Quel patologico sentimento divino nel “Delyrio” di Stefania Romito – Recensione di Santina Gullotto
Singolare il linguaggio usato dall’autrice nel romanzo fresco di stampa “Delyrio” (La Bussola – Gruppo Aracne Edizioni) che fa di queste pagine un’attrazione di lettura coinvolgente, un romanzo che sa di antico e moderno, di tutto ciò che riguarda i sentimenti che si scatenano in un’anima rapita dall’amore proibito, fuori dalle righe illegali, contro le regole che detta la società.
In queste pagine risalta la liricità del racconto che nel suo percorso poetico evoca ripetutamente lo stato doloroso del protagonista che vive suo malgrado un sentimento pensato raro ma che in fondo accomuna gli esseri sia deboli che sensibili a sentimenti proibiti.
Il dialogo creato dall’uomo maturo, tradendo i propri principi e la donna che aveva scelto per la vita, è doloroso e straziante.
Il personaggio vive in uno stato che lo tiene prigioniero per molti anni in un sentimento che lo logora ma che gli riempie la vita, anche se vivere di un amore tanto logorante e straziante è quasi l’inferno sulla terra. Un uomo che fa i conti ogni giorno con la figura della moglie fedele che gli sta accanto e che finge di non sapere. Un uomo che fa dell’amore un sentimento patologico, anche se divino, per non prendere coscienza della responsabilità di non aver preso una decisione al momento giusto, preferendo la quiete domestica alla passione esasperata per il suo giovane amore “Alyssa”.
La ricerca della felicità comporta rinunce, compromessi e soprattutto coraggio. Quello che il nostro prof. non ha. Rivolge ad Alyssa le sue domande, per avere coraggio e conferme, quelle che non avrà mai.
Le metafore che Stefania descrive attraverso il suo personaggio sono molto interessanti e profondamente sottili e in questo romanzo prendono una posizione centrale. Vi è molta filosofia.
Un romanzo proiettato ad un modo di concepire la vita e l’amore in maniera particolare e comune nello stesso tempo, quasi irreale. La Narrazione di un amore che non lascia respiro al personaggio.
Non c’è amore che non ferisca, non c’è amore senza dolore, non esistono amori facili, e questo romanzo di Stefania ne è prova tangibile.
L’attesa diventa strategia, quasi la vendetta di Alyssa, la separazione che diventa agonia di un amore quasi patologico. Un amore condizionato dalla società e dai propri principi.
Ma è Alyssa che in fondo dirige la partita e ne detta le regole come speranza che toglie certezze. La sottile vendetta per l’indecisione nella scelta di restare lì al sicuro.
La luna che resta impassibile a guardare testimone gli accadimenti che torturano o fanno sognare.
Stefania Romito un’autrice delicata ma piena di passioni tutte da scoprire e da leggere in questo suo romanzo… al quale ben si adagia questa mia poesia dal titolo “Incerto mare”: Vagar per l’incerto mare tra crespate onde/che imbiancano spumeggiando/l’azzurro scuro e profondo…/Vagar nell’incertezza è prediletto/anziché fidarsi delle certe/spiagge, assolate e gialle /bruciate dal sole ardente/finché dietro una nube si nasconde../E scegli quell’incerto mare/che nel suo azzurro si perde all’orizzonte…/Lasci la presa dell’amato scoglio…/Sciogli la fune e liberi la zattera/che ondeggia incerta tra un’onda e un’altra../Nel solingo vagabondare/non c’è incertezza che s’intraponga/alla poca accortezza, finché sfinita e stanca all’incerto mare affida ogni tristezza…/
Santina Gullotto è scrittrice e poetessa, autrice di diversi libri tra cui “Identità perdute”, “L’ultima luce prima del buio” e “Nuvole che corrono”