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Grottaglie: Lo scandalo del cantiere colombiano.

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Quando lunedì scorso alcuni residenti del centro storico mi hanno investito della questione del cantiere di Via San Francesco De Geronimo, evidentemente sbagliando, in luogo del solito articolo giornalistico di denuncia e della solita interrogazione mediatica, ho ritenuto preferibile la via del dialogo, sollecitando un intervento dell’Assessore competente, congiuntamente ad un comunicato stampa che desse chiarimenti alla cittadinanza in merito alla tempistica dei lavori, alla loro sicurezza nei confronti dei residenti e in merito alla possibilità di accesso dei mezzi e del personale di soccorso in caso di necessità.

Non c’è stato alcun intervento e chiarimento da parte della Amministrazione comunale e giustamente, data la gravità della situazione, Fratelli d’Italia ha scritto al Prefetto di Taranto sollecitando un immediato intervento al fine di ristabilire condizioni di sicurezza per la cittadinanza.

Le immagini pubblicate ieri hanno dell’incredibile e palesano una totale violazione delle più basilari norme tecniche di sicurezza in materia di lavori pubblici.

Il primo luogo non è ammissibile che i residenti siano stati isolati nelle propri abitazioni avendo come unico mezzo di accesso alla pubblica via una tavola di legno appoggiata in modo del tutto instabile ai margini di una voragine, un passaggio questo assolutamente inutile data la presenza di una rete metallica che inibisce ulteriormente e invalicabilmente il passaggio ad uno stretto sentiero pedonale ricavato tra cumuli di macerie.

Inoltre risulta assolutamente illegittimo il deposito temporaneo di materiali in prossimità degli usci di ingresso alle abitazioni sul versante opposto della pubblica via, senza contare la assoluta impossibilità per il personale di soccorso di intervenire in caso di necessità.

A questo punto mi domando chi sia stato il progettista del Piano di Sicurezza e Coordinamento, e ancor più mi domando se questo piano, obbligatorio per legge, esista in questo cantiere che ha tutta l’aria di essere uno scempio al di fuori di ogni grazia di Dio e di ogni legislazione umana.

I lavori, per quello che mi risulta sono di competenza dell’Acquedotto Pugliese spa che opera con imprese locali in regime di sub-appalto, ma la prerogativa della Amministrazione comunale, in persona del Sindaco pro-tempore e dell’Assessore competente in materia di lavori pubblici, strade e marciapiedi e centro storico è quella di assicurare il rispetto e la sussistenza di condizioni di sicurezza atte a garantire l’incolumità dei cittadini e i loro diritti costituzionalmente garantiti quali il diritto di accedere alle proprie abitazioni.

Non c’è bisogno di ricordare il caso di una anziana donna di Grottaglie morta qualche anno fa per la mancanza di ringhiere in una pubblica via, per capire che il problema della sicurezza, oltre ad essere di primaria importanza e di urgente risoluzione, costituisce un dovere morale prima ancora che un onere politico, un dovere che vedendo queste immagini, non sembra essere stato preso minimamente in considerazione dai nostri Amministratori.

Per giorni ho cercato invano notizie sulla questione, ma altro non ho trovato che la trionfante comunicazione social in merito alla inaugurazione delle nuove giostrine in Piazza Principe di Piemonte.

Ancora una volta i grottagliesi vengono trattati come minorati cognitivi e letteralmente come bambini a cui donare il giocattolo nuovo per comprarne il silenzio.

Tutto questo è inammissibile in una società basata sullo stato di diritto, indipendentemente dall’esito delle ultime competizioni elettorali.

Qui stiamo parlando di civiltà e spero vivamente che la comunità grottagliese esiga un minimo di rispetto da parte di questi Amministratori troppo spesso assenti e “distratti”, tranne che sulle piccole questioni populiste atte a strappare un facile consenso su quelli che dovrebbero essere aspetti minori, secondari e ordinari dell’agire politico-amministrativo.

Speriamo di ottenere chiarimenti a breve dalla Amministrazione comunale.


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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