Taranto: la SP 122 teatro di crimini ambientali, il Sindaco lo sa?
TARANTO – Strada Provinciale 122, meglio conosciuta come Litoranea Salentina. Siamo tra Lido Checca e Torretta Mare, cioè nell’Isola amministrativa del Comune di Taranto. Dove la SP 122 incrocia Via degli Abeti. Coordinate Google Maps: 40.336837, 17.393100. Basta inserire questa sequenza di cifre nella stringa di ricerca dell’app, che essa vi porta esattamente qui: a una delle belle discariche abusive in bella vista sulla strada. Tra l’indifferenza di chi ci abita, di chi ci passa, di cittadini e amministratori di un territorio che andrebbe invece tutelato, protetto e preservato. Nessuno vede niente, nessuno sa niente. Eppure qualcuno un cartello con la scritta “Divieto di discarica” l’ha pur messo, e anche un altro cartello che indica che nelle immediate vicinanze ci sono delle videocamere. Sarà vero, o è il solito avviso fasullo per intimorire qualche credulone a non scaricare la propria immondizia in quel punto? Dalla foto pare che una videocamera installata sul palo lì presente ci sia davvero, ci sarebbe da chiedersi se sia funzionante…

Pare che i mammiferi siano animali abitudinari. I cani, per esempio, sia quelli domestici che i randagi, hanno una loro mappa mentale dello spazio che ritengono il “loro”, per cui quando devono espletare i loro bisogni corporali si attengono scrupolosamente alle indicazioni che hanno memorizzato giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, compiendo gli stessi tragitti e “marcando il territorio”, appunto, con l’urina e le feci. Sempre nelle stesse ore, sempre negli stessi posti: angolini di marciapiedi, pali dei semafori, alberelli o cespugli sono i loro riferimenti nello spazio, i loro bookmarks, il loro sistema di coordinate spaziali. Ma anche il loro gazzettino; è il loro modo di comunicare ai loro simili: “Qua ci sono io, questa zona è mia”.

Infatti chi ha un cane sa bene quanto sia difficile, quando capita di cambiare casa o città, “riabituare” il cane a fare i propri bisogni. L’animale ha perso i suoi riferimenti perché si trova in una zona nuova, sconosciuta, non trova più i suoi “appunti” olfattivi, e ne deve creare di nuovi. Nel frattempo il cane vive un periodo di disorientamento e può capitare che sporchi in casa, che faccia dei dispetti, che si comporti in modo bizzarro o aggressivo fino a quando avrà creato delle nuove abitudini, una nuova routine che gli darà sicurezza e che gli avrà permesso di conquistare un nuovo territorio. Basta osservare gli animali domestici, quindi, per comprendere facilmente quello che la psicologia comportamentale insegna: le abitudini creano sicurezza.

L’Uomo non fa eccezione perché anch’egli è un mammifero, e benché dotato della corteccia cerebrale cioè la parte più evoluta del cervello, al di sotto della corteccia ci sono strati più “primitivi” che gestiscono emozioni, istinti e comportamenti più basici. Può quindi capitare, e capita, che il bisogno di sicurezza derivante dal perpetuare un’abitudine sia più forte dell’analisi critica dell’abitudine stessa, in caso di modificazioni ambientali che dovrebbero modificare le abitudini radicate precedentemente. In altre parole: la cieca abitudine prevale sul ragionamento sensato. Una lampante prova di tutto questo sono le foto che abbiamo scattato sulla SP 122 il giorno 26 novembre 2021: confrontandole con le immagini di Street View datate luglio 2021, un’utile funzione di Google Maps che fornisce le immagini fotografiche che le autovetture di Google registrano mediante un dispositivo ottico montato sul tettuccio dell’autoveicolo stesso, che poi Google pubblica periodicamente, non solo nella provincia di Taranto, ma in tutto il globo, e riguarda tutte le strade pubbliche finora percorse dalla Google Car, si può facilmente notare come nonostante siano stati rimossi i cassonetti recanti chiaramente la dicitura “AMIU Taranto”, e nonostante qualcuno (non sappiamo se pubblica amministrazione o privati cittadini) abbia affisso i cartelli “Divieto di discarica” e “Zona videosorvegliata”, qualcun altro sistematicamente si impegni a scaricare la propria immondizia in quel preciso punto. Questo comportamento all’apparenza illogico, in realtà risponde al bisogno primitivo di perpetuare un’abitudine radicata così come spiegato prima, anche se le condizioni ambientali si sono modificate. I cassonetti non ci sono più? non fa niente, quello è il “punto” dove scaricare, e io scarico lo stesso. Prima o poi magicamente l’immondizia sparirà. Ci dispiace deludere il misterioso o i misteriosi immondezzari abusivi, ma “magicamente” i rifiuti non scompaiono. Verranno corrosi da acqua, sole e vento; dispersi dagli animali randagi, i rivoli d’acqua inquinata dai rifiuti percoleranno nel terreno trasferendo le tossine nel suolo circostante o peggio, se incontreranno un corso d’acqua sotterraneo come ce ne sono tanti in quella zona, confluiranno in esso inquinandolo a sua volta. Molte delle case e delle villette in quella zona balneare hanno dei pozzi che forniscono acqua corrente, in mancanza di acqua di rete, per gli usi domestici: quindi niente di più facile che chi abita in quella contrada apra il rubinetto di casa e usi dell’acqua contaminata. Tutto questo perché? Per il perpetuare di una illogica ma rassicurante, insana e criminale abitudine? Proprio come i cani che amano defecare in quel “certo” angolino di strada? Ci sarebbero tante domande che, a questo punto, verrebbe spontaneo di fare, eppure le prime due sono: perché sono stati rimossi quei cassonetti? E il Sindaco di Taranto, o chi per lui, LO SA?

