IL BUONGIORNO DI PINA COLITTAPRIMO PIANO

Il buongiorno di Pina Colitta. Quando fare l’albero di Natale?

Condividi

Un buongiorno con un interrogativo esistenziale, ma natalizio: quando fare l’albero di natale? E’ fuor di dubbio una delle usanze più comuni nel mondo, ma non c’è una data precisa per addobbare l’albero di Natale. Ognuno eredita le abitudini della propria famiglia, e poi decide di mantenerle oppure di cambiarle, in base a numerosi motivi. In alcune famiglie, però, l’albero è meno importante rispetto al presepe, che ha un carattere maggiormente religioso; in altre è irrinunciabile, ognuno in pratica organizza gli addobbi natalizi influenzato dai rituali ereditati dalla propria famiglia. Infatti, nel nostro immaginario, l’albero di Natale richiama scene della nostra infanzia, della festa, dei regali, dei pranzi e cene con familiari e parenti, richiama quindi, una dimensione relazionale. Ma anche il nostro amato albero di Natale ha dietro il suo esistere una ragione simbolica che, peraltro non ha niente a che vedere né con la relazione e né con i rapporti con gli altri, ma semplicemente con l’evoluzione dell’individuo e con la sua crescita e il suo rinnovamento personale. Infatti le sue decorazioni e le sue luci scintillanti, inserite nel
cuore dell’inverno, nel mese in cui il buio è più prolungato e il gelo o la neve ricoprono la terra, cosa mai potrebbe rappresentare se non la luce, il rinnovamento della vita, la rinascita? Ecco se prendessimo l’abitudine di usare alberi veri e poi restituire alla terra proprio come viene celebrato l’abete in un antico canto tedesco dell’800, un albero speciale e magico, che ha la capacità di restare sempre verde mentre gli altri alberi perdono le foglie:

“Tu sei verde non solo
d’estate / No, anche in inverno quando nevica / Oh abete, oh abete /
Il tuo vestito vuole insegnarmi qualcosa / La speranza e la costanza /
Mi danno forza e coraggio in ogni momento”.

E dunque l’albero di Natale simboleggia quindi la speranza, la perseveranza, la fiducia, la forza che possono sostenerci anche nei momenti più difficili.
E anche oggi chiedo aiuto all’amico Jung, per il quale l’albero di Natale è il simbolo di trasformazione e di autorealizzazione, e non riguarda la relazione con gli altri, ma con noi stessi ed espressione del forte desiderio di ricercare chi siamo, di sviluppare la nostra parte spirituale, di avere una buona relazione con noi stessi. E da questa realizzazione, come persone autentiche e appagate, si instaurano le buone relazioni anche con gli altri…

Meravigliosa poi l’interpretazione simbolica dello sviluppo verticale dell’abete, con l’usanza di mettere sulla sua cima un puntale, cosa sarà mai? E’ il nostro bisogno di avvicinarci al divino e allo
spirituale con l’aiuto del nostro albero di Natale che diventa uno strumento di comunicazione tra cielo e terra, in pratica secondo un’accreditata interpretazione psicologica potrebbe rappresentare il salire a uno stadio superiore, avere una migliore conoscenza di noi stessi, affrontare le nostre difficoltà con uno sguardo più ampio, addivenire a una riappacificazione con noi stessi. Non potevo io stessa non interrogarmi sulla necessità da me avvertita di decorare prestissimo il mio albero e soprattutto il resto della casa. Ho trovato le risposte che cercavo nella psicoanalista S. McKeown, la quale sostiene che le persone che decorano l’albero di Natale (o il resto della casa) in anticipo sono più felici della media e vivono meglio le proprie emozioni.
Quando addobbo il mio albero ritorno bambina e non mi ferma il neanche il mal di schiena quando recupero, attraverso questo rituale allestimento, la dimensione bambina che è in me …e mi riconnetto con quelle emozioni dell’infanzia, distraendomi almeno per un momento dai problemi. E’ pur vero che intensa connotazione emotiva dell’albero di Natale può anche muovere emozioni dolorose e ricordi tristi, e la scelta di portare avanti l’usanza o invece di interromperla per uno o più anni o per sempre, è fortemente soggettiva. In occasione di un lutto di una persona cara, ad esempio, perché il dolore non lascia spazio a nessun desiderio di festeggiare; io ho fatto la scelta scelta opposta e ho sentito il bisogno di onorare la persona perduta e colmare il vuoto dei suoi affetti proprio portando avanti un rituale che essa stessa amava e sentendola in questo modo più vicina. Al di là delle scelte personali Io penso che è importante restare in contatto con le nostre
emozioni e riconoscerci il diritto di fare quello che  corrisponde al nostro sentire.

A sud del golfo di Finlandia la notte
vicino al mare brumoso
l’albero di Natale scintilla
tra oscure torri gotiche
corazze di cavalieri teutoni
e ciminiere di fabbriche
l’albero di Natale
l’albero di Natale canta
sulla piazza bianca di neve
canzoni dell’Estonia
lunghissimo scintillante
pagliuzzato d’oro
l’albero di Natale

tu sei nella palla di vetro rosso
i tuoi capelli son paglia gialla le ciglia azzurre
sono io che l’ho appesa
mettendotici dentro
il tuo collo bianco è lungo e rotondo
ti ho messa nella palla di vetro rosso
con i miei dubbi
con le mie ansietà con le mie parole
le mie speranze le mie carezze
a tutti gli alberi di Natale a tutti gli alberi
a tutti i balconi le finestre i chiodi le nostalgie
ho appeso la palla di vetro rosso.

Nazim Hikmet


Condividi

Valentina D'Amuri

Laureata in Progettazione e Gestione Formativa nell'era digitale, consegue il Master di II livello in Studi Strategici e Sicurezza Internazionale in concomitanza con il Corso Normale di Stato Maggiore della Marina Militare. Instructional Designer, collabora alla produzione di diversi progetti in ambito civile e militare."Non chi comincia ma quel che persevera"

Lascia un commento