IL BUONGIORNO DI PINA COLITTAPRIMO PIANOWellness

Il Buongiorno di Pina Colitta. Perché esiste l’indifferenza?

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Anche oggi, nel giorno consacrato al riposo e, forse alla maggiore riflessione, continuo a parlar di indifferenza, con una storiella.
E’ la storia di un Anonimo … Ci sono quattro persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno. C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare. Lascio a voi i commenti con una domanda per ritornare alla nostra riflessione di oggi: Forse è un peccato essere consapevoli che qualcosa che è dentro di
noi, quello con cui abbiamo a che fare, non sempre combacia con qualcosa che riguarda l’altro? In sintesi nella non risposta di un nostro interlocutore, nella sua non operosità rispetto a qualcosa che avrebbe potuto fare per noi, che cosa temiamo?
I “no” pesano, pesano sempre, ma fanno crescere, e non sempre si è pronti a crescere, soprattutto se ci tocca farlo con delle possibili tranvate! In pratica all’indifferenza di per sé non c’è rimedio. Qualcuno ci può obbligare ad interessarci alla vita altrui e qualcuno può costringere altri a prestare attenzione ai nostri bisogni? Una domanda retorica per dire che forse l’unico modo per risolvere l’indifferenza è magari cercare di approfondire il rapporto tra due persone;  in questo modo si potrebbero scoprire punti in comune e interessi condivisi; eppure se impera l’esistenza di un atteggiamento di indifferenza, raramente ciò avviene.
Penso che sarebbe opportuno, qualora ci fosse l’atteggiamento indifferente di qualcuno che ci è vicino, comunicarlo per creare una relazione di comprensione; il tutto ovviamente dovrebbe accadere in modo graduale e non apertamente per evitare un effetto di contraccolpo, aumentando ancora di più l’indifferenza. L’indifferenza verso qualcuno si può superare cogliendo l’occasione per dimostrare il suo valore, dedicando più tempo proprio a quella persona e sottolineando il sua presenza positiva nella nostra vita.
L’indifferenza è un sentimento spesso visibile all’interno del contesto sociale… Quante volte ci è capitato di essere indifferenti
verso molte persone o situazioni, il più delle volte perché “lontane” da noi e dal nostro piccolo mondo e cerchia di conoscenze? Molte volte! Eppure quando pervade l’indifferenza, le relazioni intime o comunque la propria realtà diventa qualcosa di doloroso e difficile da digerire. Come potrebbe essere diversamente se l’indifferenza verso l’altro non è che assenza di emozioni con una collezione di vissuti incorniciati in una freddezza emotiva!
Come si può essere persone indifferenti, non curanti  delle conseguenze e della sofferenza altrui? Come si può percorrere la propria strada e non smuoversi davanti alle richieste altrui? Come si può essere  distaccati e osservare ogni cosa senza coinvolgimento e attenzione? Ecco proviamo a pensare alla situazione che si configura quando passiamo al semaforo e non ci curiamo del signore che tenta di venderci accendini e fazzolettini di carta facendo finta di “non vederlo”, oppure quando non ci fermiamo ad aiutare una vecchietta in difficoltà nell’attraversare, ecc. E quando questo sentimento si attiva anche verso e situazioni o persone più care, mostrando loro assenza di desiderio a relazionarsi, disinteresse verso di loro e loro questioni, freddezza, e totale insensibilità? Non ci sono tante spiegazioni di fronte ad un comportamento che implica assenza di sensazioni ed emozioni e quindi anche di espressioni che possono raccontare all’altro un proprio vissuto e pensiero. Ma perché  si è indifferenti? Forse per la necessità di difendere se stessi verso un coinvolgimento emotivo eccessivo e magari difficile da
accettare e sostenere o forse per un reale calo dell’interesse verso l’altro, non esplicitato che sfocia nella freddezza?
Può essere invece il desiderio inconsapevole di mostrare il distacco, una sorta di necessità di trovare un proprio spazio e creare una distanza dall’altro. E per considerare la peggiore delle ipotesi, una maggiore malignità e complessità derivanti da un desiderio di arrecare danno all’altro e sofferenza. In ogni caso scoprire la causa dell’indifferenza permette a chi ne è vittima, ovvero “l’oggetto dell’indifferenza” di comprendere meglio ciò che sta alla base e ridurre il senso di colpa e di inadeguatezza.
La persona che subisce l’indifferenza può arrivare a pensare di non essere degna di amore e vicinanza, di essere sbagliata, di aver
commesso degli errori, sentendosi in colpa e inadeguata. La persona indifferente invece non vive questo disagio ma anzi spesso
si nutre dello stesso, alimentando la propria indifferenza e noncuranza. Non prova nulla, è fermo e immobile e sembra tutto gli
scivoli addosso. Quindi apparentemente sembra che sì, le persone indifferenti vincano nelle relazioni ovvero ottengono il distacco,
riuscendo a non soffrire e continuare nella loro vita. Ogni giorno, come in questi giorni, parliamo di violenza, per osteggiarla e  per insegnare ai nostri figli e alle future generazioni che questa forza, impetuosa e incontrollata, non dovrebbe appartenere
a nessun essere umano, mai. Tuttavia, c’è qualcos’altro che dobbiamo spiegare agli uomini e alle donne del domani, un’altra forma di violenza, silenziosa e apparentemente non nociva che però può trasformarsi in una piaga terribile: l’indifferenza. Non curarsi del prossimo, non vedere i problemi di chi ci circonda e ignorare il grido di qualcuno che ha bisogno d’aiuto, non è forse
questa stessa una violenza? Alcune persone definiscono l’indifferenza come uno stato affettivo neutro perché chi è indifferente,
semplicemente non sente e non soffre.
Eppure, quando veniamo colpiti dall’indifferenza di qualcuno, dalla sua freddezza, è inutile negare che restiamo feriti. E fa male, tanto male! L’indifferenza sa ferire il cuore e l’anima, molto più di ogni altra parola.
E’ un atteggiamento negativo, perché è come se per l’altra persona noi non esistessimo, non avessimo alcun valore. Camminare per strada e non guardare, vedere qualcosa di orribile e girarsi dall’altra parte, sentire Un grido d’aiuto, e non ascoltarlo, non è forse una delle forme di violenza più pericolose del mondo? Bisognerebbe insegnare ai nostri figli a non essere mai indifferenti
nei confronti delle persone, del mondo che c’è la fuori, di non ignorare una lite tra i vicini di casa, o una violenza per strada, né
la richiesta di supporto di un amico o di un conoscente. NOI tutti dovremmo imparare che l’indifferenza è come una brutta malattia, la peggiore, e che quindi non dovranno mai farsi contagiare da essa. E, perdonatemi, non è necessario nessun vaccino per debellarla se non i nostri buoni anticorpi di rispetto, cura e attenzione all’altro!!!

“Una società che spende centinaia di miliardi in armamenti e consente che ogni anno muoiano di fame cinque milioni di bambini è una società malata di egoismo e di indifferenza.”
Carlo Azeglio Ciampi

 


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