Il Buongiorno di Pina Colitta. Fiducia e speranza: pellegrine di nostra vita.

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Spesso alla fides si associa la spes che, dalla storia dei tempi,  è presente su questa terra. Si, su questa terra in cui l’uomo,  come un pellegrino, nel suo viaggio attraverso il tempo, sperimenta diversi valori, ma su tutti, appunto la speranza.

In senso stretto, dunque, la speranza è un sentimento di serena fiducia nell’avvenire e nell’altro al d fuori di noi, dai quali sentiamo il bisogno di sentirci accolti, compresi.

Per ogni persona ci dovrebbe essere un diritto acquisito, quello dalla conoscenza dei fatti e delle azioni di cui l’altro, al di fuori di noi, ne potrebbe essere artefice. Eppure, negli ultimi tempi, tra pandemia e guerra, esprimere un giudizio è divenuto  un modo usuale di non affidarsi all’altro, di trovare a tutti i costi la persona responsabile di vicende inaccettabili e potenzialmente dannose per le nostre vite. La mancata etero socialità gioca brutti scherzi ed aiuta a pensare l’impensabile, con l’uso di un lessico nelle relazioni dove la parola fiducia è stata completamente abolita ed insieme ad essa, la parola speranza. Certamente non sarebbe male avere la speranza che un cambiamento, dentro e fuori di noi, possa portare all’affidarsi in un atto di generosa fiducia. Ho sempre amato, ma forse neanche io metabolizzato completamente questa riflessione di Ghandi

“Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando riusciamo a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato.”

Certamente imparare a sperare, potrebbe essere un buon inizio e rappresentare per ognuno un progetto che non include un fallimento necessariamente, bensì il successo. Sperare include anche il non aver paura, include il non essere pessimista e la non rinuncia, e si oppone al nulla con atteggiamenti bloccanti. Sperare presuppone un’aura affettiva che potrebbe essere contagiosa ed espandendosi, consentire di allargare i nostri orizzonti conoscitivi.

“L’affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all’esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono.”

Ernst Bloch

 

 


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