APERTAMENTE di Mario Guadagnolo. Fino a quando abuserete della pazienza del popolo tarantino? Quando si tornerà alla politica seria?
Ennio Flaiano, scrittore, sceneggiatore e giornalista, una delle menti più lucide della cultura del secolo testè trascorso con uno dei suoi famosi e taglienti aforismi volendo fotografare con la sagace ironia che gli era propria la situazione politica in Italia dell’epoca scrisse una volta “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”.
Leggendo della candidatura a sindaco di Taranto di Walter Musillo e vedendo in streaming la conferenza stampa di quella che pomposamente è stata ribattezzata “La grande alleanza per Taranto” mi è venuto in mente proprio quell’aforisma.
Oggi all’hotel Salina è andato in scena il fallimento totale del centro destra jonico che, incapace di trovare al proprio interno la quadra intorno ad un proprio candidato credibile, ha costruito un accordo posticcio con il gruppo di Patto per Taranto facendo ricorso ad una sorta di commissario esterno pescato nelle file del fuoruscitismo nostrano e individuandolo nel leader di questo fuoriuscitismo dal PD che è Walter Musillo. Insomma è come se Salvini, Berlusconi e Meloni non trovandosi d’accordo sulla premiership chiamassero Massimo D’Alema a rappresentarli e lo eleggessero loro candidato alla Presidenza del Consiglio. La seconda pièce che è andata in scena stamattina all’hotel Salina è stata la saga del fuoriuscitismo da destra, dal centro, dalla sinistra, dal centro destra, dal centro sinistra e chi più ne ha più ne metta. Il risultato un’accozzaglia, un pots-pourris di persone dalle provenienze più disparate, insomma la saga dei trasformisti, dei voltagabbana, dei saltimbanchi. Ho seguito con interesse i vari interventi nel tentativo vano di trovare un collante che unisse tutte queste persone. Niente di niente. Idee? Il vuoto pneumatico. Programmi? Manco per niente. Progetti? Neanche a parlarne.
Il povero Walter Musillo, davvero un bravo ragazzo che, lo dico con sincero affetto nei suoi confronti, mi fa una tenerezza infinita perché non sa in quali casini si è andato a mettere, è stato rimesso in corsa da un ipocrita passo indietro di Gugliotti che, da vecchia volpe qual è , ha capito che per lui non ci sarebbe stata trippa pe gatti ed ha fatto buon viso a cattivo gioco. Bene, Musillo nel suo intervento conclusivo, dopo le giaculatorie di rito sulla forza di questa alleanza tirata in ballo in verità più per darsi e dare coraggio ai fans che reale, ha dovuto ammettere candidamente. “Non chiedeteci quali programmi abbiamo. Per il momento non ce ne sono. Verranno man mano che andremo avanti”. Unico collante il rancore nei confronti del sindaco uscente Melucci e nei confronti di Michele Emiliano di cui alcuni tra i leaders del gruppo fanno da scendiletto nel Consiglio regionale a Bari. Ma il rancore può essere una linea politica?
Perché la candidatura di Musillo è la celebrazione del trasformismo e del voltagabbanismo in salsa jonica? Walter Musillo, già segretario federale del PD, alle ultime elezioni del 2017 ha inventato e sostenuto la candidatura di Rinaldo Melucci a sindaco di Taranto, dallo stesso sconfessato il giorno dopo la sua elezione (da qui il rancore nei confronti di Melucci mai sopito). Dopo aver sostenuto Melucci fino all’altro ieri, attraverso le dimissioni di 17 consiglieri comunali, Musillo, insieme ad un altro fuoriuscito di centro Massimiliano Stellato anche lui eletto nelle file della sinistra e sostenitore fino all’altro ieri di Melucci, ha provocato lo scioglimento del Consiglio comunale prima della sua scadenza naturale e la nomina del commissario.
La verità è che a Taranto ormai in politica sono saltate regole, valori, idee, culture. Esse sono state sostituite da interessi inconfessabili che si celano dietro l’operazione saldatura del gruppo Patto per Taranto e centro destra dietro la quale pare che ci sia lo zampino dei soliti noti innominabili con la regia del burattinaio Emiliano Mangiafuoco che manovra i suoi burattini e dirige l’orchestra sia a destra che a sinistra. Capisco l’incoerenza, capisco l’esigenza dei riposizionamenti, capisco e giustifico perfino l’ambizione personale ma il doppio e triplo salto mortale con avvitamento da sinistra verso destra e da destra verso sinistra che è all’origine della costituzione di “La grande alleanza per Taranto” malgrado i miei sforzi non riesco a comprenderlo. Quello che irrita in questa operazione è il fatto che esso tradisca un profondo disprezzo per gli elettori e i cittadini di Taranto poiché li si ritiene un gregge di pecore e di minus habentes che si possono portare a spasso in qualunque direzione.
Certo il confronto tra diverse posizioni è il sale di una democrazia ma quello che non accetterò mai sono le schiere di saltafossi che cambiano posizione politiche da un giorno all’altro mascherate da liste civiche che di civismo non hanno nulla. Nella destra tarantina, quella dei cittadini, degli imprenditori, degli uomini di cultura, del mondo delle professioni ci sarà pure qualche persona seria, coerente e consapevole del misfatto che si sta perpetrando ai loro danni capace di far sentire la propria voce e di ribellarsi e che pretenda che il confronto avvenga tra persone serie e non fra saltimbanchi e zumbafuesse, termine onnicomprensivo per indicare la malapolitica, che cambiano opinione come cambiano le mutande.
“Usque tandem abutere patientia nostra?”direbbe Cicerone. Fino a quando abuserete della pazienza del popolo? Non potete pretendere di prenderlo per il naso per sempre con i vostri vaniloqui pensando che possa bersi le idiote giustificazioni che adducete per nobilitare un’operazione di squallida e bassissima cucina politica i cui ingredienti sono solo interessi personali e di gruppo, ambizioni di potere, postazioni di piccolo cabotaggio magari all’ombra di interessi occulti ed inquietanti che guardano alla gestione dei danari del PNRR? Dove pensate di andare con questo caravanserraglio dove c’è di tutto e di più, frutto di quanto si è andato raccattando in giro tra scontenti, sfigati, ambizioni personali insoddisfatte, riposizionamenti dell’ultima ora, vendette e ripicche personali.
Occorre il ritorno ad una politica seria, recuperare un confronto serio tra persone serie. E questa non è una petizione di principio ma una esigenza non rinviabile perché è in gioco la democrazia. Se questo non sarà le urne rimarranno sempre più vuote e il prossimo sindaco sarà eletto da una minoranza di tarantini con ciò scontando un deficit di rappresentatività il che sarebbe una iattura per questa nostra sfortunata città.