Il Buongiorno di Pina Colitta. La più grande unità sociale
Oggi, sempre narrando di famiglia inizio con una citazione di Federico Fellini “La più grande unità sociale del paese è la famiglia. O due famiglie: quella regolare e quella irregolare.” Ecco diciamo che in quelle “irregolari” potremmo anche includere quei genitori che spesso sono convinti che il loro modo di essere tali è la perfezione e da parte dei figli niente sarà mai abbastanza per raggiungere quella perfezione … Mi riferisco alla sorte, spesso inevitabile, che tocca ai figli della famiglia perfettina che non potranno mai sapere se hanno fatto bene qualcosa, perché nessun elemento di questo tipo di famiglia (spesso i genitori) mai lo dirà e purtroppo, per questi pignoli esperti della perfezione, poco, spesso niente, fatto da questi figli, sarà mai abbastanza. Ma un genitore non dovrebbe essere un dispensatore continuo di saggi consigli? E come dice Harry Truman “Il modo migliore per dare consigli ai tuoi figli è scoprire cosa vogliono e poi consigliare loro di farlo.” Eppure non è sempre così, anzi… Ciò che desta perplessità, comunque, non è il comportamento consueto da perfettisti, ma il loro meravigliarsi di fronte allo stress accumulato da un proprio figlio… Stress che, in molti casi, si trasforma in vera e propria depressione. E cosa mai potrebbe accadere quando l’ambiente esterno al nucleo famigliare dimostra invece che non si è poi così perfetti? In questo caso l’unica e reale sensazione provata è quella che il mondo intero possa crollare addosso. E qui il Piccolo Principe docet: “La perfezione non si ottiene quando non c’è più nulla da aggiungere, bensì quando non c’è più nulla da togliere”. Mentre la famiglia perfezionista obbliga i propri membri ad essere i migliori, la famiglia che scredita li sabota. In questo caso in una giovane mente in essa presente si configura solo un messaggio negativo che diviene nutrimento e parola d’ordine per la sua esistenza: “non sei buono a nulla”!
Anche in questo caso un giovane, spesso paragonato agli altri più bravi, più capaci, ne esce sempre come perdente… L’accudimento perfetto e ineccepibile di questo tipo di famiglia, si traduce spesso in un paragone continuo con altri suoi coetanei, che sono sempre di più e meglio; questo maldestro tentativo di favorire in un figlio il suo fare meglio e mettere in campo le sue potenzialità, invece, spesso
e volentieri, si trasforma in un continuo accumulo di stress e relazioni familiari stressanti che si potrebbero tradurre in malessere psichico e fisico ovviamente. E sapete qual è spesso il clichè di questa struttura familiare? I membri di questa famiglia continuano a screditarsi a vicenda e parlano degli altri che sono sempre il meglio, come se nessuno tra di loro valesse niente. Immaginiamo solo per un momento cosa possano provare i bambini che vivono con questo tipo di situazioni!!!
Povere anime come mai potranno crescere? Solo sentendo di essere inutili… Il risultato da adulti?
Spesso divenire persone insicure e invidiose, oltre ad essere convinte di non poter essere amati! Purtroppo, spesso non sanno amare a loro volta ed è probabile che possano stabilire delle relazioni
distruttive. Gli adulti che sono cresciuti in queste famiglie sentono il bisogno di amore, ma non sanno né chiederlo né darlo. È la condizione del disamore, in cui sicuramente ci potrà essere un ambiente protettivo, in apparenza senza contrastare il bisogno conoscitivo ed esplorativo di un figlio, ma il tutto accade in un’atmosfera di deprivazione emotiva, con un’affettività distante e non calorosa. In questo contesto è facile per una persona non vedersi sentirsi amata, ma triste e vuota. La famiglia nasce nella mente di un bimbo e spesso l’idea che di essa quel bimbo si fa, rimane indelebile per tutta la sua vita.
E allora questo articolo non posso che concluderlo con una filastrocca di Mario Lodi. Diciamo anche per alleggerire il contenuto, diciamo un po’ impegnativo!!!
LA FAMIGLIA
Basta un papà e una mamma
un figlio o una figlia
per fare una famiglia.
Le famiglie formano un paese
e qualche volta persino una città.
Al caldo o al gelo,
nella capanna o dentro al grattacielo
nei paesi e nelle città
vive la grande famiglia umanità.
di Mario Lodi