Il Buongiorno di Pina Colitta. Patronus o libertus? Sempre fides.
In questo wekend con “l’aria che tira”, non potevo non “raccontare” di fiducia.
La fiducia, una parola meravigliosa che deriva da fides, un termine dal carattere etico, che in età repubblicana designava ciò che esisteva tra il patronus e il liberto, un rapporto cioè di una reciprocità assoluta. In questo caso riferito ad una precisa condizione: il patronus era tenuto a proteggere il liberto sia dal punto di vista sociale ed economico sia dal punto di vista personale; il liberto, sebbene sostanzialmente sottoposto, in qualche modo si sentiva però protetto. Ora pensavo proprio a questo, a quanto potrebbe essere importante, una sorta di vincolo “clientelare” in qualsiasi tipo di sistema relazionale politico, ma nell’etica strutturale della fiducia. Penso a quanti conflitti si potrebbero evitare in ogni tipo di relazione, in una nazione, in un paese, in un gruppo, in una famiglia. In ogni caso, i latini come per noi dovrebbe essere, intendono per fides il “riconoscimento dell’affidabilità dell’altro” e quindi presupponendo la relazione attraverso il contatto e l’incontro.
Comunque la fiducia, per strana coincidenza, è un nome al femminile, della quale si può dire possa essere conquistata, ritrovata, tradita. Lei, la fiducia è protagonista delle nostre vite, con sfumature sempre diverse, proprio come sono le donne.
In ogni caso, ci insegnano fin da piccoli che essa non va “regalata” a chiunque ma, ancora più importante, che non va tradita in nessun modo. Chi ha fiducia in una persona, infatti, è qualcuno che la conosce, conosce le sue qualità e le apprezza e che sarebbe pronto a scommettere su di essa. Ma potrebbe essere anche no e lo dico con le parole di Paulo Coelho
“Bisognerebbe riporre fiducia negli incontri casuali, due persone si incontrano quando entrambe hanno un estremo bisogno di incontrarsi”.
La fiducia, insomma, è una sorta di “patto” implicito tra persone perché su di essa si basano amicizie, amori, rapporti di lavoro o di famiglia, ma anche elazioni istituzionali, politiche e sociali. E soprattutto, in questo momento storico, per viverci una sorta di quotidiana ed umile esistenza, dovremmo non dimenticare che si può essere fiduciosi anche nei confronti di uno Stato, di un’istituzione, di una forza politica, religiosa, ideologica. La fiducia non a caso è il fondamento di un grande credo.
Eppure niente, però, dalla vita pubblica a quella privata, lavorativa, personale e affettiva potrebbe funzionare senza la fiducia in sé stessi. È da questa, infatti, che dipende il modo in cui ci si rapporta agli altri e alle esperienze, specie quelle nuove. Solo chi ha fiducia in se stesso, insomma, è pronto a fidarsi degli altri e a farsi depositario della loro fiducia.
“La fede è un dono con il quale si nasce: venire al mondo è un atto di fede, il mondo è un atto di fede. Ma poi si forma il pensiero e la sensazione che le cose esistano perché hanno cause in altre cose e non semplicemente perché tu ci credi. Allora la fede si stempera, a volte si perde. Bisogna comprendere l’importanza della fede e coltivarla. Se hai fede non ci sono obiettivi irraggiungibili, devi avere fede per evitare a questo mondo di prendere possesso di te! La fede è una qualità dell’amore. Quando ami hai fede.”
Selene Calloni Williams