tavola, la Puglia è la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 25.085 ettari utilizzati e una produzione di 6.400.000 quintali. La provincia di Bari, da sola, registra 10.750 ettari utilizzati e una produzione annuale pari a 2.332.000 quintali. Non sono soltanto numeri di eccezionale rilievo, ma si tratta soprattutto di reddito per migliaia di lavoratrici e di lavoratori, posti di lavoro, un’economia di filiera che è motore trainante del nostro export. Per il comparto dell’uva da tavola, incombe, più di altri comparti, la questione delle royalty da pagare sulle nuove varietà. Il fenomeno sta diventando una trappola silenziosa che rischia di danneggiare seriamente gli imprenditori agricoli.

QUESTIONE ROYALTY. Per Raffaele Carrabba, presidente di Cia Puglia, «la questione è nota da tempo e riguarda tutta la Puglia: sulle uve da tavola senza semi, soprattutto, ma anche su moltissimi prodotti ortofrutticoli e agrumicoli, negli ultimi tempi si sta giocando una vera e propria guerra dei brevetti».

In alcuni Paesi, come Israele, Cile e Stati Uniti, la ricerca scientifica ha prodotto nuove varietà di frutti. La proprietà intellettuale di quelle produzioni implica il pagamento delle royalty da parte dei semplici agricoltori sul territorio, non solo per avere l’autorizzazione a coltivare determinate varietà ma anche nella successiva vendita del raccolto. Di fatto, agli agricoltori viene imposto anche a chi vendere. Un’imposizione che, se elusa, può avere conseguenze estreme, fino al taglio delle viti. In sostanza, per poter coltivare le nuove varietà, l’azienda agricola deve sottoscrivere un contratto che la vincola non solo a pagare le royalty, ma anche a vendere e commercializzare l’uva solo attraverso uffici della società che detengono il brevetto vegetale. In pratica si diventa ‘succursali’, una sorta di franchising, con qualcun altro che diventa padrone in casa nostra, di fatto titolare del destino di ogni politica commerciale e di vendita che decide al posto dell’agricoltore come e quanto coltivare e quale reddito deve andare a chi investe e lavora sul campo, si accolla il rischio d’impresa, paga fior di euro per assicurare i propri vigneti e li cura.

L’UVA DALL’EGITTO. Le regole diverse a seconda dei Paesi, anche all’interno dell’Unione europea, rendono ancora più difficile la vita dei nostri produttori. L’Olanda, per esempio, dove vige un regime fiscale particolarmente vantaggioso, annualmente satura il mercato europeo dell’uva da tavola con prodotto acquistato dall’Egitto, che viene venduto, già confezionato, al prezzo medio di 0,60 euro al chilogrammo, contro il prezzo medio di 1,20 euro al chilogrammo dei produttori e commercianti italiani.

Per Sergio Curci, responsabile GIE Ortofrutta di Cia Puglia, «non è possibile vendere le nostre uve ad un prezzo più basso di 1,20 euro al chilogrammo, un prezzo peraltro appena sufficiente alla sola remunerazione dei costi. L’Olanda ha stretto accordi commerciali con i produttori egiziani ed ha realizzato una grande piattaforma logistica di distribuzione del prodotto egiziano. Peraltro, l’Europa, irragionevolmente, ha investito grosse somme in Egitto con finalità di ricerca e per la realizzazione di nuovi impianti con varietà di uva da tavola innovativa, anche senza semi. Attualmente gli egiziani hanno una produzione di buona qualità e ogni anno aumentano le proprie estensioni a frutto per migliaia di quintali. Avvalendosi di una manodopera a costo bassissimo, l’Olanda può oggi distribuire sul mercato europeo una grande quantità di uva da tavola, con e senza semi, di buona qualità a prezzi stracciati e improponibili per i produttori italiani».

LE CALAMITÀ. È noto a tutti che l’agricoltura è un’industria a cielo aperto. Ogni giorno, ogni stagione deve fare i conti con le calamità atmosferiche sempre più in agguato.

«Le gelate primaverili prima, la persistente siccità e le calure africane che hanno caratterizzato questa estate hanno messo a dura prova le coltivazioni e le imprese agricole – dichiara Vincenzo Patruno, presidente Confcooperative Puglia – Per salvare le produzioni, i viticoltori hanno dovuto far ricorso a innumerevoli irrigazioni di soccorso con un aggravio di costi per i bilanci delle aziende. Per effettuare le irrigazioni, gli agricoltori hanno dovuto fare i conti con una rete irrigua obsoleta e non in grado di far fronte alle esigenze irrigue delle coltivazioni».

Anche in questi giorni un’altra vera e propria calamità si sta abbattendo sull’uva da tavola. Le nebbie e le temperature al di sopra delle medie stagionali stanno distruggendo le produzioni ancora presenti in grandi quantità sulle piante. Umidità e temperature che stanno favorendo lo sviluppo di muffe che la mano dell’uomo non riesce a fermare né con il diradamento dei chicchi né con i trattamenti fitosanitari.

