L’umorismo pirandelliano – il sentimento del contrario
di Stefania Romito
Pirandello affronta il problema della perdita dell’identità da parte dell’individuo. Con lui si assiste alla frantumazione dell’Io. Questa visione nasce dai cambiamenti storici, sociali, economici, avvenuti tra la fine dell’800 e i primi 20 anni del ‘900. Infatti, in questo periodo assistiamo alla nascita della società di massa che tende ad omologare gli individui, non valorizzando la soggettività ma massificandola.
Per Pirandello la società borghese e le sue istituzioni sono una trappola mortificante perché costringono l’individuo a rinchiudersi in una forma e a indossare delle maschere. A l’uomo restano soltanto due possibilità di salvezza: la prima è la fuga nell’irrazionale, evadere dall’immaginazione. La seconda è la follia, che è per Pirandello è lo strumento che meglio smaschera i paradossi della nostra esistenza e la vita sociale in cui siamo costretti e che non ci appartiene realmente.
Chi si isola diventa forestiero della vita. Il forestiero è colui che ha capito il gioco, si isola, e osserva gli altri uomini che sono invece intrappolati nelle convenzioni sociali, nelle maschere e li guarda con umorismo ma anche con pietà.
Tuttavia, anche il forestiere può conoscere la realtà solo parzialmente, perché per Pirandello non esiste una sola verità. Nasce il concetto di “relavismo conoscitivo”, ognuno ha la sua verità, il suo modo soggettivo di vedere le cose. Ne consegue l’impossibilità per gli uomini di comprendere e comunicare tra loro.
L’incomunicabilità nasce da due aspetti: il primo è un problema semantico. Ciascuno di noi attribuisce ai termini un significato personale. Il secondo aspetto è che l’individuo non sa ascoltare gli altri perché tende a ricondurre l’altrui comunicazione dentro i propri schemi interpretativi. Per Pirandello. l’uomo vive in solitudine e non riesce ad ascoltare profondamente i propri bisogni e i propri desideri.
L’elaborazione della poetica pirandelliana avviene tra il 1904 e il 1905 quando scrive il saggio l’Umorismo. Per Pirandello l’umorismo è il sentimento del contrario, cioè la capacità di cogliere lucidamente le contraddizioni della vita umana. In particolare questa riflessione si sviluppa evidenziando il contrasto tra la forma e la vita (che scorre) tra il personaggio e la persona.
Pirandello afferma che l’uomo ha continuamente bisogno di auto-inganni, cioè ha bisogno di credere che la vita abbia un senso e per questo organizza la propria esistenza seguendo regole che rafforzano l’illusione. In realtà il soggetto si costringe a vivere in una forma, ma facendolo non è più una persona ma diventa un personaggio, una maschera che recita la parte che la società vuole avere da lui.