Secondo le due associazioni, «occorrerà chiedere il riconoscimento dello stato di calamità. Pertanto, al fine di poter dare una risposta agli imprenditori agricoli, chiediamo la convocazione del Tavolo ortofrutticolo regionale per affrontare il problema con l’intera filiera e con le istituzioni preposte per porre in atto azioni volte a salvaguardare il comparto».


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Franco Gigante

Il giornalista Franco Gigante, di Castellaneta, iscritto all'albo professionale dell'ordine nazionale dei giornalisti, ha cominciato a scrivere di calcio a metà anni sessanta per i settimanali regionali Il Gazzettino e NuovoSud, e di musica sui periodici nazionali Ciao2001 e NuovoSound. Come inviato musicale ha seguito per anni il Festival di Sanremo. «Nel 1982 ero inviato per il Corriere del Giorno e fui chiamato sul palco in rappresentanza dei quotidiani regionali, insieme a Sandro Mayer per i settimanali e a Mario Fegiz per i quotidiani nazionali: controfirmammo la busta con il nome del vincitore indicato da Giucas Casella che fu aperta alla nostra presenza nella serata finale: c’era il nome di Riccardo Fogli, vincitore di quell’anno con la canzone “Storie di tutti i giorni”». Ha seguito quasi tutte le edizioni di Un Disco per l’Estate a Saint Vincent, Gondola d’Oro a Venezia e Vela d’Oro a Riva del Garda. «Sul palco del Saint Vincent Estate 1978 presi parte a un gioco musicale in coppia con Fred Bongusto e trasmesso per la prima volta a colori dalla Rai; fra gli altri artisti di quella edizione c’erano anche Mia Martini, Patty Pravo, Franco Califano, Renato Zero, Tozzi, i Pooh, Oxa e Venditti». È inviato musicale dell'agenzia nazionale di stampa Italpress, è critico musicale per i quotidiani regionali Corriere Adriatico di Ancona, Il Centro di Pescara, Giornale di Sicilia, e collabora con Nuovo Quotidiano di Puglia e Buonasera Taranto. Nella sua carriera ha scritto anche sui quotidiani Corriere Mercantile di Genova, Il Giornale di Reggio, Nuovo Molise, La Gazzetta del Popolo, La Provincia di Como, Il Giornale di Calabria, La Voce di Reggio, Calabria Ora e La Gazzetta dello Sport. È stato direttore del periodico Contatto, dell’emittente televisiva RTM e di Radio 94 Taranto. Come ufficio stampa ha curato la comunicazione del Centenario della Nascita di Rodolfo Valentino, Carnevale di Putignano, CantaGargano, Ercole d'Oro, Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile, Fondazione Rodolfo Valentino, Sagra da Farnedd e dei Sapori di Puglia, Premio Internazionale Rodolfo Valentino Economia Finanza Comunicazione e Ricerca, Valentino d'Argento, Mandarino d'Oro, Premio Internazionale Città di Valentino, Concorso Internazionale Musicale Crisalide, Concorso Internazionale d'Esecuzione Pianistica Città di Valentino, Comunità L’Incontro, Carnevale di Castellaneta, Miss e Mister Bellezza Jonica, Miss Castellaneta Marina; Enti e privati cui presta, o ha prestato, il lavoro di addetto alla comunicazione sono i Comuni di Castellaneta e di Palagiano, C.I.A. Area Due Mari Taranto e Brindisi, Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme, GAL Luoghi del Mito e delle Gravine, Comunità Montana della Murgia Tarantina, Diocesi di Castellaneta, Discoteca Nafoura di Castellaneta, Discoteca DNA di Ginosa Marina, Caffè del Cavaliere di Matera, Colombata Famosa 1867 di Massafra, Jonica Eventi, Greenergy, Lega Navale Castellaneta. Ai primi anni settanta ha iniziato la carriera di dee-jay a Saint Vincent (Aosta), per proseguirla successivamente al Blu Moon di Marina di Ginosa e al Bi.Blu.Ar. di Martina Franca. A metà anni settanta ha dato vita a Radio Gieffe Castellaneta insieme ad altri appassionati di musica. «Era una delle prime radio ‘libere’ italiane della Puglia che condivisi con alcuni imprenditori per la parte economica e con molti giovani promettenti dee-jay; la radio dava voce ai cittadini con programmi di dediche e aveva anche strisce specifiche di vari generi musicali». In ambito sportivo è stato dirigente del Milan Club Castellaneta e della squadra del Castellaneta Calcio, insignito del Premio CONI 2000 e dei premi benemerenza FIGC 1992 e 2003. «Entrambe le Stelle al merito sportivo mi furono consegnate a Roma, nel 1992 dal presidente Antonio Matarrese e nel 2003 dal presidente Franco Carraro: in entrambe le occasioni l’emozione fu tantissima». Ha promosso e organizzato il Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile per quasi vent’anni insieme ad altri sportivi. Ha prestato servizio di capo stazione nelle Ferrovie dello Stato Italiane a Bari Centrale, San Basilio Mottola e a Castellaneta Campagna.

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